Il patron dei rossoblù lamenta le condizioni del Comunale
Le condizioni dello Stadio Comunale di Castelsardo hanno fatto alzare la voce al presidente della società rossoblù, Andrea Prato. La squadra, militante nel Girone B della Promozione lancia il suo grido di protesta attraverso la voce del suo patron: “Lo stadio crolla a pezzi., ma questa non è una novità. I fatti occorsi nelle ultime ore gettano un’ombra cupa sul futuro dello stadio e dello sport nella nostra città”.
“Fino ad ora – prosegue Prato – la società sportiva ha anticipato le ingenti spese che competono al Comune per rendere lo stadio utilizzabile, e ha sopportato a fatica il disinteresse del Sindaco Cuccureddu, nella speranza che gli assessori competenti riuscissero a fargli cambiare idea. Il tutto avviene in un campionato dove combattiamo in modo impari contro le nostre avversarie che ricevono dalle loro amministrazioni comunali soldi e impianti efficienti. I fatti recenti però non lasciano scampo: filtra acqua dalle tribune che non tarderanno a venire giù, come è appena avvenuto al solaio dei servizi igienici adibiti al pubblico che è crollato in settimana. Si pensi solo a cosa sarebbe successo se il crollo fosse avvenuto durante una gara domenicale con persone al suo interno. Sentita informalmente l’amministrazione, abbiamo appreso con stupore che tra le ragioni che spingerebbero il primo cittadino a non assumersi le proprie responsabilità vi sia quella secondo la quale egli vorrebbe trasformare uno degli stadi più belli della provincia di Sassari in un cimitero. Increduli abbiamo verificato se tale voce fosse una “fake news” ma ci è stato confermato che si tratta di una idea sulla quale starebbe lavorando in totale segretezza il sindaco, tenendo all’oscuro la sua stessa maggioranza.
Alla luce dei suddetti avvenimenti la società Usd Castelsardo comunica che, già a partire dalla prossima gara interna contro il Posada e fino a quando lo stadio non sarà nuovamente reso agibile, le gare interne del nostro campionato si svolgeranno nell’accogliente stadio di Nulvi”.