Un progetto non più recente ma ancora all’avanguardia, caratterizzato da una particolare struttura modulare ed ecocompatibile che fa del ferro, dell’acciaio e del carbonio i suoi punti di forza. Si contraddistingue per l’idea di leggerezza della struttura che fa sembrare ancora più obsoleti i mausolei decadenti all’interno dei quali i club italiani continuano a disputare le loro partite. Una costruzione innovativa in grado “di essere ampliata di diecimila posti con due mesi di lavoro”, nelle parole di Massimo Cellino, datate aprile del 2011. Allora la realizzazione della Karalis Arena nei terreni di Santa Caterina sembrava ormai cosa fatta, poi arrivò l’Enac a sparigliare le carte e il progetto rimase lì, su carta e plastici.
Il ritorno del Cagliari Calcio nel capoluogo cittadino, la firma di una nuova convenzione che prevede nel dettaglio l’idea di riqualificare l’area in cui sorge il Sant’Elia e l’apertura del Comune di Cagliari verso la realizzazione di un nuovo stadio consentono oggi di pensare alla Karalis Arena (foto: sardegna.blogosfere.it) non più come un “rendering” bensì come una realtà futura.
Restano da capire le linee guida che detteranno da via Roma, sulle quali la società rossoblù dovrà presentare il suo progetto. Difficilmente infatti verranno riproposti i requisiti richiesti dal bando inerente il “concorso internazionale di idee per la riqualificazione dello stadio Sant’Elia”, sul quale la giunta Zedda decise di puntare nel momento in cui il bene rimase inutilizzato. Alcuni punti del bando mal concilierebbero infatti con l’idea di stadio moderno per il calcio sul quale si basano le realtà calcistiche europee. Sarebbe impensabile prendere in considerazione i commi 5 e 6 dell’articolo 3 del concorso, nei quali si punta a consentire un utilizzo “quotidiano” della struttura fermo restando la sua qualificazione di “stadio Olimpico” e a prevederne un utilizzo polivalente attraverso il ripristino della pista di atletica leggera, della quale si tratta poi nel dettaglio nell’articolo 12. Interessante invece la previsione di attività commerciali specializzate legate alle attività sportive, e di servizi di ristorazione.
Gli ostacoli non sembrano però essere affatto insormontabili, specialmente ora che il dialogo tra gli uffici di viale la Plaia e Palazzo Bacaredda sembra essere ripreso in maniera costruttiva. Le parti, almeno stando alle dichiarazioni rilasciate, non sembrano infatti essere mai state così vicine a una linea di pensiero comune. L’unica distanza che le separa è quella delle 8 corsie della pista di atletica. Si riuscirà a farne a meno?
*video da www.youtube.com (LoloCastedduDJ)*
Alessio Murgia