Fabio Aru, tra presente di transizione e futuro arabo

Le ultime sul futuro di Fabio Aru, tra una Vuelta 2017 alle porte e il 2018 con cambio di maglia

Fabio Aru in conferenza stampa (Photo LaPresse/Fabio Ferrari)

Fabio Aru in conferenza stampa (Photo LaPresse/Fabio Ferrari)

E’ finito il ciclo di Fabio Aru all’Astana, la squadra kazaka che lo ha lanciato nel grande ciclismo, ma che all’ultimo Tour de France lo ha anche penalizzato togliendogli (non solo a causa delle sfortunate cadute di Cataldo e Fuglsang) il sostegno necessario per difendere e conquistare definitivamente la Maglia Gialla. Per il campione di Villacidro, 27 anni e reduce dall’ottimo quinto posto al Tour de France 2017, ora è tempo di scegliere la nuova maglia per il futuro. Tante le proposte, tutte allettanti, l’obiettivo è guadagnare denaro ma anche un gruppo in grado di supportare per davvero le sue ambizioni.



Sarà possibile firmare pre-contratti dal 1° agosto, ma le voci e le trattative vanno avanti ormai da settimane. Prima la Trek, poi la Sky, ora la UAE Emirates appare la destinazione più probabile per Aru, che saluterà l’Astana così come Martinelli e Mazzoleni, suoi ds e preparatore atletico, uomini ombra nel primo scorcio della sua carriera di ciclista d’alto livello.

A tracciare un dettagliato profilo della situazione è il Corriere della Sera, che parla di voci di mercato e proiezioni su ingaggi e idee della UAE Emirates, che dovrebbe puntare su un quadro tecnico italiano, con ovviamente risorse dal Medio Oriente. Secondo il quotidiano milanese, in un articolo a firma di Marco Bonarrigo, il valore d’ingaggio di Aru è valutato dal mercato tra 1,6 e 1,8 milioni a stagione. Sul mercato, Aru varrebbe meno di testimonial pesanti come i vari Contador, Cancellara o Sagan, e di un corridore come Nibali, più anziano ma più avvezzo alle Classiche, oltre che in possesso di un curriculum più prezioso viste le vittorie conseguite in carriera dal siciliano.

Sempre secondo il Corsera, Aru chiederebbe un ingaggio di 3 milioni (più i premi), e la UAE avrebbe deciso di accontentarlo, nonostante un iniziale perplessità. Aru non avrebbe chiesto corridori al suo fianco, bensì l’addetto stampa Cavazzuti, il massaggiatore Valente e il compagno Tiralongo, “che assumerà (queste le richieste avanzate in trattativa) – si legge sul Corsera – un ruolo di «mentore sul campo»”. Ancora incerto se Aru, come fatto da altri colleghi che hanno cambiato maglia di recente, porrà come vincolo l’ingaggio di un allenatore in particolare, o se si affiderà ai tecnici della UAE Emirates.



Intanto Maurizio Mazzoleni, capo dei coach Astana, parla così: «Io sono e resto — spiega Maurizio Mazzoleni — il capo coach di Astana fino a tutto il 2018. Quella di identificarmi come il mentore di Fabio è stata un po’ una forzatura dei giornali, anche se per anni siamo stati vicinissimi. Lui con me non ha mai affrontato l’argomento del cambio di squadra. I nostri rapporti sono buoni e qualunque decisione prenda o abbia preso gli auguro buona fortuna». Di sicuro c’è che Aru correrà la Vuelta con la maglia della Astana, ma di fatto con una nuova maglia addosso. Dividerà i gradi di capitano con Fuglsang, sfiderà Nibali e Froome (tra gli altri), guarderà già ad un 2018 pieno di novità.

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