Zola protesta, ma il lavoro del suo Cagliari non si vede: “B” ad un passo, c’è ancora tempo?

Gianfranco Zola, allena il Cagliari dal 24 dicembre 2014 (foto: SardegnaSport.com)

Gianfranco Zola, allena il Cagliari dal 24 dicembre 2014 (foto: SardegnaSport.com)

Il Cagliari era chiamato alla vittoria e invece è arrivato un altro clamoroso tonfo e l’ennesima prova d’appello fallita dalla squadra rossoblù. Se prima c’era un campanello d’allarme, adesso le cose hanno toccato un fondo mai visto prima d’ora. Ennesima sconfitta casalinga e nessuna scusante, né alibi, per nessuno. Dai calciatori allo staff tecnico fino ad arrivare alla società. Tutti colpevoli, in un pomeriggio sportivamente tragico, che solo la sconfitta dell’Atalanta ha reso un pelino meno amaro.

La squadra guidata da Zeman era tutt’altro che perfetta. Si subiva gol troppo facilmente, si sbagliavano gol clamorosi e i risultati non erano sicuramente grandiosi. Quella squadra però aveva un’idea precisa di gioco, che non sempre veniva trasferita sul campo, ma quasi tutti gli interpreti sapevano cosa fare. Si può poi discutere sul fatto che i calciatori, in campo, facessero tutto quello che il mister chiedeva.

Il Cagliari di Zola invece non ha ancora un’idea di gioco, non ha una squadra tipo e non ha condottieri che possano prendersi la squadra sulle spalle. Domenica i rossoblù hanno cominciato con il 4-3-1-2, volubile in 4-3-2-1 grazie ai galleggiamenti di M’Poku, spaesato dal nulla cosmico, passando al 4-3-3 a inizio ripresa e finendo con una sorta di 3-3-4 negli assalti finali. La confusione regna sovrana, coi rossoblù che hanno dominato territorialmente (anche per scelta del Verona di aspettare nella propria metà campo per ripartire in velocità) ma senza costruire, se non qualche pericolo grazie al genio di M’Poku. A saltare all’occhio, sin dalle prime battute, la totale assenza di un canovaccio da seguire, come se il Cagliari non avesse preparato il match, andando da subito ad infrangersi nel muro veronese senza soluzione di continuità.

Stridono, e non poco, le scelte tecniche di Zola. Lasciando perdere il solito ritornello sulla preferenza inspiegabile del tecnico per Conti in regia al posto del più funzionale ed efficace Crisetig, domenica gli errori sono stati tanti , in primis la scelta di due terzini difensivi (Gonzalez adattato a destra e Murru a sinistra) proprio nel giorno in cui il Cagliari doveva fare la partita e cercare la vittoria a tutti i costi. Quando serve essere più coperti, come contro l’Inter, gioca la coppia Dessena-Avelar (tutt’altro che impeccabile nella fase difensiva), contro il Verona, quando occorrerebbe creare superiorità sulle fasce, spazio alla coppia più difensiva possibile formata da Gonzalez e Murru?

Per non parlare dell’approccio, sbagliato come quasi sempre in questo campionato, sia con Zeman che con Zola. Vantaggio regalato al Verona su una dormita difensiva che vede complici Brkic, Diakitè e Rossettini. Perché rivoluzionare la difesa schierando una linea a quattro mai sperimentata (3 su 4 non erano praticamente mai stati titolari finora) in una partita così importante?

Il Cagliari non ha anima, non ha cattiveria e non ha la minima idea di come uscire dalla crisi. Se questo è l’atteggiamento di un gruppo che deve vincere a tutti i costi, sicuramente si è sbagliato qualcosa. Anche i tifosi hanno perso la pazienza, stanchi di vedere la propria squadra presa a pallate da tutti. Sabato prossimo capitan Conti sarà squalificato e Zola sarà obbligato a dare nuovamente fiducia a Crisetig, così come accadde nel match post Palermo. Se i numeri contano qualcosa, a Genova stanno già facendo gli scongiuri.

Giampaolo Gaias

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