Il Cagliari si prepara al match contro il Genoa. Pulga siederà per la seconda volta in panchina dopo l’esonero di Lopez e nello spogliatoio rossoblù sembra tornato il sereno. Sereno che non c’è tra i tifosi, sempre preoccupati per il futuro della società, in bilico tra l’offerta americana e un futuro – segnato – senza uno stadio degno di tale nome. Davide Bucco, giornalista di SkySport24, ha accettato di prendere un caffè con SardegnaSport per parlare del mondo Cagliari, analizzando anche il resto dello sport sardo. Bucco è l’autore con Marco Caineri, della fortunata trasmissione “Calciomercato” con Alessandro Bonan e Gianluca di Marzio. Lavora all’Ufficio Centrale di Sky Sport 24. Ha iniziato come corrispondente del Giornale di Sardegna e successivamente del Mattino di Napoli, dove si è occupato di sport, cronaca nera e costume. “Tra un maialetto arrosto e il miglior sushi del mondo, scelgo sempre il maialetto arrosto”.
Davide, il Cagliari vive uno dei suoi momenti più critici. Lopez esonerato, lo stadio è ancora un lontano miraggio e anche sul fronte della cessione societaria c’è più fumo che arrosto. Che opinione ti sei fatto? Credi agli americani alla luce del progetto dello stadio presentato qualche giorno fa?
In questo momento è presto per parlare, ma la situazione comunque non è delle migliori. Bisogna fare chiarezza sul futuro: credo che sia assurda la vicenda stadio e sia una sorta di manifesto del peggio che il nostro Paese, anzi la nostra Isola, possa offrire. Nessuno è esente da colpe dalla Regione, fino al Cagliari Calcio. Un sconfitta che fa male quanto una retrocessione. Ho solo una certezza: il Cagliari è dei tifosi del Cagliari è tale deve rimanere.
Il Cagliari è una società gestita e controllata al 100% da Massimo Cellino. Il presidente sceglie gli allenatori e fa anche il mercato. Secondo alcuni maligni farebbe anche la formazione ad allenatori aziendalisti. Chi non la pensa come lui ha vita breve in rossoblù, vedi Donadoni. Concordi con questa analisi?
Nella mia carriera ho visto tanti presidenti dettare la formazione. E’ una passione. Sbagliata nella forma, ma condivisibile nella sostanza. Massimo Cellino tra l’altro è uno che secondo me la formazione la sa fare, peccato abbia altri difetti…
E’ ormai anni che si parla di uno stadio nuovo per il Cagliari e invece si gioca ancora in un Sant’Elia fantasma, con soli 5000 spettatori. Di chi è la colpa?
Come ho detto prima, lo stadio è una ferita ed una sconfitta per la Sardegna. Sarò schietto: la colpa è di tutti, anche nostra perché non abbiamo tenuto sempre alta l’attenzione ed a farne le spese sono solo i tifosi. Non solo del Cagliari. Il figlio di un amico ha un bimbo e non è ancora riuscito a portarlo, per esempio, a vedere il suo idolo Daniele Conti che giocava contro l’altro suo idolo Balotelli. Tutto questo è triste, davvero triste. Ora basta parole, bisogna trovare un soluzione e questa passa soprattutto dalle stanze della politica.
Nell’ultimo periodo si sono succedute le voci di cessione della società: arabi, americani, cinesi. Quanto c’è di vero? Massimo Cellino vuole veramente lasciare il Cagliari?
Più volte mi ha detto che vuole lasciare il Cagliari in buone mani. Gli credo, lo ha amato e anche se adesso ha altre ambizione continuerà ad amarlo sempre. Tante voci, ma a quanto risulta a noi di Sky Sport nessuna offerta credibile.
Lopez, uomo prediletto di Cellino, è stato esonerato. Che colpe ha Jefe in tutte queste ultime vicende?
Diego mi è sempre piaciuto, lo vedremo in una grande squadra. E’ un uomo pulito, sa di calcio, ha un’ottima gestione dello spogliatoio. Le colpe? Quella di non aver saputo leggere il momento particolare del suo rapporto con Cellino (tra l’altro impresa epica)
Gigi Riva e il Cagliari. Veramente non c’è posto per un uomo storico rossoblù in questo Cagliari di oggi?
Gigi Riva credo sia un patrimonio del calcio mondiale. Una sorta di monumento da maneggiare con cura, e come ogni capolavoro della natura va tutelato, assecondato, ammirato. Sempre. Quindi Gigi Riva può fare tutto quello che vuole per quello che ha dato alla Sardegna, alla Nazionale, al mondo del calcio.
Che idea ti sei fatto del fenomeno Dinamo? La squadra di Sassari ha vinto la Coppa Italia, poche stagioni dopo aver raggiunto la massima serie. Oltretutto si è sempre proposta come la squadra dei sardi, non solo negli slogan mai nei fatti, coinvolgendo tutto il territorio. Pensi che il Cagliari possa prenderla come esempio?
La Dinamo è una realtà meravigliosa: nella sua costruzione, nel suo sviluppo, nel suo modo di leggere lo sport. E’ difficile paragonare due strutture, una pallacanestro e una calcio, perché le gestioni sono diverse e differenti. Certo, un modello così andrebbe preso d’esempio a prescindere.
Tanti calciatori sardi stanno facendo faville tra serie B e Lega Pro, molti dei quali scartati dal Cagliari. Chi ti ha colpito di più e chi pensi possa far parlare di sè nei prossimi anni?
Quest’anno mi ha colpito Mancosu del Trapani, 20 gol in B: mai giocato a Cagliari, peccato. Ma sta facendo cose straordinarie. E poi Sirigu, secondo me uno dei portieri più bravi in circolazione. La fuga dei cervelli funziona purtroppo anche nel calcio sardo.
Ogni tanto spunta fuori l’iniziativa di una nazionale sarda. Come ti esprimi a riguardo?
Favorevole, soprattutto se legata ad iniziative benefiche.
11 giocatori, una top 11 tutta tua, senza limiti di età o senza limiti di squadre e/o nazionalità. Chi gioca nel team di Davide Bucco?
Domanda difficile, risposta intrisa di paraculismo: scelgo gli undici del Cagliari dello Scudetto.
Da poco SardegnaSport ha annunciato Nanni Boi come nuovo direttore. Che ne pensi?
Secondo me la cosa che non sai è che Nanni Boi è stato uno dei miei primi capi, al Giornale di Sardegna. Progetto ambizioso e da lui ben gestito. Facevo il corrispondente da Milano, seguivo soprattutto il Calciomercato: una volta lo chiamai al giornale e gli dissi: “Nanni ho incontrato Massimo Cellino in Lega, ci ho scambiato solo due parole di circostanza su Suazo, mi dispiace ma stava correndo al taxi per prendere l’aereo”. “Facci una pagina, io ci apro”, mi disse. La sistemò e la mise in prima il giorno dopo, forzando il titolo, mettendo la foto giusta. Un fuoriclasse assoluto, gli devo molto. Oltre ad essere l’unico vero biografo autorizzato di Gigi Riva.
Nanni fa parte di quella generazione di giornalisti sardi che hanno fatto e stanno facendo la differenza: colleghi dai quali prendere esempio. Ho la fortuna di lavorare con Giorgio Porrà, una fonte inesauribile di cultura, un linguaggio da cui attingere sempre, un’eleganza mai vista ed oggi merce rara. Anche da Veronica Baldaccini si può e si deve imparare molto: una gavetta dura, una fantasia senza limiti e mai banale, e una penna meravigliosa. Seguo poi la vostra testata con attenzione: una bella realtà che guidata da Nanni Boi può solo crescere.
Gigi Riva presidente, Zola allenatore, Suazo vice, Marroccu Direttore Sportivo e Matteoli responsabile del settore giovanile. Che ne pensi del Cagliari made in Sardegna? Utopia?
Non credo sia una strada percorribile: personalità diverse, ambizioni diverse. Però hai fatto nomi che devono essere il nostro orgoglio.
Cosa manca di più della Sardegna a Davide Bucco?
Aritzo, il mio paese d’origine. Is fedales, amici di una vita, sempre nel mio cuore. La Barbagia è così: la porti dentro e te la tieni stretta.
Giampaolo Gaias