Santoni: “Rastelli-Lopez? Era uguale”

Il tecnico lascerà Cagliari a fine anno: “Pronto ad allenare in prima”

Michele Santoni al lavoro a Cagliari (foto: Zuddas)

Michele Santoni al lavoro a Cagliari (foto: Zuddas)

E’ stato uno dei volti nuovi dell’estate 2017 del Cagliari, giovane tecnico che si affaccia nel mondo del calcio ormai da anni impiegati tra Olanda (paese di origine della madre) e Italia, con le brevi avventure tra Lazio e Inter. Michele Santoni, in una lunga e interessante intervista all’olandese Elf Voetbal, spazia su molti temi, compreso quello inerente il mondo rossoblù.

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Santoni ribadisce il suo disaccordo con la decisione della società sarda di esonerare Massimo Rastelli, a ottobre dopo il KO interno contro il Genoa: “Con Rastelli allenatore – dice Santoni – il cammino non era diverso da quello attuale con mister Diego Lopez, la squadra aveva fatto altrettanto bene, ma in Italia è tutta una questione di risultati, soprattutto nel breve periodo, per questo Rastelli è stato esonerato in quel momento”.



In Olanda, invece, la pazienza nei confronti degli allenatori è molto più elevata. “C’è più attenzione all’uso delle tecnologie – spiega Santoni, classe 1980 – i giovani calciatori possono sbagliare senza per forza essere puniti o accantonati al primo errore, lo sviluppo dei giocatori è molto importante, mentre in Italia si richiede subito la vittoria. Un presidente può aumentare la sua popolarità quando una delle squadre giovanili vince. I giovani giocatori italiani sono migliori di quelli olandesi in fase di non possesso palla – afferma Santoni -, gli olandesi possono fare un grande passo in avanti a livello fisico e atletico, un aspetto che in Italia è molto curato”.

Santoni saluterà il Cagliari dopo questa stagione. “In questi anni ho guadagnato molta esperienza sia nel calcio italiano sia in quello olandese – racconta – Mi sento pronto per fare l’allenatore, sono aperto a possibilità in Olanda perché penso che i club olandesi possano offrire innovazione e opportunità ai giovani allenatori, penso a Peter Hyballa al NEC o a Mitchell van der Gaag all’Excelsior, due allenatori moderni che hanno portato in Olanda la loro esperienza maturata altrove. L’Olanda può crescere molto in questo modo, mantenendo la sua identità ma crescendo e sviluppandosi imparando dagli altri. Sono stato assistente di Martin Jol e Frank de Boer, ma il mio obiettivo e la mia preferenza è fare l’allenatore in prima. Farei un’eccezione solo per fare ancora il vice ad un grande tecnico”.



Chiusura sulla Roma che “ha vinto contro il Barcellona grazie alla tattica, pur avendo meno qualità tecnica”, e sull’Inter, con il rammarico per essere “arrivato nel momento sbagliato”.

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