Is Arenas, naufragio e speranza. La doppia strada dell’impianto quartese: “stampella” del Sant’Elia e rischio sigilli
“Più di tutti volevo quello stadio. Sono stato proprio io l’anno scorso a scongiurare il rischio che la squadra dei sardi dovesse migrare oltre Tirreno”.
“Speravo mi fermassero. Mi creda, speravo mi fermassero”.
Con queste parole il Sindaco di Quartu Mauro Contini e il presidente del Cagliari Massimo Cellino hanno fatto scorrere i titoli di coda di una vicenda extra-calcistica particolarmente travagliata.
E’ il 19 giugno 2013 quando vengono pubblicate le consulenze tecniche relative all’inchiesta inerente lo stadio quartese (foto: Roberto Rubiu, SardegnaSport.com), che ne contestano l’amovibilità e la precarietà e soprattutto la realizzazione in un area sottoposta a vincolo paesaggistico. Al Comune di Quartu il clima si fa pesante e l’opposizione non perde tempo a fare la conta dei probabili danni che in caso di contenzioso si ritroverebbe a dover risarcire alla società di Massimo Cellino, il quale dal canto suo per dimostrare che lo stadio è amovibile pensa bene di farlo smontare. Difficilmente infatti l’opera in questione verrebbe condonata visto il problema dei vincoli gravanti sul territorio; per quanto riguarda invece il discorso di amovibilità e precarietà, la giurisprudenza ritiene che a renderla tale non sia il materiale di cui è costituita né il fatto che questa sia o meno agevolmente smontabile senza essere demolita, bensì la funzione tipica che la caratterizza, la quale deve essere oggettivamente parametrata ad un’esigenza limitata nel tempo.
In sintesi, lo stadio Is Arenas, viste le autorizzazioni a costruire ricevute, ha ancora piena ragione di essere, e le parole pronunciate recentemente dal sindaco Mauro Contini – con le quali ha affermato che l’unica condizione necessaria per l’utilizzo della struttura sarebbe il soddisfacimento delle condizioni richieste dalla Commissione Provinciale di Vigilanza – non fanno che confermare tale concetto.
L’ipotesi di un utilizzo, anche temporaneo, dello stadio in questione non è quindi da escludere a priori, previa validità della concessione stipulata a suo tempo tra il Comune di Quartu e la Cagliari Calcio e l’ottenimento dell’agibilità definitiva. Una buona soluzione insomma, specialmente nel caso in cui dovesse concretizzarsi l’idea di un riqualificazione dello stadio Sant’Elia, che richiederebbe probabilmente il trasferimento della squadra in una struttura secondaria fino al termine dei lavori. Tuttavia, anche in una situazione del genere, nulla ostacolerebbe le attività di indagine della Procura e il rischio di vedere apparire i sigilli attorno all’opera sarebbe più che concreto.
Alessio Murgia