Il Cagliari esce sconfitto dal “Marcantonio Bentegodi”: la nostra analisi
Venerdì 18 novembre, vigilia di Chievo Verona-Cagliari. Massimo Rastelli parla così in conferenza stampa: “Io non voglio alibi e non ne cerco“. Passano poco più di ventiquattr’ore e i rossoblù escono a testa bassa dal Bentegodi: “Oggi non si poteva fare di più viste le assenze“. Sarebbe sufficiente questo raro esempio di coerenza per valutare il livello di lucidità che regna ad Asseminello.
Non sono bastate due settimane per riordinare le idee, il Cagliari lascia Verona con l’umore sotto i tacchi ed un bagaglio ricco di dubbi ed incertezze. Lo fa al termine di una gara priva di particolari note tecniche da ambo le parti e che ha premiato (forse) oltremodo i clivensi. Una partita che lascia in eredità una squadra spaventata dai propri problemi, ma più propensa a nasconderli che ad affrontarli e risolverli. Al Bentegodi si sono riproposti i soliti atavici dubbi che pendono sulla testa dei rossoblù da qualche mese ormai. Punti interrogativi coperti da alibi, talvolta opinabili, e il ritornello del “siamo in linea con gli obiettivi” che ha apparentemente frenato i margini di crescita di questa squadra.
Questo Cagliari non migliora, quasi non riconoscesse le proprie lacune. E’ passato più di un mese, ad esempio, da quando i rossoblù hanno raddrizzato l’ultima partita. Si giocava a San Siro e l’avversario era l’Inter. Da allora le imbarcate subite sono state archiviate alla voce “problema psicologico”. Poco importa che in questi casi Di Gennaro e compagni abbiano palesato dei limiti tattici, quasi si trovassero in una situazione non prevista né preparata. Viene da chiedersi, poi, perché una squadra ricca di giocatori esperti e protagonista di una stagione “in linea con gli obiettivi” non dovrebbe giocare a mente libera. Più probabile, invece, che la filosofia del braccino corto abbia contagiato Asseminello. Pensiero comune che traspare dalle parole dello staff e dei giocatori, soddisfatti dello stato attuale delle cose (eloquenti in tal senso le parole di Farias e Borriello) e perciò privi di particolari assilli per migliorare. Proprio come testimonia il campo.
Rastelli aveva preannunciato una prestazione convincente al Bentegodi, salvo poi essere smentito dal campo. Le diverse assenze possono rappresentare una scusante, come abbiamo sottolineato in settimana, ma non una coperta che nasconde tutti i problemi. Specialmente quando i sostituti non fanno rimpiangere i potenziali titolari. Positiva la risposta di Ceppitelli (quantomeno in fase difensiva) nel ruolo di terzino, in linea di galleggiamento sia Munari che Bittante. Stride, invece, la totale inconsistenza dei rossoblù nella metà campo clivense. E’ vero che la squadra di Maran è famosa per far giocar male gli avversari, è altrettanto vero che Farias e compagni non hanno effettuato alcun tiro in porta: non il miglior manifesto di una prestazione convincente.
Non ha pagato la scommessa di puntare sul brasiliano e Giannetti. Ma in questo caso si sa, gli assenti hanno sempre ragione. Non si può sapere come sarebbe andata con altre scelte, probabilmente il copione non sarebbe cambiato. E’ bastata un’uscita avventata di Bruno Alves per compromettere una gara incanalata verso lo 0-0. Da lì in poi il Cagliari ha cercato di giocare, ma senza un briciolo di raziocinio né con una manovra organizzata. Completamente latitanti gli schemi. Viene da chiedersi, dunque, da dove derivasse tanta sicurezza alla vigilia.
Ancor più stonate – se possibile – le dichiarazioni rilasciate dal tecnico pochi minuti dopo la fine della gara: “non abbiamo mai rinunciato a giocare“. Ennesima dimostrazione di come non si vogliano vedere – e di conseguenza curare – i problemi, ma si preferisca vivacchiare con qualche gioia sporadica. E allora vivacchiamo, ma con una convinzione: questo Cagliari potrebbe fare di più? Certamente si.
Stefano Sulis
Salve Cesare, i suoi commenti sono stati approvati e sono visibili. Non avendo commentato tramite Facebook ma tramite registrazione al sito appaiono sotto quelli dei social network. Non è nostra abitudine cancellare o nascondere insulti gratuiti, figuriamoci opinioni espresse in modo civile come le sue. A presto e grazie perché ci leggi.
Cara redazione mi piacerebbe conoscere per quale motivo, a distanza di 24 ore, il mio commento non sia stato pubblicato … Credo di aver espresso in modo civile ed educato il mio punto di vista senza offendere alcuni. Dunque se penso che ci sia in atto una bella campagna destabilizzante verso il Cagliari Calcio e il suo allenatore probabilmente non sbaglio. Perché altrimenti pubblicare solo commenti che condividono quella che oramai è una precisa linea editoriale di questa testata ?
Analisi sulla quale, anche se in solitudine, permettetemi di dissentire. E’ fuori dubbio che il Cagliari non stia giocando bene ma nessuno si è soffermato sul percorso fin qui realizzato. Ricordo partite come quelle con il Genoa dove, sull’ uno a zero, se la palla di Giannetti entra anziché stamparsi sul palo la partita sarebbe finita diversamente. O ancora partite come quella con il Bologna dove certamente non meritavamo di perdere.
Una grande campagna acquisti che ha visto arrivare un ottimo Isla completamente fuori forma (e forse ancora stanco) solo a preparazione ultimata. Idem per Tachsidis. Nessuno ricorda che, seppur ad una rosa forte ed ampia, mancavano all’inizio del campionato Beretta, Joao, Farias, Melchiorri. A corrente alternata hanno avuto problemi anche Ceppitelli e Capuano e da lì in poi è stato un calvario. Forse qualcuno ha da imputare anche questo a Rastelli ? Qualcuno ha messo in fila gli assenti di domenica ? Cosa volevate che dicesse Rastelli in conferenza stampa … che si rischiava di perdere a causa degli assenti ? Sarebbe stato un bell’esercizio di coerenza ma non sarebbe stato troppo motivante per i presenti. Ciò detto possiamo anche concordare che lasciare fuori Borriello e Sau non abbia pagato ma con il senno di poi … Perché non proviamo ad incoraggiare e dare fiducia a tutto l’ambiente anziché fare continuamente esercizio di critica a prescindere ? Forse, dico forse, Rastelli paga il fatto di non essere uno “simpatico” ma a me, e credo anche a lui, stanno a cuore la sorte del Cagliari e credo che i numeri sin qui siano ancora dalla sua parte. Come lo erano l’anno scorso dove nonostante un campionato che ricorderemo a lungo le critiche sono state troppo spesso superiori ai meritati riconoscimenti.