Rally Italia-Sardegna 2015 – I soldi non ci sono, a cosa servono quelli della Regione?

Un'immagine dal Rally d'Italia Sardegna - Foto: Mirko Zidda

Un’immagine dal Rally d’Italia Sardegna – Foto: Mirko Zidda

I comuni sardi non hanno i soldi per ottemperare alle richieste economiche da parte dell’organizzazione del Rally d’Italia-Sardegna 2015, e per questo diverse prove dell’edizione in programma a luglio sono da considerarsi tuttora in bilico. In principio fu quella di Is Aruttas, con il sindaco del Comune di Cabras, Cristiano Carrus finito nel mirino di opposizione, appassionati e parte della cittadinanza per il suo rifiuto, prima di tornare sui suoi passi e avvicinarsi al dietrofront. Ma i dubbi non mancano, e fanno il paio con tutte le incertezze e polemiche che da mesi coinvolgono la gestione della tappa italiana del WRC. Le ultime dal comune del Sinis sono che mancano le risorse, siamo intorno ai 40 mila euro per soddisfare le richieste, una cifra elevata se si considera la semplice prova speciale da ripetersi solo una volta. Il sindaco di Cabras si è reso disponibile ad incontrare finanziatori privati e sponsor, ma dalle casse pubbliche è altamente improbabile che possano uscire i soldi necessari.

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I problemi, ora, sono all’interno dell’organizzazione, perché è stato ufficializzato un percorso senza considerare le problematiche che stanno emergendo in corso d’opera. Protestano dalla Gallura - attraverso le parole dei consiglieri regionali, che fanno da contraltare a quelle del sindaco di Olbia - ma in quel territorio che è destinazione e sede naturale del rally (come dimostrano i test effettuati nei giorni scorsi da Robert Kubica a San Giacomo) proliferano i musi lunghi. Qui, in Gallura, FIA e team avrebbero voluto tornare dopo il 2014 con base algherese. Una contrapposizione che non fa bene a nessuno, sgretolando sicuramente la credibilità del prestigioso avvenimento. Così, sotto il tappeto delle dichiarazioni di facciata, c’è tanta polvere da eliminare.

Stefano Pala, sindaco di Tramatza, presidente dell’Unione dei comuni del Montiferru, afferma che “5400 euro per un comune (65 mila per 12 comuni totali) non sono pochi – si legge su La Nuova Sardegna - anche se a qualcuno possono sembrare briciole. Speriamo che si possano limare i problemi ed essere tutti difficoltà”. In attesa di ciò, però, il problema resta. A breve si saprà se la tappa di Is Aruttas verrà disputata, ma in dubbio non ci sono solo le prove dell’oristanese, e le novità in senso negativo non sono da escludere, da qui ai prossimi giorni.

 

 

La domanda che sorge spontanea è: a cosa servono, per cosa vengono utilizzati i 900 mila euro di contributo regionale se c’è bisogno di attingere dalle casse dei singoli comuni attraversati dal Rally? Che ci fossero problemi economici alla base dell’iniziale “niet” proferito da Cabras era apparso subito palese. Un problema che interessa diverse realtà locali dell’Isola e che potrebbe espandersi a macchia d’olio.

Situazione di stallo, o meglio in continua evoluzione, per il momento solo in senso negativo. Angelo Sticchi Damiani, presidente Aci Csai, ha chiesto un confronto con il Governatore Francesco Pigliaru, che però non vuole entrare nella vicenda, avendo piena fiducia in Francesco Morandi, assessore al Turismo e individuato come interlocutore di viale Trento con l’organizzazione del Rally. Giorni, settimane calde, da qui al via del Rally, che avverrà con la prova spettacolo al Porto di Cagliari.

Fabio Frongia

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