Torres, la luce in fondo al tunnel
Dopo tanto parlare e poco chiarire, finalmente si potranno rivedere i colori rossoblù della Torres sul prato verde in una partita ufficiale, a tre mesi esatti (era il 29 maggio) da quel Torres-Olbia denso di emozioni e significati. Il grande derby che fece brillare di luce viva l’orgoglio torresino, terminò senza lieto fine ma con una dimostrazione di forza del pubblico sassarese. Appuntamento oggi all’Anco Marzio di Ostia, dove la scalcagnata società improvvisata da Daniele Piraino nella stanza dei bottoni e da Bacci in panchina arriva in nave, con pochi e scarsamente accreditati calciatori. L’ultimo dei quali è Luca Mucili, attaccante classe 1991 con un curriculum speso tra Eccellenza (8 gol nel retrocesso Mezzocorona) e Promozione.
Sconforto e amarezza avvolgono dunque il presente rossoblù, ma il futuro (anche prossimo) potrebbe riservare gradite notizie. Sì, perché checché ne dica Piraino, tra inadeguatezza, debiti e storture insanabili, il cambio di mano in casa Torres appare eventualità concreta. L’orizzonte fosco e le difficoltà economiche stanno mettendo sempre di più il mediatore siciliano spalle al muro, schiacciato dal peso di domande che non avranno mai risposte adeguate, mentre i fatti non lasciano troppo spazio a interpretazioni sullo stato dell’arte.
Sassari, il suo calcio, il suo sport e la sua imprenditoria aspettano l’occasione per rialzarsi dopo avere toccato il fondo. La strada per la Torres di Piraino, cominciato il cammino nella stagione 2016/2017, rischia di impennarsi, forse eccessivamente per le possibilità di chi guida. Una strada che, smaltita l’illusione che l’era dorata potesse avere il marchio Capitani, l’intervento locale, tra sogno e disillusione, è stato spesso invocato a percorrere.
I tempi però sembrano oggi prossimi alla maturazione. Il gradino verso una Torres di nuovo solida, con ambizioni progressive e soprattutto sassarese potrebbe compiersi prima di quanto si pensi, come dimostrano gli ultimi movimenti. I nomi di coloro che sono pronti a togliere la Torres dalle sabbie mobili, di fatto, sono già stati fatti e sono già emersi, all’interno di un contesto dove ci si continua a muovere con circospezione e sotto traccia.
L’alleanza di imprenditori sassaresi con in testa Fabrizio Pilo si candida a chiudere per sempre il capitolo più nero della ultracentenaria storia torresina. Un gruppo forte, da tempo impegnato a vario titolo nel mondo dello sport cittadino, che con i successi della Dinamo Sassari ha toccato vertici mai raggiunti prima.
L’obiettivo immediato sarebbe quello di far rinascere la Torres rientrando progressivamente dalla voragine di debiti lasciata in eredità. Solo una volta restituita dignità, si potrà pensare ad edificare. La realizzazione del sogno della cittadella sportiva potrebbe essere obiettivo a lungo termine, grande cima sassarese da tempo finita negli uffici competenti e che in molti vorrebbero raggiungere con benefici diffusi. Entrambe imprese titaniche, ma che, se concretizzate, potranno corroborare un ambiente fiaccato come non mai.
L’orgoglio della città e della sua realtà sportiva più rilevante aspettano dunque di riaccendersi. Sembra intravedersi una luce, in fondo a un tunnel dentro il quale tanti si sono persi. La grande occasione, per la Sassari calcistica, di rispondere in maniera sostanziosa e fattiva a quanto sta succedendo sull’asse Olbia-Cagliari. Valutazione, trattativa sotto traccia, risanamento e rilancio graduale con rinnovate ambizioni. Qualcosa di inedito al capo di sopra, dove si lavora per svoltare davvero.
Fabio Frongia
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