Uno degli aspetti che in questo primo scorcio di 2017 è risultato penalizzante per il Cagliari ha riguardato la qualità del gioco. Le quattro gare contro Milan, Roma, Atalanta e Juventus che hanno palesato il deficit rossoblù. Bologna e Genoa, al Sant’Elia, furono invece messe sotto, anche se i liguri nel primo tempo ebbero varie opportunità per passare avanti e legittimare la vittoria.
Non capita raramente, però, che la manovra rossoblù si inceppi in fase iniziale – un problema che, dunque, riguarda attacco (e affini) ma non solo, anche i difensori – soprattutto in questo periodo dove sono mancati quegli elementi (Joao Pedro e Farias in particolare) capaci di cambiare passo e dare qualcosa in più a livello tecnico negli ultimi trenta metri. Il varo del 4-4-2 – e varianti annesse, comunque senza trequartista, con centrocampo muscolare -, ha permesso di proteggere la difesa evitando di peggiorare il già negativo dato dei gol subiti, ma di fatto ha tarpato quella che rimane l’arma principale del Cagliari: l’attacco.
Contro la Juventus, il gruppo rossoblù ha fornito risposte apprezzabili per dedizione e quantità, onorando l’impegno e vincendo tanti duelli sulle ali dell’entusiasmo. Nel positivo primo tempo, però, Buffon non ha dovuto sporcare i guanti, e i tiri in porta della ripresa non sono arrivati da canoniche azioni offensive (Pisacane, Isla, Bruno Alves). Un film già visto nelle precedenti due trasferte, mentre in casa del Milan si erano visti perlomeno sprazzi di proposta di gioco di rimessa.
Il Cagliari, oggi, ha bisogno di aumentare il tasso tecnico dell’undici che affronta la partita, pena l’incapacità di fare male a chi ha davanti. Con due trasferte consecutive all’orizzonte, non sarebbe accettabile fare scena muta come in passato, e l’ha rimarcato più volte il presidente Giulini nel post-Juventus: “Ora bisogna andare lontano dal Sant’Elia con lo stesso spirito gagliardo, ottenendo punti importanti in chiave salvezza”.
Al di là del bottino in una classifica ormai con poco da dire, la necessità è quella di vedere calcio a tinte rossoblù di una accettabile caratura. Tocchi sbagliati, errori grossolani, lanci fuori misura e via dicendo non si contano, in un’impalcatura tattica deficitaria non da oggi, e non da questa stagione. La forza di avversari fuori portata può bastare ad assolvere le mancanze? Forse sì, ma da una squadra con giocatori di ottimo livello è lecito attendersi di più, a maggior ragione senza pressioni. Il rientro di elementi portanti aiuterà Rastelli, togliendo incombenze di costruzione e rifinitura a quegli altri (i Dessena, i Padoin, i Barella e i Tachtsidis) che potranno pensare a fornire il necessario fosforo. Prossima fermata Sampdoria, contro una squadra che gioca e fa giocare, dando una potenziale chance in più al Cagliari affamato di gloria corsara.
Fabio Frongia