Sivakov: “Mi manca Cagliari, se tornassi non fallirei”

Il centrocampista bielorusso ripercorre la sua esperienza in rossoblù

Mikhail Sivakov

Mikhail Sivakov

L’esperienza a Cagliari, vissuta nelle vesti di comprimario, Mikhail Sivakov non l’ha ancora digerita. Una meteora, arrivato dalla Bielorussia con un bagaglio ricco di speranze ma ripartito con un carico di rimpianti e appena tre presenze in rossoblù. “Se potessi, tornerei in Italia a piedi ha rivelato il centrocampista a Gianluca Di Marzio.com – e stavolta non fallirei. Mi sono innamorato dell’Italia e quando ci penso mi sento triste. Non c’era una cosa che non mi piacesse, poi mi manca il calcio italiano e il calore delle sue tifoserie. Tutti gli anni quando sono in ferie vado a Cagliari che mi è rimasta nel cuore”.




Sivakov, attualmente in forza al Zorja Luhans’k, terza in classifica nel campionato ucraino, ripercorre la sua esperienza in Sardegna: “Non rimpiango nulla, la Serie A era il mio grande sogno e quando il Cagliari si fece avanti non ci pensai su due volte. Il primo anno fu molto dura, ero giovane e avevo problemi con la lingua. Non riuscivo a comunicare neanche per le cose fondamentali, figuriamoci per richieste tattiche di Allegri. Adesso che capisco meglio la lingua andrebbe diversamente”.

Nonostante ciò, Sivakov riuscì a tessere un buon rapporto con l’attuale tecnico della Juventus: “Mi ha dato tanti consigli e abbiamo avuto un ottimo rapporto.  Dopo pochi allenamenti capii che si trattava di un allenatore che in futuro avrebbe allenato un top club. Nello spogliatoio, poi, i compagni con cui ho legato di più e con cui sono rimasto in contatto sono stati Federico Marchetti e Radja Nainngolan.”

Arrivò a Cagliari con un curriculum che contava, nonostante la giovane età, alcune presenze in Champions League. Inevitabili, dunque, le aspettative nei suoi confronti. Come mai, però, non riuscì a sfondare? “A questa domanda non ho ancora trovato risposta. Davo sempre il massimo in allenamento ma non ero mai tra i titolari. Devo ammettere che in quel momento avevo davanti compagni più forti di me come Conti, Nainggolan, Biondini e Lazzari. In quegli anni erano al top della loro carriera”.

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