Erminio Fercia, primo sportivo sardo caduto nella Grande Guerra

Erminio Fercia
In un periodo in cui si sta recuperando la memoria della Prima Guerra Mondiale, le onoranze verso gli atleti ed in particolar modo i calciatori, si moltiplicano ogni giorno. Le grandi, come le piccole società, piangono i loro caduti e rammentano il grande sacrificio compiuto nei confronti della Patria. Eppure questa carneficina non spense l’ardore sportivo, a conflitto terminato le società rifiorirono come per miracolo più forti di prima. La voglia di normalità era forte, certo lo sport ed il calcio in particolare non era mancato neppure durante i lunghi anni di guerra, ma ora c’era bisogno di riprendere le proprie vite per cercare di guardare oltre la tragedia. La Sardegna versò un enorme tributo di sangue, tanti ragazzi, che durante gli anni della loro giovinezza erano stati anche dei validi sportivi, si ritrovavano catapultati in trincea a rischiare in ogni momento la vita. Il calcio in Sardegna alla vigilia della guerra, si praticava da una dozzina d’anni. Nel tempo erano fiorite diverse sezioni tra le società ginnastiche e nonostante non vi si disputasse un campionato ufficiale sotto il patronato della federazione, negli anni si erano disputati i tornei all’interno dei Campionati sardi di ginnastica. Inoltre a Cagliari e Sassari erano fioriti dei combattutissimi tornei studenteschi, segno che il calcio era avviato verso un fulgido futuro. Dunque possiamo affermare che anche la Sardegna può annoverare dei calciatori caduti in battaglia? La risposta è senza dubbio affermativa, diversi furono i footbaleur isolani a cadere in quei terribili 4 anni. Il primo di questi valorosi ragazzi cadde l’8 agosto 1915.
Erminio Fercia era il suo nome, 23 anni da poco compiuti, nacque a Cagliari il 9 giugno 1892, era stato inquadrato nel 151° reggimento della Brigata Sassari col grado di caporale. Prima della guerra aveva disputato il torneo studentesco organizzato dall’Amsicora dal 1909 al 1912 ed il 21 marzo 1912, come riportato sul bollettino ufficiale della società, entrava a far parte degli effettivi della S.G. Amsicora. Certo le occasioni di mettersi in luce con la gloriosa società furono ben poche, dal 1911 infatti non si disputò più il Campionato sardo di ginnastica e la Gialeto di Serramanna, che era stata designata per organizzare l’edizione del 1914, allo scoppio del conflitto in Europa rinunciò. Nel 1911 l’Amsicora aveva colto il terzo posto al torneo dei Concorso di ginnastica di Torino e sebbene severamente sconfitta dall’Hellas di Verona, non aveva certo sfigurato. Da fine luglio 1915, Fercia si trovava in linea con il suo battaglione nei pressi di Bosco Cappuccio, le condizioni di vita erano proibitive, gli attacchi erano ripetuti ed i rischi molteplici, durante queste difficili giornate il giovane ventitreenne cagliaritano abusò forse troppo della sua forte fibra, finché la malattia lo costrinse al ricovero, che tuttavia non servì. L’8 agosto infatti spirò nel ospedaletto da campo N. 67. Moriva così il primo eroico footbaleur sardo, il primo di tanti caduti. Riposa nel Viale degli Eroi, all’interno del cimitero di Bonaria.
Mario Fadda
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