Il rendimento del rossoblù è costante e redditizio
Aveva abituato a stagioni vissute a singhiozzo, con qualche stop di troppo per infortunio muscolare e passaggi a vuoto che sembravano dover strozzare la sua ascesa. A quasi trent’anni (è un classe 1987), Marco Sau è nel pieno della maturità agonistica, e nella stagione in corso può sicuramente essere annoverato tra i migliori in assoluto nelle fila del Cagliari.
Due sole partite saltate (in casa della Lazio e del Chievo), sempre titolare nelle altre 17 di Serie A (4 gol e 3 assist), così come in quella del debutto in Coppa Italia, firmando una delle cinque reti alla Spal. Le altre quattro, in quell’occasione, le firmò Marco Borriello, con il quale l’intesa è nata subito, inattesa, prorompente e propizia per le sorti rossoblù.
Se negli anni passati, dopo l’agognato ritorno in Sardegna che seguì le magie di Foggia e Castellammare di Stabia, Sau è stato al centro di osanna ma anche di critiche da parte di tifosi e addetti ai lavori, in questo momento il barbaricino rappresenta una delle certezze, che non ha mai deluso, dando anzi un grande apporto in termini di qualità e quantità.
Sì, perché non era automatico sospettare la grande corsa all’indietro di Sau, spesso costretto (e disponibile a farlo) a ripiegare sul centrocampo, spostarsi sulla fascia, tamponare e ripartire da lontano, sacrificando (forse troppo) la lucidità negli ultimi 20 metri e quindi la produttività in termini di realizzazioni. Sicuramente ha però aumentato il materiale nel suo già ricco bagaglio, completandosi a meraviglia con Borriello, sposandosi bene anche con gli altri calciatori del reparto avanzato: da Farias a Joao Pedro, passando per Melchiorri e Giannetti, come già visto in Serie B.
“Per me vale i grandi ‘piccoli’ del calcio italiano”, ha sempre detto il ds Capozucca su di lui, paragonandolo ai vari Di Natale, Di Vaio, Rossi e compagnia. Ma gli endorsement si sono sempre sprecati, giustamente. Ad oggi, a Sau sembra mancare il classico centesimo per fare la lira, ovvero quei piccoli, decisivi passi per fare il salto di qualità definitivo, diventando uno dei grandi dell’attualità nel pallone. Difficile dire se sia ancora in tempo, anche se non mancano giocatori che hanno conosciuto l’età aurea dai trent’anni in su, ma poco cambierà sul giudizio. Sau resta una perla sarda di poche parole ed enorme talento, probabilmente eccessivamente ombroso per poter spaccare più di quanto non abbia già fatto, e i tifosi del Cagliari sicuramente se lo godono e lo apprezzano, sperando che gli standard di questa stagione vengano mantenuti e resi normalità per l’ultima fase di carriera.
A ennesima riprova delle sconfinate qualità di Sau, il dato che emerge dal girone d’andata della Serie A. Sau è infatti al primo posto assoluto per precisione dei suoi tentativi, con il 65% dei tentativi nello specchio della porta. Dietro di lui ci sono il milanista Lapadula e il sampdoriano Schick (61.54%), quindi Perica dell’Udinese (61.11%), Gabbiadini del Napoli (60.87%). Completano la Top 10 Bernardeschi (Fiorentina), Trotta (Crotone), Milik (Napoli) con 58.82%, quindi Pjanic (Juventus) con 57.69% e l’altro cagliaritano, Davide Di Gennaro, a quota 57.14%.
Fabio Frongia