Quando Lorenzoni tuonava: “Non cedo la società gratis a questi signori laziali”
La pagina è stata voltata, la Torres non è più di Antonello Lorenzoni e ha cominciato la nuova era con l’evitato fallimento e la scongiurata, nuova retrocessione in Promozione. Ma in un momento in cui i dubbi sul futuro sono tutt’altro che dissipati, è curioso fare un passo indietro di due anni, quando la società di Lorenzoni sperava nel ripescaggio in Serie D e progettava quella che sarebbe stata la stagione del salto in Interregionale conquistato sul campo, prima di quello in Lega Pro dello scorso maggio.
Come all’inizio di questa estate, anche nel 2011 si parlava di avvicendamento in capo al club, che Lorenzoni difendeva strenuamente dagli assalti di imprenditori non solo locali. E guardando alle dichiarazioni di allora, rilasciate a La Nuova Sardegna, ecco che si incontrano nomi alla ribalta anche delle cronache odierne.
“Se queste persone non hanno secondi fini, escano allo scoperto con una proposta pubblica - diceva Lorenzoni – e io, che ritengo di essere una persona corretta e trasparente, risponderò pubblicamente. Le trattative si fanno alla luce del sole perché oggi la Torres è una società sana e senza debiti e ha rispettato tutti gli impegni alle scadenze. Tutto il resto è aria fritta”.
“Già a metà dello scorso campionato ho ricevuto le avances di una cordata laziale alla quale proposi una contropartita economica per cedere la società. Questi signori, con il portavoce Fabio Albieri (prossimo, ora, a diventare dirigente rossoblù ndr), si sono ripresentati a fine stagione per ribadire l’interesse per acquisire la Torres a costo zero. Io ho risposto che secondo me la società valeva almeno 100mila euro in Eccellenza e il doppio in serie D e che comunque a prevalere sarebbe stata la serietà dei programmi. Successivamente si è materializzata un’altra cordata, questa volta locale, promossa del notaio Porqueddu, lo stesso che nel corso della stagione mi aveva dato una mano a conferma del suo affetto per la Torres. Questo gruppo, all’interno del quale spiccava la figura dell’industriale Cesaraccio, era disponibile a subentrare lasciandomi una quota non superiore al 10 per cento. Comunque una trattativa deve considerarsi tale quando c’è un’offerta ufficiale alla quale si risponde con una contro-richiesta se l’offerta fosse ritenuta insufficiente. Le voci che girano hanno solo lo scopo di destabilizzare i tifosi. Io sto lavorando per il rilancio della Torres, una società che è patrimonio di Sassari e che deve ritrovare la sua dimensione in categorie più importanti. Adesso l’obiettivo è quello del ripescaggio in serie D (poi non raggiunto ndr), io sto lavorando per la Torres, con tanti sacrifici ma anche con tanta passione per questa squadra. E sono sempre a disposizione per valutare offerte serie e concrete. Che sino ad oggi non ho ancora avuto”.