Lo doppietta con la quale ha steso il Padova all’esordio in Serie B ha sorpreso anche i giornalisti della stampa nazionale, che sabato notte brancolavano nel buio tra un Mancuso e un Mancusu. Ma in Sardegna il nome di Matteo Mancosu è ben noto ad appassionati e addetti ai lavori, che hanno avuto modo di ammirarlo nel corso degli anni passati tra Atletico Elmas, Nuorese e Villacidrese. Una carriera, la sua, che ha spiccato il volo all’improvviso, quando ormai sembrava destinata a ingrossare il ricco album dei talenti sardi che dal calcio non sono riusciti ad avere quanto avrebbero meritato. Invece il maggiore dei fratelli Mancosu ha avuto il coraggio di varcare il Tirreno per cercare di cambiarlo, il suo destino. Prima Latina, poi Vigor Lamezia e infine Trapani: un gradino alla volta Matteo ha saputo dimostrare di valere il grande calcio. E la sua ascesa, dicono in molti, potrebbe essere ancora ben lontana dal concludersi. Sardegnasport.com ha chiesto un parere sull’exploit dell’attaccante sardo a Giancarlo Sibilia, Pierluigi Porcu e Roberto Cappai.
Il tecnico pontino ha avuto Mancosu alle sue dipendenze prima alla Villacidrese e poi al Latina, quando lo volle con sé per dare una marcia in più al reparto avanzato nerazzurro: “L’avevo ribattezzato il Suazo bianco – racconta il mister – ha una grande forza di volontà, è un ragazzo serio e un professionista esemplare. Sarebbe potuto arrivare anche prima a certi livelli, ma secondo me è arrivato nel momento giusto, nella piena maturità calcistica. Inoltre il calcio di oggi esalta meglio le sue caratteristiche”. Sibilia non ha mai avuto dubbi circa l’esplosione del suo pupillo: “Ero sicuro che sarebbe arrivato perché aveva forza fisica devastante, potenza, corsa. E’ il giocatore più veloce della Serie B, nessuno come lui. E’ vero, agli inizi sbagliava tanti gol, perché magari arrivava stanco al tiro dopo corso per 50-60 metri. Il paragone con Langella? Ci sta, però, ripeto, mi ricorda più il Suazo dei primi anni, quello che quando partiva da solo ed era inarrestabile”.
Pierluigi Porcu, oggi punto di forza del Selargius, è stato compagno di squadra del bomber cagliaritano a Villacidro nella stagione 2006/07: “Se mi aspettavo che potesse arrivare così in alto? Sinceramente no. Aveva grandissime potenzialità, una velocità e una forza in progressione che non aveva eguali ma non pensavo potesse migliorare così tanto, specialmente tatticamente e caratterialmente. Sono davvero felice per lui, conosco tutta la sua famiglia e si merita queste soddisfazioni. Perchè i sardi esplodono tardi? Noi siamo molto legati alla nostra terra e prima di varcare il mare ci pensiamo due o tre volte. Ho notato però fortunatamente che questa tendenza sta cambiando e sempre piu sardi stanno trovando il coraggio di varcare il mare per potersi giocare le proprie chance”.
Dello stesso avviso Roberto Cappai, attaccante del Castel Rigone ma di proprietà del Catania, che è stato la spalla di Mancosu nella Villacidrese edizione 2006/07: “Le potenzialità le ha sempre avute, ma a questo punto sinceramente non credevo che sarebbe riuscito ad arrivare così in alto. Il fatto che sia esploso, comunque, lo deve al fatto di essere andato via dalla Sardegna. Molti giocatori sardi preferiscono predersi il sicuro vicino a casa, piuttosto che andare a rischiare in Italia, magari in società che non danno garanzie economiche. Questo finisce poi con bloccare le loro carriere. Matteo è stato bravo a provare il salto fuori dall’isola”.