Cagliari-Inter – L’esaltazione, le beffe e i ricorsi storici hanno grandi firme

Obafemi Martins spegne il Sant'Elia nel 3-3 del 2004

Obafemi Martins spegne il Sant’Elia nel 3-3 del 2004

Era il 17 Febbraio 1991 e in Toscana andava in scena Pisa-Napoli. In attacco per i partenopei giocavano Diego Armando Maradona e Gianfranco Zola. Fin qui nulla di strano, se non fosse che quel giorno “El Pibe de Oro” scendeva in campo con la maglia numero 9, perché il 10 lo portava un ragazzino di Oliena, da poco arrivato dalla Torres. Fu l’argentino il primo a vedere nel suo giovane compagno di squadra il suo naturale erede, fu lui a consegnargli la maglia numero 10 e fu lui ad avvisare la dirigenza del Napoli che: “Non serve cerchiate un mio sostituto, c’è Zola”. Gianfranco di strada ne ha fatta da quel giorno, è diventato “Magic Box”, Ufficiale dell’Ordine dell’Impero britannico, ed è stato inserito dal tabloid britannico “The Sun” al secondo posto nella classifica dei 10 artisti del pallone che hanno militato nei campionati inglesi, dietro un certo George Best.

Ma quello che ha imparato rimanendo ore e ore, a fine allenamento, ad osservare Maradona calciare le punizioni non si è cancellato con gli anni. E lo sanno bene i tifosi dell’Inter venuti a Cagliari il 12 Maggio 2005, quando hanno assistito al momentaneo svantaggio della loro squadra, propiziato da una punizione del mago barbaricino, che tolse i ragni dall’incrocio dei pali. La partita era l’andata della semifinale di Coppa Italia, si concluse per 1-1 e al ritorno vincerà l’Inter, ma quel calcio di punizione battuto dal limite con neanche un passo di rincorsa, dando quell’impressione di facilità che solo i fuoriclasse sanno dare, rimarrà per sempre negli occhi di chi c’era.

Le statistiche dicono che in casa contro i nerazzurri, su 35 partite, il Cagliari ha vinto 6 volte e perso 11, mentre sono stati ben 18 i pareggi. Pareggi che sovente hanno avuto il sapore di vittoria, o di occasione sprecata. Come il 13 Settembre 1998, quando al ritorno in Serie A dopo la stagione di purgatorio il Cagliari neopromosso e guidato da un esordiente Ventura mise in ginocchio la truppa di Gigi Simoni. Fu un un primo tempo di fuoco: i nerazzurri, che in rosa potevano godere di giocatori come Roberto Baggio, Ronaldo, Djorkaeff e tanti altri, arrivarono con tutti i favori del pronostico ma per i primi quarantacinque minuti non videro la palla. Alla mezzora fu Kallon, futuro interista, a siglare il vantaggio, una decina di minuti dopo raddoppiò Muzzi. Nel secondo tempo il Cagliari tornò sulla terra e ci pensò uno scatenato Nicola Ventola con una doppietta a compiere la rimonta, finì 2-2 e la delusione a fine partita era grande, stava però cominciando una stagione esaltante da ammazza grandi.

Gianfranco Zola esulta al Sant'Elia in maglia rossoblù

Gianfranco Zola esulta al Sant’Elia in maglia rossoblù

Un altro pareggio amaro fu quello dell’ 14 Novembre 2004, quando un super Langella si guadagnò un rigore, fece gol dopo una cavalcata da marziano e propiziò l’assist vincente per Esposito che mandò in visibilio il Sant’Elia e permise ai rossoblù di andare in vantaggio per 3-1. Finì 3-3 perché in campo c’era un altro super velocista, Obafemi Martins, che segnò due gol a pochi minuti dal termine e tolse al Cagliari la meritata gioia della vittoria.

Nei Cagliari-Inter però di amaro non ci sono solo i pareggi, ma anche i ricordi. E’ il caso della partita del 16 Dicembre 2007, quando i nerazzuri vinsero 2 a 0 e tra i marcatori ci fu anche uno degli attaccanti più amati della storia rossoblù, David Suazo. L’Honduregno aveva cambiato casacca l’anno precedente e quella fu la prima da avversario contro i sardi: infilò la palla in quella stessa porta dove aveva già segnato tantissime volte, ma stavolta non esultò nessuno, nel gelo del Sant’Elia. A pochi minuti dal termine Mancini lo sostituirà tra timidi applausi con un esordiente dalla Primavera, Mario Balotelli.

Lunedì va in scena la trentaseiesima sfida tra Cagliari e Inter al Sant’Elia. I nerazzurri non vincono da sei partite contro i rossoblù, ma sono in forma e stanno puntando all’Europa; i ragazzi di Zola hanno bisogno di ritrovarsi e questa potrebbe essere l’occasione decisiva. La storia dice che non è mai stata una partita banale, la speranza di poter avere qualcosa di bello e di nuovo da raccontare anche è ben riposta.

Oliviero Addis

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