Torres – Bando all’umoralità: classifica (buona e) giusta. Ed ecco un Buonaiuto a Maiorino
La solita altalena di emozioni e opinioni contrastanti che accompagna la Torres in questa comunque dignitosa annata non vuole proprio saperne di fermarsi. Il passo, da squadra di campioni a squadra di brocchi, quando si parla di Migliaccio e compagni, mai come quest’anno sembra essere tanto breve. La risposta che deve riportare tutti a più miti consigli, comme d’habitude, si trova osservando la classifica. Se la Torres staziona nella parte centrale, quando ormai sono passati sei mesi dall’inizio del campionato, è perché i valori della rosa possono garantire quella posizione. Ora respirando un vago profumo d’etereo, ora ricordandosi dell’acre odore di zolfo che solleva chi annaspa in fondo. E’ la condanna di chi – d’ora in avanti – dovrà avere l’obiettivo di porsi un obiettivo. O magari diversi obiettivi, rispettando chiaramente l’ordine che vuole quello collettivo anteposto agli individuali, questi ultimi tuttavia motori da tenere sempre accesi e ben oliati.
SI PUO’ PERDERE. La sconfitta contro il Novara, compagine da vertice che può annoverare giocatori del calibro di Evacuo, Buzzegoli e Corazza, non deve far gridare allo scandalo. Anche perché è vero che è maturata grazie a due “uccellate” di marca squisitamente rossoblù, ma non va dimenticato che, raffrontati i valori in campo, una Torres che non stava brillando nei singoli era comunque riuscita a imbrigliare gli avversari, partiti scatenati in avvio di gara ma incapaci di impensierire Testa oltre le logiche previsioni. Insomma, alla fine della fiera è arrivata una sconfitta, anche meritata se si vuole, ma che non per questo deve autorizzare catastrofismi e processi sommari. E’ nelle corde dei sassaresi vincere, così come è assolutamente fisiologico lasciare punti sul campo della capolista o incappare in giornate storte, come successo a Pordenone.
SONNI TRANQUILLI. Sia ben chiaro, la salvezza non è in discussione così come non lo è mai stata prima, neanche quando la sconfitta di Meda aveva fatto toccare il punto più basso in stagione. Valori tecnici, qualità della panchina e forza caratteriale del gruppo sono di gran lunga superiori a quelli chi staziona sopra la fatidica linea sedicesimo posto. E per una Giana Erminio che si rifà sotto incutendo timore alle varie Cremonese, Renate e Mantova, c’è un Monza che nel 2015 ha raccolto la miseria di tre punti e che difficilmente riuscirà a invertire il senso di marcia nella scala che lo sta mestamente risucchiando verso posizioni che ad agosto avrebbero stimolato fragorose pernacchie anche contro la più audace e titolata delle cassandre.
CHI HA VOGLIA DI SFONDARE? Ritrovare concentrazione e motivazioni, su questi due aspetti dovrà battere il ferro mister Bucchi perché la sua Torres riprenda a macinare gioco, punti e complimenti a partire dal match di sabato contro l’agguerrita compagine di Gorgonzola. Sarà fondamentale gestire al meglio i giocatori in rosa, dando spazio preferibilmente a coloro i quali dimostrano di avere più fame e voglia di risultati. Uno su tutti? L’ottima ala offensiva Buonaiuto, che nella mezz’ora concessagli ieri pomeriggio dal tecnico romano, ha lasciato intravedere un bagaglio tecnico davvero notevole. Spunti palla al piede, repentine accelerazioni, capacità di aggredire lo spazio e di saltare l’uomo. E quella scoccata su punizione che Tozzo ha levato dal sette con un felino balzo laterale.
MAIORINO RE DEI BOMBER: SI PUO’. L’ex Padova può essere un’ottima controfigura e prezioso alleato della stella Maiorino, ieri rimasto a secco ma pur sempre in corsa per aggrappare lo scettro di capocannoniere. Un primato che a Sassari manca dal magico biennio 1999-2001, quando prima Theofilos Karasavvidis e poi Luca Amoruso primeggiarono coronando al meglio due splendide annate. Davanti all’ex Sorrento (12 marcature in stagione), ieri impiegato da attaccante sinistro, stazionano Sasà Bruno (15) Andrea Ferretti 13). Ad uscire temporaneamente dalle gerarchie dell’attacco sassarese sarà il “neo-treccinato” Baraye, messosi in mostra ieri più per il look sfoggiato che per i tre tiri – comunque poco – che non hanno inquadrato lo specchio della porta. Da Bucchi, in sala stampa, è arrivata una secca bocciatura contestualmente alla promozione di Buonaiuto, al quale l’ex Pescara ha simbolicamente già consegnato la maglia da titolare.
“PIOLA” ROCCAFORTE DEL PASSATO. Risultato a parte, tra le positività universali da ricordare nella partita di ieri, un rapporto (matematico) finalmente congruo alla celebrità dello sport più popolare del pianeta, quello tra tifosi e forze dell’ordine/steward impiegati a protezione e prevenzione di chissà quali eventi sinistri. Dopo la desolazione del “Brianteo” e del “Romeo Menti” sponda Giana e Real Vicenza e di tanti altri campi disertati dalle migliaia più che popolati dalle decine, il bel “Silvio Piola”, insieme ai suoi 4000 spettatori a spingere squadra e città, ha riconciliato – per quanto possibile – con un calcio che fa di tutto e sempre di più per piacere meno e lasciare l’estasi della presenza allo stadio ai ricordi di chi, un tempo, c’era e bramava come ossigeno quell’elettricità che si respirava durante l’ora e mezza di gioco. Ricordi sbiaditi da un presente nichilista che iniziano a trasformarsi in nostalgiche emozioni da fotografia.
Matteo Sechi