Torres, Sechi: “Giocatori, ora tocca a voi”

“Devono fare i professionisti. Pasculli? Nel calcio ci sono delle leggi…”

Alessandro Frau e compagni (foto Alessandro Sanna SEF Torres Calcio)

Alessandro Frau e compagni (foto Alessandro Sanna SEF Torres Calcio)

Altro momento difficile per la Torres, protagonista stavolta della dinamica più classica nel mondo del calcio: risultati che mancano, anzi sono molto negativi, e allora si cambia l’allenatore perché farlo con i calciatori è impossibile. Tutto già visto, ma “abbiamo il dovere di fare il massimo per salvare la Torres”. Parla così Salvatore Sechi, carico più che mai dopo l’ufficializzazione di salutare Pedro Pablo Pasculli e richiamare Giuseppe Misiti sulla panchina della prima squadra.

“Misiti mi è sempre piaciuto – dice l’imprenditore che di fatto ha tenuto vivo il glorioso club sassarese – , è un ragazzo molto umile che ha seguito molto bene i ragazzi in quel periodo di transizione. Quando arrivi e dai un’impronta di cambiamento generale cerchi di portare anche esperienza“, afferma Sechi in riferimento alla scelta di prendere Pasculli, il quale “ci sembrò molto motivato e aveva un grande nome, al di là di trascorsi non eccellenti da allenatore. Purtroppo i risultati parlano, siccome noi crediamo e teniamo alla salvezza della Torres abbiamo l’obbligo di fare di tutto per raggiungere l’obiettivo”.

La fiducia è massima nei giocatori, come ribadito domenica dal braccio destro Antonio Carboni, ma anche Misiti ha l’appoggio incondizionato della dirigenza: “E’ un lavoratore pignolo – continua Sechi – i giocatori si aspettino di lavorare ogni giorno, anche con doppie sedute di recupero, ci sarà un nuovo preparatore atletico e le cose cambieranno”.




Inevitabile chiedersi i motivi del fallimento di Pasculli, cosa che la società ha fatto prima di prendere una decisione nell’aria da qualche settimana. “Pasculli è abituato al calcio di alto livello – spiega Sechi -, quando parlai con lui gli dissi che la situazione era difficile, tra preparazione atletica assente, senza un ritiro pre-campionato alle spalle, con giocatori svincolati arrivati da tutti i paesi e da situazioni particolari, per esempio lunghe inattività. Pasculli ha accettato la sfida con entusiasmo – continua – , purtroppo nel calcio ci sono delle leggi. Oggi non possiamo più cambiare i componenti della squadra, il mister è una persona gentile e competente, ma poi sul campo parlano i risultati”.

Come sempre in questi casi il benservito all’allenatore funge da messaggio per i calciatori: “Nella mia storia calcistica ho avuto a che fare con i professionisti, e i nostri calciatori oggi fanno la vita da professionisti, non li considero più dilettanti. Molte nostre avversarie hanno giocatori-lavoratori, i nostri fanno una vita da professionisti e quindi devono avere la mentalità adatta. Devono scegliere se salvare la Torres e la loro storia nel calcio, o se rischiare di non avere un futuro in questo mondo. Non ci sono più scuse, servono giocatori veri”. 

Si aspettava di essere così indietro dopo tutti gli sforzi fatti? “Domenica abbiamo fatto un passo indietro, una delusione totale, non ero abituato ai 4-0 al passivo. La squadra non è stata distrutta, anzi nella prima mezzora eravamo alla pari dell’Ostiamare, abbiamo ceduto di schianto e davanti alla nostra gente non può succedere. Possiamo anche essere più scarsi tecnicamente, ma la squadra deve compensare con le motivazioni elevate alla massima potenza, altrimenti non è accettabile. Siamo lì, il campionato aspetta la Torres, le partite sono sempre meno e bisogna correre”.




La classifica e il calendario danno ottimismo: “Dobbiamo guardare a noi stessi, senza troppi calcoli sulle avversarie che ci precedono. Tra due settimane troviamo l’Arzachena che è una delle squadre più forti del girone, poi avremo partite alla nostra portata. Sarà un rush finale che determinerà la griglia dei playout, dove dobbiamo entrare con realismo e umiltà, poi nella post-season la squadra più motivata e preparata atleticamente si salverà. Per noi entrare nei playout vuol dire giocarci una chance di salvezza, e non è poco visto che abbiamo preso la Torres ultima e staccata in classifica”.

Di sicuro ci sono due armi per proseguire il tentativo di impresa: l’appoggio dei tifosi e la solidità del progetto a breve termine, inaugurato a dicembre quando tutto sembrava nero. “Ripeto, i ragazzi devono fare i professionisti e lavorare al massimo, d’ora in avanti saranno controllati in ogni dettaglio. Adesso ha pagato Pasculli, non ci sono più alibi, sono stato molto chiaro con loro. Sui tifosi ogni parola è superflua, poche tifoserie avrebbero fatto quello che la nostra gente sta facendo a sostegno della Torres. Ora però i giocatori devono ricambiare quanto ricevuto, da parte mia e della dirigenza c’è la garanzia che continueremo a lavorare in buonafede e concretamente per la Torres, come fatto da quando siamo arrivati e molti già banchettavano sul suo cadavere”.

Fabio Frongia

Commenti Facebook


Facebook
Facebook
Twitter
Visit Us
Follow
Google+
YouTube
Instagram

Lascia un commento