Cagliari tra nubi e consuete pecche

L’analisi dopo Udinese-Cagliari 2-1

Salvezza in cassaforte e caccia al miglior piazzamento per il Cagliari (foto: Zuddas)

Salvezza in cassaforte e caccia al miglior piazzamento per il Cagliari (foto: Zuddas)

Solita, infausta trasferta per il Cagliari, l’ennesima stagionale. Anche dalla “Dacia Arena” di Udine i rossoblù ritornano con un pugno di mosche. Nulla di nuovo sotto il sole, come già detto in precedenti analisi. In un campionato oramai privo di spunti e motivazioni, per i sardi come per altre realtà del ceto medio italico, prestazioni come quella offerta da Sau e compagni sul prato friulano aiutano a depauperare ulteriormente un finale di stagione già di per sé insipido.




CANTILENA STUCCHEVOLE – Il confronto con i bianconeri rappresentava l’ennesima occasione per dissipare i tanti dubbi annidati intorno alla bontà del Cagliari e della sua guida tecnica, per quanto l’obiettivo primario della salvezza non sia praticamente mai stato in discussione e l’organico conti su elementi di valore. Arrivando da una vittoria rotonda e corroborante, dopo una settimana di serenità, ecco che i rossoblù hanno fallito un’altra prova di maturità. Di fronte, come già contro il Torino e altri casi verificatisi nella stagione che volge al termine, c’era una pari grado che ha dimostrato di saper attaccare e far male, caratteristiche che il Cagliari ha quasi sempre sofferto. Non è la prima volta, infatti, che il Cagliari affonda al cospetto di formazioni dalla spiccata propensione offensiva, in particolare lontano dal “Sant’Elia, ricordando inoltre come già all’andata l’Udinese mise in affanno i sardi. All’ex “Friuli” si è assistito a settanta minuti di noia, dove solo i friulani hanno palesato di credere in maniera consistente alla vittoria, trovandola poi meritatamente grazie al micidiale un uno-due firmato da Perica e Angella. Il Cagliari, dal canto suo, ha cincischiato e fatto sbadigliare, ha preso le sberle e mostrato un buon campionario di errori (individuali e non, sparsi per il campo), svegliandosi e sfiorando un bugiardo pareggio che avrebbe nascosto quanto espresso sopra.

L’ETERNO RITORNO DELL’UGUALE – Il Cagliari non riesce a sfruttare le scie positive nelle quali si infila meritoriamente. L’ultima era partita a Pasqua, e puntualmente i ragazzi di Rastelli hanno imboccato la via della negatività, in un’alternanza tra buono e cattivo che certifica il carattere sistemico dei problemi, o quanto meno delle mancanze di questa creatura tecnica. Testa sgombra, rosa quasi al completo, nessun assillo, la voglia dell’ambiente di assistere ad una prestazione gagliarda, sbarazzina, sostanziosa, la possibilità di festeggiare la salvezza matematica. Nulla di tutto ciò si è visto, al contrario si è palesata una squadra scialba e impalpabile, impossibile da salvare nei giudizi e colpevole nel ricreare quell’ormai inevitabile clima di negatività e mugugni, con il quale bisognerà convivere a lungo. A maggior ragione se Rastelli, come sembra, continuerà a sedere sulla panchina.

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PERPLESSITÀ – Alcune scelte di formazione avevano stupito abbastanza, in particolare la scelta di confermare Salamon e Deiola dal primo minuto. Al di là del giudizio ex post sulle prestazioni, tanto facile quanto inutile a giochi fatti, una riflessione si può fare in merito alla direzione di un progetto tecnico da sempre indecifrabile e ondivago. E allora ecco che il polacco, quasi del tutto ignorato (e bocciato) lungo il cammino anche quando l’emergenza colpì la retroguardia, gioca la seconda partita consecutiva da titolare, in luogo di un punto fermo come Pisacane, non dato in dubbio al rientro dalla squalifica. Forse, un po’ di riposo lo avrebbe meritato Bruno Alves, stakanovista che al cospetto della giovane fisicità di Zapata ha sofferto non poco. Pomeriggio ai limiti del disastroso per Deiola, tolto dalla naftalina (in alcuni casi nemmeno convocato per scelta tecnica) prima di Pasqua e riproposto una settimana dopo. Impalpabile quando non deleterio, il ventiduenne si è dimostrato ancora acerbo per la massima serie, ed è complicato leggere il suo impiego in modo differente dalla volontà di metterlo in vetrina per trovare acquirenti.

COSA C’E’ ALL’ORIZZONTE?  Davvero impossibile, oggi, leggere le carte ad un Cagliari il cui futuro appare in divenire, a conoscenza (forse) solo dei più diretti protagonisti. Non resta che aspettare sulla riva del fiume, per capire che strada si deciderà di intraprendere. Dalla conferma o meno di Rastelli a quella di Capozucca, passando per la permanenza dei punti cardine (a cominciare da Borriello), non mancano i punti di domanda che i tifosi vogliono svelati. Manca poco, poi sarà Cagliari 2017/2018.

Fabio Frongia




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