Cagliari e maglie celebrative: bellissime, ma erano necessarie?

Analisi sulla iniziativa delle maglie celebrative a 47 anni dallo Scudetto del Cagliari

Le maglie celebrative che il Cagliari userà contro il Torino

Le maglie celebrative che il Cagliari userà contro il Torino

Cagliari-Torino, una partita senza stimoli di classifica nel campionato di Serie A, ma che ha ricevuto in dote un paio di ingredienti aggiuntivi buoni per intensificare l’attesa. Oltre all’aspetto legato alle restrizioni inerenti l’accesso al “Sant’Elia” per decisione delle autorità competenti, ci sarà anche la maglia celebrativa dello Scudetto (il 47esimo anniversario cadrà mercoledì prossimo, 12 aprile) che il Cagliari indosserà. Annunciata da mesi, l’idea ha subito riscosso inevitabile ed enorme successo presso la tifoseria. La maglia è bellissima, riprodotta più che perfettamente, e il ricordo dell’impresa rimane lucidissimo e dolcissimo.

Il tema delle maglie, sia quando si parla delle novità di stagione sia quando si è davanti alle celebrazioni, stuzzica tanto tifosi, addetti ai lavori e appassionati del genere, più o meno patiti. E allora il tuffo amarcord a tinte rossoblù permette di fare qualche riflessione sui pro e i contro dell’iniziativa presa in via Mameli.




I “PRO” – Non si può non rilevare come la maglia realizzata dallo sponsor tecnico Macron sia pressoché perfetta nel parallelo con quella indossata da Riva, Albertosi e gli altri bucanieri di Scopigno. Sia quella bianca che quella rossa del portiere – in occasioni di questo tipo spesso si banalizza la divisa dell’estremo difensore, a volte nemmeno la si riproduce – sono fedeli a quelle di 47 anni fa. Da vedere se il font dei numeri manterrà tale fedeltà, ma sono dettagli. Pregevole la scelta dei vari sponsor di farsi da parte, lasciando intonsa la maglia, anche se è più facile farlo una tantum, meno quando si decide di adottare una maglia celebrativa per tutta la stagione. Tutti aspetti che hanno permesso di raccogliere ampi consensi nei siti specializzati.

I “CONTRO” – Tralasciando il prezzo non modico, che spesso in questi casi viene scelto puntando ad un pubblico meno vasto e fatto di collezionisti puri, per quanto riguarda gli aspetti negativi (o meglio le perplessità), da sottolineare come la maglia fu presentata in occasione di Cagliari-Juventus (quando ci fu la premiazione di Gigi Riva con il Collare d’Oro del CONI). Difficile capire l’utilità di lanciare l’idea mesi prima, in modo collaterale e con evidenza minima. Non sarebbe stato male, per esempio, consegnarla a Rombo di Tuono nell’ambito del toccante momento vissuto sul prato del Sant’Elia. Il Cagliari, inoltre, vara le bellissime maglie celebrative nel 2017, ovvero a 47 anni dallo Scudetto del 1970. Non, dunque, un anniversario “a cifra tonda”, come sarà il centenario da festeggiare (si spera) nel nuovo stadio. Un qualcosa che spoglia il tutto di connotati prettamente storici, e lo trasforma in mera operazione di marketing, seppur molto apprezzabile ed apprezzata.

COSA FARE NEL CENTENARIO? – Di solito si riproduce la maglia utilizzata alla nascita del club, quindi 100 anni prima, ma è innegabile che nel caso del Cagliari la maglia dello Scudetto rappresenti un’icona che tutto pervade in fatto di simbolismo. Ecco, dunque, che questa era sicuramente una delle papabili per la stagione 2019/2020 (a maggio 2020 si celebra il centenario), visto che oltre ai 100 anni di vita ricorreranno anche i 50 dallo Scudetto. Di fatto, doppia celebrazione “a cifra tonda”, momenti dove davvero bisognerà tirare fuori il meglio per onorare la memoria rossoblù. In qualche modo Cagliari e Macron si sono bruciati oggi l’opzione più scontata. Riproporla nel 2020 non sarebbe originale, e chissà che il cantiere non proponga un qualcosa di stupefacente. Ma come? Magari, perché no?, ricordando le maglie (meglio: i camici) bianche inventate dal dottor Fichera all’esordio assoluto. Oppure il colore nerazzurro che per un breve periodo ha fatto capolino nella storia del club, come racconta nei dettagli Mario Fadda nel suo libro “La vera storia della maglia del Cagliari”. O, ancora, il rossoblù a strisce. Sulla storia della maglia del Cagliari c’è ancora tanta ombra, a cominciare dalle stesse fonti ufficiali che fanno confusione tra le varie divise adottate. Ma c’è sempre tempo per rimediare e inventare qualcosa di nuovo, che potrà piacere tanto, proprio come le maglie che domenica impreziosiranno un inutile Cagliari-Torino di primavera inoltrata.

COME SARANNO LE DUE MAGLIE? – La divisa dei giocatori in movimento sarà prevalentemente bianca con scollo “a vu” e bordi di collo e maniche in rosso e blu. Presente anche il “cordino” (di colore blu) che l’atleta potrà gestire a seconda delle sue esigenze. Sulla maglia è presente anche lo stemma del Cagliari dell’epoca, i quattro mori. La maglia del portiere è interamente rossa, con il collo dal design simile e profilo blu.

Fabio Frongia




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