Dinamo e Cagliari in crisi, Pasquini e Rastelli nemici numero uno delle piazze.
Federico Pasquini e Massimo Rastelli, un filo rosso sembra unire in questo particolare momento storico l’allenatore (e general manager) della Dinamo Sassari e il tecnico del Cagliari. Le due principali realtà sportive della Sardegna, infatti, sono alle prese con crisi tecnica ed ambientale, sfiducia e malcontento dei tifosi, precarietà di chi oggi siede sulle due panchine. Troppi i tratti comuni per non costruire un parallelo tra due personaggi ai quali sono legate fasi felici, ma che mai come ora appaiono vicini all’epilogo della loro avventura nell’Isola.
Sì perché Rastelli si gioca tutto giovedì contro il Sassuolo, Pasquini è stato a più riprese confermato dal presidente Sardara, ma le ultime due sconfitte hanno minato l’atmosfera e ora tutto è possibile. Intanto entrambe le squadre hanno scelto il ritiro per provare a compattare il tutto, ci riusciranno?
La gente, sia per Rastelli che per Pasquini, ha deciso: “basta, occorre cambiare aria”, è il commento pressoché unanime delle piazze. Diverse, quella rossoblù e l’altra biancoblù, per dimensioni e tradizioni, passione e obiettivi sportivi (ma non solo). Il gioco che latita, però, accomuna il Cagliari sul prato verde e la Dinamo sul parquet. Squadre prive di identità e affidate ai singoli, in continuo mutamento, perennemente sulle montagne russe di un rendimento che non può soddisfare, che non porta risultati e avvelena platee esigenti.
La marcia di Rastelli, dall’inizio del 2016, è stata contrassegnata da difficoltà ripetute, talvolta accentuate e in alcuni frangenti messe a tacere da qualche vittoria sporadica, utile per gettare la polvere sotto il tappeto. Quella di Pasquini, prima traghettatore a sorpresa dopo i fallimenti Sacchetti e Calvani poi scelta sui generis per affrontare la nuova annata, non è mai decollata: il coach e general manager sembra avere esaurito il suo credito, nonostante le speranze fossero elevate circa un risveglio guidato da chi “conosce i giocatori e ha costruito questa squadra”.
Proprio il doppio ruolo di Pasquini fa sorgere probabilmente una impasse difficile da superare per il presidente Stefano Sardara, il quale in questo momento di crisi ha sostanzialmente scelto il silenzio. Difficile interpretare tale segnale, ancor di più pensare a cosa potrebbe accadere in caso di addio al Pasquini allenatore: sarebbe automatico il divorzio anche dal general manager dell’epoca d’oro? Chi arriverebbe al suo posto? Quali ripercussioni sul progetto Dinamo 2020 senza un suo perno fondamentale, in un momento dove non tira aria di rilanci ambiziosi?
Tante perplessità. Proprio come in casa cagliaritana, dove i dubbi amletici abbondano: è giusto allontanare un Rastelli che ha vinto la Serie B e veleggia distanza di sicurezza dalla retrocessione? E se l’eventuale sostituto tra un paio di mesi dovesse avere un ruolino peggiore, quanto impiegherebbero ad arrivare i paragoni critici verso la scelta? Meglio cambiare un allenatore o rivoluzionare la squadra? Quanto si può (ed è opportuno) spendere in questo periodo?
Domande simili ai due capi della Sardegna, presidenti combattuti, squadre e staff in balia della confusione. In attesa di capire se i ritiri saranno stati proficui, rimangono le sconfitte e le brutte prestazioni sul campo. Per quanto ancora sostenibili?
Fabio Frongia