Stadio, le differenze tra Roma e Cagliari

Approvazione del progetto, iter amministrativo e politico, tempi: cosa cambia tra i due contesti in tema di nuovo stadio?

Lo stadio di Cagliari nel rendering preliminare di dicembre 2015

Lo stadio di Cagliari nel rendering preliminare di dicembre 2015

Ha fatto, ovviamente, rumore l’approvazione del progetto definitivo del nuovo stadio della Roma. Una notizia che ha riacceso gli animi non solo della tifoseria giallorossa, ma anche dell’intero mondo del calcio italiano. Ha fatto attizzare anche coloro i quali hanno a cuore le vicende di casa Cagliari, relativamente a quello che è il percorso della società rossoblù verso il nuovo impianto, da inaugurare sulle ceneri del Sant’Elia nel 2022, come da ultime dichiarazioni in ordine di tempo.



LE TAPPE DEL CAGLIARI – In tanti si sono chiesti del perché la macchina isolana si sarebbe arenata, mentre nella Capitale già si è arrivati a presentare e approvare il progetto definitivo. In Sardegna, infatti, ancora lo si attende da parte della società di via Mameli, che ufficialmente ha indetto i casting per studi di progettazione e nel frattempo gira e studia l’Europa. Una volta presentato, le successive tappe saranno l’approvazione in conferenza di servizi, la gara d’appalto indetta dal Comune (90 giorni) l’assegnazione dei lavori (180 giorni). A quel punto si potrà posare la prima pietra.

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DIFFERENZE TRA ROMA E CAGLIARI – La differenza sostanziale tra il “caso Roma” e il “caso Cagliari” è proprio nel fatto che la Roma opera su un terreno privato dove non ha il problema di dover mettere a gara l’assegnazione dei lavori, potendo ovviamente decidere in autonomia a chi appaltarli. L’iter della legge sugli stadi” (la n. 147/2013) è di fatto terminato per i giallorossi, mentre il Cagliari opera su un terreno e un impianto pubblico, dove demolire e ricostruire daccapo. Questo incide sull’iter amministrativo che segue l’approvazione del progetto definitivo. Nel caso romano, questa è arrivata, ma condizionata (sine qua non) dalla fondamentale variante al Piano Urbanistico Comunale (PUC) – che il Cagliari ha già ottenuto in tempo molto rapidi – e dalla realizzazione di opere pubbliche (ponte sul Tevere e raccordi stradali) da parte dello Stato.

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Un particolare non da poco, quest’ultimo, visto che l’approvazione di una variante al PUC è aspetto delicato e legato a questioni burocratiche sì ma soprattutto politiche, in un contesto come quello di Roma dove non si è famosi per avere lacci facili da sbrogliare. Il progetto definitivo è opera costosa e che richiede un investimento ingente, quello pianificato dal Cagliari Calcio e già sostenuto dalla Roma. Entrambe in attesa, per motivi diversi.

Fabio Frongia



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