Antonio Loi: “Che fatica con Zeman, ora ho voglia di giocare”

Antonio Loi, promessa di casa Cagliari a caccia di riscatto

Antonio Loi durante il pre-campionato 2014

Antonio Loi durante il pre-campionato 2014

Un’estate, quella del 2014, vissuta da talento di famiglia alla corte di Zdenek Zeman. Una cavalcata, quella nel settore giovanile, con le stimmate del predestinato, individuato dalla società come gemma del futuro. Questa, in estrema sintesi, la storia di Antonio Loi nel Cagliari. Un’ascesa bruscamente arrestatasi proprio a metà di quella stagione 2014/2015, dopo un pre-campionato da miglior realizzatore rossoblù e per via di un problema al ginocchio. Il calvario è passato per l’Emilia (Carpi e Reggio), ora nella sua Sardegna il classe ’96 di Isili aspetta di conoscere la prossima avventura.




Non sarà in rossoblù (almeno non quello del Cagliari) l’avvenire immediato di Loi, che però ha fame di riscossa. “Ho voglia di giocare, con il mio agente siamo al lavoro e in attesa di concretizzare le varie trattative in essere, la priorità adesso è giocare con continuità per dimostrare il mio valore e ritrovare fiducia. Sto allenandomi da solo da qualche settimana, ho parlato anche col Cagliari ma purtroppo non continuerò con loro, ci sono delle possibilità tra Serie B e Lega Pro”.

Cosa non ha funzionato nelle prime esperienze fuori Sardegna?

A Carpi sono arrivato infortunato, sembrava che bastasse un mese per recuperare dall’infortunio al ginocchio, invece ce ne sono voluti tre e la stagione è scivolata via. Alla Reggiana era cominciata bene, col 4-3-3 e l’alta considerazione nei miei confronti, poi però si è passati al 3-5-2, mi sono di nuovo fatto male e ho giocato poco”. 

Qual è il ruolo dove si può vedere il miglior Antonio Loi?

Trequartista, seconda punta o esterno in un tridente. 

Samuele Longo, Antonio Loi (in primo piano) e Marco Sau (a destra) in allenamento a Sappada (foto: Sardegna Sport)

Samuele Longo, Antonio Loi (in primo piano) e Marco Sau (a destra) in allenamento a Sappada (foto: Sardegna Sport)

Il grande pubblico, sardo e non, ti ha lasciato sgambettante in quel di Sappada, con Zeman che sembrava stimarti non poco. Poi cosa è successo?

Quel ritiro con la prima squadra è stato un’esperienza straordinaria, non pensavo esistesse una preparazione così faticosa (ride nda), ma devo dire che ho solo ricordi positivi e mi porto dietro tanti piccoli insegnamenti. Dopo l’estate mi aspettavo di avere più chances, invece non è andata così, non nascondo che un po’ di delusione c’è stata.




Chi è il compagno con cui hai legato in questi anni?

Più che aver legato in senso stretto, direi che Andrea Parola (esperto centrocampista ex Cagliari) a Reggio Emilia mi ha dato una grossa mano dentro e fuori dal campo. Un uomo, prima che un giocatore, davvero importante per quanto mi riguarda.

Da Deiola a Barella, in casa Cagliari si parla anche di diversi tuoi coetanei (o quasi). Cosa pensi della loro esperienza? 

Direi che in particolare Deiola (’95) è un ragazzo che per noi giovani del vivaio rappresenta un esempio. Ha percorso la strada più difficile, venendo fuori e togliendosi soddisfazioni: partito dalla Lega Pro, ha faticato in prima squadra e ora è lì a giocarsi la Serie A.

La tua vita, però, oggi ha una copertina particolare: l’arrivo di tuo figlio Diego…

Sicuramente diventare padre in età così giovane è un’esperienza molto particolare, oltremodo formativa e sono convinto mi permetterà di maturare ulteriormente, e più in fretta, anche dentro il rettangolo di gioco. E’ stata una gioia immensa per me e la mia famiglia.

Fabio Frongia

Commenti Facebook


Facebook
Facebook
Twitter
Visit Us
Follow
Google+
YouTube
Instagram

Lascia un commento