VIDEO – Flavio Tranquillo presenta “Altro tiro, altro giro, altro regalo”: “Sport specchio di un paese che non sa programmare”

Flavio Tranquillo, telecronista SKY e autore di "Altro tiro, altro giro, altro regalo"

Flavio Tranquillo, telecronista SKY e autore di “Altro tiro, altro giro, altro regalo”

Nella sala conferenze della Camera di Commercio di Sassari è andato in scena un evento imperdibile per tutti gli appassionati di basket (e non solo): Flavio Tranquillo, la voce di Sky Sport per l’NBA, è sbarcato nel capoluogo turritano per presentare il suo libro “Altro tiro, altro giro, altro regalo”. Mai banale e talvolta ficcante, l’ospite del pomeriggio ha spaziato su vari argomenti affiancato dal giornalista Roberto Sanna e dal coach della Dinamo Sassari, Meo Sacchetti.

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Quasi obbligatorio partire dal trionfo della squadra sassarese in Coppa Italia alla quale “non vanno complimenti che tengo impliciti e che sarebbe banale e scontato fare” per poi proseguire con l’annosa questione senza risposta al quesito “può, col run & gun, la compagine biancoblù avere la possibilità di battere un avversario come Milano sulla distanza di una serie?” “Ragionamento perdente – afferma Tranquillo -, se ci fosse un modo per vincere lo userebbero tutti”.

 

 

Si parla di arbitri, “dovrebbero essere professionisti” con una frecciatina ai vertici nazionali sugli stessi direttori di gara “sarebbe opportuno migliorare la qualità dei fischietti ma non credo interessi farlo” e su aspetti che poco riguardano il campo di gioco “quando la politica con la P minuscola entra in una federazione sportiva non è mai una bella cosa”.

Molto disponibile con addetti ai lavori e fan per foto e autografi, a conclusione della presentazione della sua fatica letteraria, Tranquillo si è cortesemente concesso ai nostri microfoni per rispondere a un paio di quesiti su argomenti non toccati nel corso della godibilissima conferenza, durata circa 90 minuti:

Pensa che lo sport italiano, presentando sempre meno compagini rappresentare il Paese a livello di eccellenza continentale, sia specchio di un paese che fatica nella programmazione e non solo non da oggi? Dipende da che tipo di risultati analizziamo, da che sport e in che contesto però, in generale, c’è poca possibilità e capacità di programmare, così come scarsa è la consequenzialità nelle mosse della politica sportiva. Questa è la mia impressione e penso che tutte queste negligenze, qualora dimostrate, si possano tradurre nella mancanza di risultati.

Preso in considerazione l’audience basso della final eight di Coppa Italia, il fatto che la RAI mandi in onda le partite della Serie A con un format di qualità inferiore a quella con la quale SKY produce le gare delle categorie inferiori, può essere un danno per il seguito del basket? Sarei in conflitto d’interessi ma, fatta questa premessa, non sono un grosso collezionista di audience. Ciò nonostante la finale di Coppa Italia di quest’anno, trasmessa dalla tv di stato, ha collezionato più spettatori rispetto a quella più vista sulla pay-tv. Ho paura che il problema non sia questo e che non sia una questione tra SKY e RAI. Le tv vanno in una certa direzione e la pallacanestro ha un ruolo marginale all’interno dei palinsesti. Il nostro sport deve decidere cosa fare da grande, bisogna avere una determinata visione per poi perseguirla con la migliore televisione.

dall’inviato Mauro Garau

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