Cagliari, Giulini e quella caduta di stile

Il patron rossoblù ha esultato attraverso Twitter per la salvezza del Cagliari lasciandosi andare ad un messaggio poco consono al suo ruolo

Tommaso Giulini

Tommaso Giulini, presidente del Cagliari dal 2014

Salvezza con quattro giornate d’anticipo. Alla faccia di chi chiacchiera e chi mugugna… Avanti tutta a testa alta!”. E’ con questo tweet che il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, ha voluto celebrare la salvezza matematica della squadra guidata in panchina da Massimo Rastelli. Permanenza in Serie A – va ricordato meritoriamente per il tecnico campano e i suoi bucanieri -, mai in bilico, ma accompagnata costantemente dalle critiche di una (nutrita) parte della piazza rossoblù. Gli argomenti di discussione non sono mai mancati, come avviene sin dall’inizio dell’era Giulini, e così dopo l’1-0 al Pescara il patron ha utilizzato il social dei 140 caratteri per (provare a) eliminare virtualmente qualche sassolino dalla scarpa.




Un messaggio, quello pubblicato nella tarda serata di domenica, che ha mostrato – ove ce ne fosse bisogno – i nervi scoperti di Giulini, il fastidio che da sempre alberga di fronte alle critiche, l’incapacità di saperle gestire con uno stile più appropriato al ruolo che il milanese ricopre. Probabilmente la brevità imposta da Twitter penalizzava l’esaustività del messaggio rivendicante, ma quell'”alla faccia di…” lascia poco spazio alle interpretazioni, e di certo non rappresenta un messaggio degno di un presidente che dovrebbe impersonare tutti i suoi tifosi. Da chi lo elogia a chi talvolta mugugna ed esprime dissenso, con lo stesso diritto di chi incensa. Unico vincolo da mantenere tassativamente, il rispetto della civiltà.

Il tono di quel messaggio, invece, indica poca serenità nell’assorbire le obiezioni, ma non solo. Denota l’incapacità di fare un passo avanti (e sopra) il chiasso della folla, il chiacchiericcio dei social, il turbinio di voci dove tanti (tifosi, appassionati, giornalisti, addetti ai lavori vari) millantano, insultano o sguainano le scimitarre per sposare le mille fazioni in campo. Un tweet non da presidente, ma tipico di chi, riflettendo poco, aggiunge veleno ad un ambiente già abbastanza sporco. Cosa, quest’ultima, che sicuramente sorprende, alla luce di una salvezza arrivata con largo anticipo a ruota di una promozione in Serie A. Ma questo è un discorso vecchio, e non resta che interrogarsi su quanto si possa rimediare, o se invece sia necessario voltare ancora una volta pagina.

Non è un discorso vecchio (tutt’altro) quello che riguarda il futuro dell’allenatore, Rastelli, uno dei punti caldi della tensione di cui sopra, che sta pervadendo un po’ tutto e tutti. Un allenatore sotto contratto, tenuto a bagno maria non si sa ancora per quanto. Sì, perché quella rivendicazione domenicale poteva anche essere frutto dell’intenzione di fare quadrato attorno a Rastelli, visto il tenore del dibattito inerente l’operato dell’uomo di Torre del Greco. Ma – ammesso che quello fosse l’intento -, per appoggiare, sostenere e rinforzare un allenatore esistono altri modi, più significativi ed efficaci, e nulla più di una salvezza matematica colta in casa poteva rappresentare occasione ideale per la fumata bianca, che non è (ancora?) arrivata. Esistono i rinnovi contrattuali, le dichiarazioni senza timore di smentita, convinte e forti, per zittire o sottoporsi al dibattito in modo trasparente, senza spazio per il sottobosco. Di sicuro, al di là dell’efficacia di questa o quella sortita mediatica, le prese di posizioni ferme di un presidente (sul mister come su altri temi tuttora in ballo) rappresenterebbero la contromisura più appropriata al subbuglio che riguarda i tifosi privi del suo potere decisionale.

Stefano Sulis

Commenti Facebook


Facebook
Facebook
Twitter
Visit Us
Follow
Google+
YouTube
Instagram

Lascia un commento