Cagliari, Rastelli: “Le critiche non mi condizionano”

Intervista extra-calcio per l’allenatore rossoblù

Massimo Rastelli (FOTO: Gianluca Zuddas)

Massimo Rastelli (FOTO: Gianluca Zuddas)

Massimo Rastelli lo ripete come un mantra: “Il bilancio è positivo, totalmente, tra risultati e crescita professionale in una delle piazze più prestigiose d’Italia, quale è Cagliari“. Di cui ama tutto, “dall’ospitalità al cibo, la qualità della vita è altissima”, spiega il tecnico campano in un’intervista a L’Unione Sarda.




Tanti momenti da cerchiare con la penna rossa, uno bellissimo (“La promozione in Serie A, a Bari”) e altri di cui non parla ma assicura che “nel nostro mestiere aiutano”. Rastelli viaggia sereno, non perde il sorriso e fa buon viso a cattivo gioco, perché chi lo conosce bene e lo frequenta sa che le tante critiche, anche feroci, hanno fatto male sia a lui che allo staff e alla famiglia: “Ho ricevuto un’accoglienza straordinaria – dice – a Cagliari lo stress si stempera facilmente, qui ho stima, affetto, sincerità e rispetto, posso piacere o meno come allenatore ma il rispetto all’uomo non viene meno, quando dai tutto te stesso capisci che c’è chi ti apprezza”.

Nell’intervista a cuore aperto rilasciata al quotidiano di Santa Gilla c’è tanto spazio per l’extra-calcio: “Esco poco, quando non lavoro, il calcio condiziona tutto, umori e voglia di evadere, quando torno da Assemini studio e mi aggiorno. Colazione e cena sono sacri con la famiglia – spiega – da ragazzo seguivo mio padre che faceva il frigorista, poi il pallone ha avuto la meglio, non mi sono mai abbattuto di fronte alle difficoltà”.

Rastelli mette al bando gli alibi e impone (si impone) “rispetto dei calciatori, autostima e obiettivi da inseguire”, perché “un allenatore deve essere completo e lavorare a 360 gradi sui giocatori, che hanno esigenze e fragilità varie. Sei allenatore ma anche padre comprensivo, la squadra è figlia del tuo carattere, ma non sempre dalla panchina riesci a incidere e allora arrivano le batoste”.

Prima della gara cosa si prova? “Appetito zero, come quando giocavo, ma lo stress fa parte del rito domenicale. Cosa mangio? Impazzisco per le seadas, amo la bottarga, non i ricci, con mia moglie corriamo al Poetto e proviamo sensazioni straordinarie”. Che magari aiutano a sopportare le critiche: “Cerco di non farmele pesare, non devono condizionare le mie scelte, io devo dimostrare chi è Massimo Rastelli, con i suoi pregi e difetti”. La chiusura è per un sogno ormai ripetuto a ritornello: “Sedermi sulla panchina del Cagliari nel nuovo stadio, quello è il mio progetto”.




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