Cagliari, e adesso il futuro

L’analisi sui rossoblù dopo Palermo-Cagliari

Il Cagliari in un'esultanza al Sant'Elia (FOTO: Zuddas)

Il Cagliari in un’esultanza al Sant’Elia (FOTO: Zuddas)

E’ un Cagliari che ha fatto il bello e il cattivo tempo, quello uscito vittorioso per 3-1 dal “Renzo Barbera”, al cospetto di un Palermo incapace – complice un Rafael formato saracinesca – di indirizzare la partita in maniera prepotente verso i propri binari. Non di soli demeriti rosanero vive la terza gioia corsara dei sardi, bravi a metterci del loro, credendo nella rimonta dopo un primo tempo opaco seppur condito da due enormi palle-gol per gli ingordi SauBorriello. Il succo di una domenica festosa è – come volevasi dimostrare e come invocato a più riprese da più parti (compresa la nostra) -, che basta(va) solo un pizzico di coraggio.




LE CONFERME – Il match del “La Favorita” ha offerto una serie di conferme che possono far sorridere Massimo Rastelli, il quale probabilmente ha visto (ri)salire le quotazioni di una non scontata permanenza in Sardegna per la terza stagione consecutiva. Ma questi sono discorsi ancora (forse per poco) prematuri. Fabio Pisacane è sempre più una garanzia al centro della difesa: dopo un primo tempo leggermente compassato, la retroguardia ha trovato la sua quadratura con l’inossidabile numero 19 che ormai non sorprende più nel suo rendimento. Inoltre, una piacevole riscoperta: Artur Ionita conferma quanto già si sapeva e immaginava sul suo conto, anche prima dell’infortunio di Bologna. Qualità e quantità, oltre ai preziosi inserimenti che ieri sono stati decisivi ai fini della doppietta personale. Infine, il ritorno alle due punte: ha dato i suoi frutti in termini di risultato e occasioni, ha restituito una squadra meno rintanata, rappresenta la via da seguire per questa squadra che ha il tandem offensivo in un DNA fatto di qualità ed esperienza.

GETTARE LE BASI – Con la salvezza ormai in tasca e il campionato che ha ben poco da dire, è il momento di gettare le basi per il futuro con coscienza, coraggio e competenza. I tempi sono maturi per pensare a puntellare una rosa che, con i giusti interventi, può guadagnarsi e consolidare il suo posto nel cuore della classifica di una Serie A livellata verso il basso. Un campionato dal folto ceto medio, dove in tanti (se bravi e organizzati) possono sperare di infilarsi laddove conta.

VALUTAZIONI – Seguendo il discorso precedente, per progettare vanno fatte delle valutazioni dal punto di vista tecnico, e sicuramente molte sono in atto in queste settimane di celato divenire. Su chi puntare? Chi lasciare andare? Chi recuperare? Non mancano gli elementi con le valigie in mano e quelli sotto osservazione, per capire se possano o meno fare al caso del Cagliari del futuro. L’attuale, assoluta tranquillità permette di programmare tutti gli aspetti, effettuando le scelte più opportune circa i vari gradi della scala gerarchica.

IL “CASO” SAU – Per quanto detto sopra, è impossibile non pensare a Marco Sau: uomo simbolo di poche parole e dal carattere ombroso, resterà o saluterà? In questa stagione lo abbiamo visto regalare perle di nota qualità, ma anche (spesso) impegnato in un lavoro di sacrificio che lo snatura eccessivamente. Il barbaricino non può prescindere da gol e rifiniture. La corsa inficia sicuramente la sua lucidità al culmine delle giocate e non gli permette di essere il giocatore ammirato anni addietro, un vero peccato in quella che forse è la sua migliore annata sotto il tribolato fronte infortuni. Il tonarese, oggi, gioca e si spende tanto, ma a quale prezzo e con quali dividendi? Mancano gol e sorriso, c’è chi lo critica – perché poi alla fine il risultato è quello che conta – e chi ne apprezza il cuore, ma appare doverosa un’attenta valutazione sul futuro. Le opzioni sono tre: insistere sul Sau operaio con determinati sistema di gioco e filosofia, diventare più audaci riportando il vice-capitano al centro del villaggio, oppure separarsi per avere di meglio. Tutti.

Mattia Marzeddu




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