Cagliari, Dessena: “Problemi di spogliatoio? Mai, normali confronti”

Le parole del capitano rossoblù dal ritiro di Pejo

Daniele Dessena, centrocampista del Cagliari

Daniele Dessena, centrocampista del Cagliari

Protagonista della conferenza stampa odierna a Pejo è anche Daniele Dessena. Il capitano del Cagliari sta attualmente recuperando pian piano dall’infortuno che gli ha fatto chiudere con largo anticipo l’ultima stagione. Il centrocampista rossoblù svolge allenamenti in differenziato ed è alla ricerca della forma migliore, cercando di rientrare presto in gruppo. Dopo l’arrivo (intorno alle 11.30) di Marco Andreolli nel ritiro in Trentino, ecco qui di seguito le dichiarazioni del numero 4 cagliaritano, il quale ha parlato insieme ad Andrea Cossu.



Chi sarà il capitano quest’anno?

Io e Andrea siamo amici, compagni di stanza quest’anno. Ci siamo confrontati da amici e poi da giocatori. Io continuerò ad avere la fascia ma lo tratterò sempre da capitano perché da lui voglio imparare. Impareremo tutti da lui. Lo tratterò sempre da capitano in primis per l’amicizia e il rispetto che ho per lui.

Quest’anno il Cagliari credo abbia un futuro enorme. Andrea e Sau sono ragazzi che sanno cosa vuol dire giocare nel Cagliari e non devo essere io a spiegarlo. Per me Andrea è un giocatore importante, nutro grande rispetto nei suoi confronti, lo tratto sempre da capitano, parlo come Daniele Dessena e non come squadra che comunque dovrà vedere Andrea come leader e capitano di questa squadra. Ed aggiungo: il Cagliari quest’anno avrà una grande forza dalla presenza di due giocatori come Cossu e Sau che sono due sardi, due bandiere, due valori aggiunti non solo dal punto di vista tecnico ma anche da ciò che rappresentano per questa terra e questa squadra”.

Come valuti la decisione di lavorare ancora a Pejo?

Visti i risultati, la squadra dopo la promozione è cresciuta tantissimo. Abbiamo avuto qualche intoppo ma è normale, ora c’è da lavorare per far sì che gli errori si trasformino in punti di forza. Bisogna iniziare come abbiamo fatto l’anno scorso ed avere un obiettivo chiaro. Poi cercare di migliorarsi, come la scorsa stagione, giocando spensierati e sereni raggiungendo un piazzamento importante. Se la partita con la Sampdoria fosse andata diversamente, come meritavamo, saremmo arrivati decimi. Ora si inizia ancora col nostro primo obiettivo, quello di salvarci in modo tranquillo. Non è facile ottenere risultati nel calcio, soprattutto in Serie A.



Com’è stato ritrovare Cigarini?

Luca è un amico, abbiamo fatto tutto il settore giovanile insieme a Parma, abbiamo esordito praticamente insieme lì, facendo tutte le nazionali con l’Under. Abitiamo vicini di casa, io di Parma e lui di Reggo Emilia. C’è una rivalità pazzesca (ride n.d.r.), ci sono venti minuti di macchina ma io e lui siamo cresciuti bene, abbiamo massimo rispetto e c’è un’amicizia di vecchia data.

Pensi che Colombatto sia pronto per ritagliarsi un ruolo in questo Cagliari?

Santi è stato importante per noi l’anno della promozione, si è messo a disposizione. Quest’anno a Trapani ha giocato con continuità e per un ragazzo giovane è fondamentale giocare in Serie B, come accaduto per Barella a Como. Credo sia un giocatore cresciuto e importante per il Cagliari.



Differenze rispetto all’anno scorso nel complesso?

Siamo stati molto bene l’anno scorso, quando ci hanno confermato il ritiro a Pejo l’idea di tornare qua è stata presa in modo positivo perché abbiamo lavorato bene e ha portato bene. Non vedevamo l’ora di riprendere dopo le vacanze, in un posto dove ci siamo trovati bene. L’accoglienza dei tifosi e della gente è stata importante sia l’anno scorso che quest’anno.

Com’è il rapporto con il mister, visti i problemi dell’anno scorso?

Problemi non ce ne sono mai stati. Siamo grandi e se ci son stati dei problemi son stati sempre risolti nello spogliatoio, da uomini. Forse punti di vista diversi, ma siamo in quaranta persone tra calciatori, staff e società e ci possono essere visioni diverse. Non è cambiato nulla. Una stima immensa per i miei compagni, per chi lavora per i calciatori, per la società e l’allenatore e tutte le persone che lavorano per noi. Non è cambiato nulla.

dagli inviati Mattia Marzeddu e Fabio Frongia

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