Il weekend porta alla Dinamo Sassari un po’ di respiro dopo una settimana a dir poco intensa. Giovedì a Barcellona i biancoblù hanno ufficialmente messo piede nel salotto buono del basket europeo, mentre sul fronte mercato il direttore sportivo Federico Pasquini è riuscito a strappare l’accordo con Jerome Dyson, point guard ex Brindisi alla quale sarà affidato il gravosissimo compito di far dimenticare un autentico idolo come Travis Diener.
E mentre la società lavora, coach Sacchetti non sta certamente a guardare. Con i vari Dinamo Camp sparsi per la Sardegna, infatti, il tecnico di Altamura dispensa preziosissimi consigli ai campioncini del domani: “Non ci aspettavamo una risposta così importante dai piccoli cestisti sardi – ammette Sacchetti – il movimento è in crescita: il nostro obiettivo è quello di riuscire a formare dei giocatori di pallacanestro e, perchè no, anche dei tifosi migliori”.
Tra una lezione e l’altra, però, coach Meo non può fare a meno di andare col pensiero alla madre di tutte le partite: quella che, il prossimo 6 novembre, vedrà i biancoblù di fronte al “suo” Real Madrid: “Ho sempre tifato Varese e ricordo perfettamente le sfide europee contro le Merengues. E’ allora che è nata la mia ammirazione nei loro confronti. Ho sempre avvertito il fascino delle squadre ricche di storia e tradizione”.
E chissà se nel 1998, quando l’attuale tecnico sassarese iniziava la sua scalata partendo da Asti, in Serie C, avrebbe mai immaginato trovarsi proiettato, un giorno, nientemeno che sul palcoscenico dell’Eurolega: “Un po’ di gavetta l’ho fatta, in effetti. Ho allenato in tutte le categorie, eccetto la B2. L’approdo in Eurolega ha premiato la mia passione, ma gran parte del merito va ai miei giocatori, che mi hanno permesso di arrivare a questo traguardo, e alla società, che ha creato una struttura importante.”
Il Banco di Sardegna si presenterà ai nastri di partenza della stagione 2014/15 profondamente rinnovato. Una delle novità di maggior rilievo sarà l’assenza di Drake Diener, la cui eredità sarà raccolta da David Logan: “Non si possono fare dei paragoni tra questi due giocatori – prosegue Sacchetti – non ci sono dei cloni. Probabilmente nel cambio perderemo qualcosa nella lettura delle varie situazioni di gioco, ma guadagneremo in termini di fisicità. La nostra intenzione era proprio questa”.
L’altro addio importante è stato quello di Travis Diener, che dopo una stagione tormentata ha deciso di lasciare la Sardegna (e il basket giocato) per entrare nello staff tecnico di Marquette: “Travis ha pregi e difetti, come tutti, ma con il suo arrivo abbiamo fatto un salto di qualità. Era un giocatore che concedeva qualcosa in difesa, ma che allo stesso tempo rendeva più facili le situazioni in attacco. Siamo contenti di ciò che ci ha dato in questi anni. E’ stato determinante per la nostra crescita”.
Per la nuova Dinamo mancano almeno altri due tasselli: un’ala piccola e un centro: “Stiamo cercando dei giocatori fisici per non farci trovare impreparati in Eurolega – conferma il coach – non dovremo però perdere la caratteristica fondamentale del nostro basket, che è la velocità. Cercheremo anche di aumentare il nostro rendimento difensivo. Del resto, lo abbiamo provato sulla nostra pelle in Eurocup: quando si arriva a certi livelli, bisogna saper accettare il confronto anche su aspetti del gioco che non ci sono proprio congeniali. La squadra, comunque, è quasi finita. Ci mancano ancora due elementi, ma non abbiamo assolutamente fretta.”
Fabio Frongia e Roberto Rubiu
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