Puniti i tifosi tesserati, che pagano colpe di altri
Cosa c’è di peggio di un branco di vandali che devastano la stazione di una città? Tutta la tarantella che ne segue, tra analisi sociali dell’ultim’ora, frasi di circostanza trite e ritrite e solita retorica tanto scenica quanto vuota di contenuti. Un tran tran mediatico che dopo i fatti di Sassari e l’interessantissima amichevole (sì, pare ci sia stata anche una partita) tra Cagliari e Sorso non è ovviamente mancato. Con perla finale del questore di Palermo, il quale, preso da un improvviso senso della giustizia, ha deciso di punire i più innocenti di tutti, gli stessi tesserati di cui non fanno fieramente parte (e lo ribadiscono ogni partita) chi domenica invadeva Via Padre Zirano e in trasferta non ci va più da anni.
Una decisione, quella di vietare ai tifosi sardi la trasferta siciliana (notoriamente comoda, tra l’altro), totalmente priva di senso e figlia di fretta e superficialità, in perfetta scia con la malsana abitudine di correre a fare la scelta giusta, senza farla puntualmente mai. Il trionfo dell’ipocrisia, in parole povere. L’ennesimo fallimento della tessera del tifoso, che dovrebbe garantire la verifica aprioristica dei requisiti necessari per l’accesso ai settori ospiti di tutta Italia, e invece continua a rappresentare esclusivamente un ostacolo burocratico in più per famiglie e appassionati. Un mondo alla rovescia dove anche l’altro questore, Gagliardi di Cagliari, prima si è detto sorpreso di non essere stato avvisato dai violenti del loro arrivo, “Scontri imprevedibili, un blitz organizzato nel massimo del silenzio”, poi ha pensato che, però, “Anche i tifosi torresini potrebbero aver provocato“, gettando così ulteriore benzina su un fuoco già disgustosamente scoppiettante.
A onor del vero, è notizia fresca l’identificazione di circa 70 persone presenti a Sassari per i quali è previsto il sacrosanto DASPO. Precedenti esperienze insegnano, tuttavia, quanto non sia sufficiente neanche l’utilizzo massiccio di questa misura per fermare il fenomeno della violenza ultras, ancora troppo influenti dentro e fuori i cancelli dello stadio.
Nel frattempo, nonostante di Tommaso Giulini rimangano solo poche parole di condanna troppo deboli per essere considerate significative, sarebbe ora si tornasse a parlare di calcio, quello giocato. Senza i tesserati, ovviamente, loro è giusto stiano a casa a pagare colpe di altri, con tanti complimenti al questore di Palermo.
Oliviero Addis