La società rossoblù lavora per il futuro: ecco la storia del giovane in prova
Potrebbe esserci una primizia, a livello di nazionalità di un calciatore, nel Cagliari del futuro prossimo. La società del presidente Tommaso Giulini, infatti, sta valutando il tesseramento del giovane (classe 1998, nato l’11 settembre) attaccante nordcoreano Han Kwang Song, già nazionale giovanile del suo paese e in questi giorni in prova ad Asseminello per capire se possa fare al caso rossoblù.
Attaccante classico, che può ricoprire un po’ tutti i ruoli della prima linea, sembrerebbe aver destato ottime impressioni tra i tecnici che lo hanno visto all’opera nel centro sportivo isolano. L’intenzione di mettere nero su bianco potrebbe presto essere concretizzata, anche se bisogna capire quanto potrà essere esoso l’investimento richiesto, dato che – come vediamo di seguito – la sua storia non parla di un autentico carneade per gli addetti ai lavori.
Alto 177 centimetri per 70 kg, lo descrivono come in possesso di ottimi fondamentali (tecnica, dribbling e capacità di reggere il confronto fisico), in Corea del Nord è da sempre una sorta di ragazzo prodigio. Intenzioni chiare da subito (“Voglio a tutti i costi diventare un calciatore famoso nel mio paese”, disse), nel 2010, a soli 12 anni, fu protagonista con l’Under 15 alla Coppa EstAsiatica EAFF Under15.
Notevole potenza nelle gambe, utile in campo aperto e nell’elevazione per colpire di testa, come tutti i nordcoreani ha un mito facile da indovinare: “Il signor Pak (Pak Do-Ik, colui che punì l’Italia al Mondiale inglese del 1966 ndr) è il mio idolo – diceva in una intervista di qualche tempo fa – E’ stato uno dei migliori giocatori del mio paese. Vorrei tanto emularlo, giocare per la Nazionale maggiore e aiutarla a partecipare ad un Mondiale”.
Han Kwang Song è uno dei 31 ragazzi che qualche anno fa furono mandati in Spagna (alla Fundaciòn Marcet, in orbita Espanyol) e in Italia (Italian Soccer Management di Perugia): qualcosa di non banale, vista la nota chiusura verso l’esterno imposta da Pyongyang, dove però da anni esiste la ambiziosa Scuola Internazionale di Calcio. Una politica lungimirante, se si pensa che diversi giovanissimi (tra questi Han Kwang Song) stanno venendo fuori, attirando le attenzioni del calcio europeo, e decidendo tornei di prestigio. La AFC U16 Championship, vinta contro la Sud Corea, è un recente esempio, con capitan Han Kwang Song che segnò 2 reti nelle qualificazioni e 4 nella fase finale (solo uno in meno di Lee Seung-Woo, sudcoreano del Barcellona, soprannominato il Messi coreano).
Il quotidiano inglese “The Guardian” lo aveva inserito tra i 50 migliori Under 18 del Mondo. In Spagna ha militato nella formazione del Centro Europeo de Tecnofútbol, segnando s8 gol in 9 partite con la Cadetti e 12 partite e 3 reti con la prima squadra (Primera División Catalana, la divisione dilettantistica di riferimento della Regione Catalana). Una realtà, questa catalana, che funge da serbatoio per le cantere dei due club di Barcellona. Oltre ad Han, sono 5 i nordcoreani inviati in Europa e già titolari della Nazionale: Choe Song Hyok (attaccante di movimento, partner ideale di Han), il trequartista col vizio del gol Jong Chang-Bom, i difensori Kim Ye-Bon, Kim Wi-Song e Choe Jin-Nam.
Fabio Frongia