Parla Patalano: “Tanti sforzi, ma qualcuno rema contro. Dai giocatori ci aspettiamo di più, con Cari segnali positivi. Mercato? Prematuro, ma vogliamo la Torres tra i pro”
Tra i quadri dirigenziali della società rossoblù è stato colui che sino ad ora è rimasto più nell’ombra, prestando raramente il fianco alla carta stampata, ma dando sempre l’impressione di essere il luogotenente più fidato di Domenico Capitani e il depositario più autorevole del pensiero del presidente rossoblù. Manolo Patalano, direttore generale della Torres, bersagliato come tutti dagli strali infuocati di una piazza delusa e inviperita, con franchezza e lucidità ha accettato di toccare i nervi scoperti della Torres, analizzando la delicata situazione che sta vivendo la squadra sassarese a tre giorni dal cruciale impegno casalingo che vedrà gli uomini di Cari ospitare al Vanni Sanna il Bellaria Igea Marina. ”Che partita mi aspetto? Onestamente penso sia inutile fare delle previsioni. Veniamo da due partite dove sulla carta avremmo dovuto vincere senza problemi e invece il campo ha detto altro. L’obiettivo non può che essere quello di tornare alla vittoria, confido che i progressi mostrati a livello mentale dopo l’arrivo di Cari possano trovare ulteriore conferma in un risultato che dia il la alla nostra risalita“.
La Torres targata 2013/2014 non funziona. Sono arrivati giocatori dal pedigree prestigioso, garanzie per un campionato tranquillo si diceva quest’estate. E invece la squadra si trova al terzultimo posto con una sola vittoria conseguita su nove gare disputate, ma soprattutto con prestazioni altamente preoccupanti. “Non è semplice trovare una risposta precisa al perché la squadra non stia rendendo secondo le aspettative. Avevamo messo in conto di poter avere una partenza ad handicap e per questo dopo le prime tre partite abbiamo provato a vedere il bicchiere mezzo pieno e ad essere fiduciosi, anche se c’era ben poco di positivo da salvare. Quest’estate abbiamo rinunciato a contributi di centinaia di migliaia di euro per allestire una squadra capace di far fronte alle difficoltà con il carattere e l’esperienza e invece è successo che giocatori arrivati da categorie superiori o che comunque conoscono bene quella attuale hanno reso meno di quanto ci si aspettasse e commesso errori e ingenuità che ci sono costate tanti punti“.
Questa Torres, appunto, pur essendo esperta e navigata nei singoli componenti, difetta di carattere, sembra che soprattutto psicologicamente non sappia gestire i novanta minuti. “Sicuramente l’atteggiamento avuto all’inizio dalla squadra non era quello giusto, adesso le cose sembra stiano andando meglio. A Cuneo contro il Bra abbiamo perso per due episodi sfortunati, mentre a Castiglione per la prima volta non abbiamo subito gol e, pur non essendo io presente, mi è sembrato di capire sia mancato ancora
una volta solo quel pizzico di cattiveria e convinzione, come contro il Renate del resto, avversario di tutto rispetto, ma contro il quale in superiorità numerica avremmo dovuto vincere. Sono fermamente convinto che il problema non sia di carattere tecnico, questi giocatori valgono e lo dimostreranno. E’ più che altro una questione di approccio mentale al campionato. Con Cari abbiamo invertito la tendenza“. Parlarne adesso serve a poco, ma è inevitabile guardare a gennaio come a un mese foriero di novità e, si spera, soluzioni efficaci. “Sì, parlarne adesso è difficile, perché la speranza è che questa squadra si risollevi da qui a gennaio. Se ci sarà una reazione, allora interverremo solo con qualche puntello, se invece si dovesse proseguire su questa linea sarà inevitabile fare altre considerazioni. Di certo non gettiamo la spugna, faremo di tutto per dare un futuro alla Torres“.
Il presidente si è espresso in maniera chiara: se la Torres oggi è retrocessa è perché i giocatori possono e devono fare molto di più. Eppure non si può negare che anche il mercato estivo e la gestione societaria, soprattutto a livello di comunicazione, non siano stati completi ed eccellenti. “Partiamo dal presupposto che qualsiasi squadra è sempre migliorabile. Detto questo, io penso che siamo tutti responsabili della situazione, ma è indubbio che ci siano rammarico e delusione per le prestazioni della squadra e dei singoli giocatori che, ripeto, ritenevamo in grado di fronteggiare pressioni e difficoltà. Invece è successo che siamo andati sotto con squadre molto più giovani e meno attrezzate di noi, ma è doveroso sottolineare che se la fortuna avesse girato dalla parte nostra almeno una domenica, oggi ci ritroveremmo 3-4 posizioni più in alto e relativamente più tranquilli. Poi se penso alla partita persa in casa contro il Santarcangelo, non posso che ribadire quanto talvolta il calcio sia bugiardo e beffardo.”
Avvertite ostilità attorno a voi? “Dipende da cosa si intende per ostilità, andrebbero fatte due considerazioni differenti. Se parliamo dell’inizio, in tutta tranquillità posso dire che ci aspettavamo ben altra accoglienza, perché il presidente Capitani ha salvato, da solo, la Torres risolvendo anche alcune rognose situazioni che abbiamo ereditato dalla precedente proprietà. Ci aspettavamo almeno un augurio di buon lavoro, un po’ di credito ben augurante, invece da subito è sembrato che non tutti a Sassari avessero a cuore le sorti della Torres e qualcuno ha provato e prova tuttora a metterci il bastone tra le ruote. Lavorare in queste condizioni non è semplice, ma abbiamo fatto uno sforzo economico rilevante e ancora adesso stiamo affrontando alcune criticità. Vogliamo solo il bene della squadra, sarebbe importante che città e tifosi ci riconoscessero almeno questo“. L’altra considerazione? “L’altra considerazione è legata ai risultati, per cui se montano la protesta e l’insoddisfazione è impossibile biasimare la tifoseria. Sono il primo a riconoscere che questa classifica non è accettabile“.
Perchè non dire che ci sono dei problemi? La trasparenza potrebbe aiutare in questo caso. “Può darsi, ma si corre anche il rischio di essere accusati di voler gettare del fumo negli occhi. Non vogliamo cercare scuse e preferiamo parlare solo di calcio giocato, le altre questioni sono importanti ma vogliamo risolverle in silenzio, senza sbandierarle ai quattro eventi“. Antonio Martino attende di vedere i libri contabili della gestione Lorenzoni prima di entrare in società? “Questa è una domanda a cui purtroppo io non posso rispondere, bisognerebbe chiedere al presidente. Posso dire però che ancora oggi rimango stupito dal disinteresse totale mostrato dalla classe imprenditoriale locale, sembra quasi che la Torres la si voglia mantenere tra i dilettanti, forse perché costa meno. Ma mi chiedo anche chi sarebbe stato pronto a salvare questa società se non fossimo intervenuti noi“.
Matteo Sechi