Le Monde accusa Fabio Aru: “E’ pulito o ha a che fare col doping?”

Il giornale francese attacca Aru deducendo: ha avuto a che fare con dopati quindi è sospettabile…

Fabio Aru in maglia a pois al Tour de France 2017

Fabio Aru in maglia a pois al Tour de France 2017

Articolo pesantissimo e con tante illazioni, quello pubblicato dal giornale francese Le Monde, che prende di mira Fabio Aru con accuse nemmeno troppo velate di doping. Una sorta di “doping per osmosi”, di fatto, quello di cui Le Monde accusa Aru, reo (o comunque meritevole di sospetti) perché nella sua carriera (è un classe ’90) ha frequentato personaggi i quali – loro sì – hanno avuto più o meno a che fare con vicende di doping.




I giornalisti francesi – in particolare la firma Clément Guillou – incalzano sospettando che Aru non sia estraneo a pratiche illecite, in quanto allevato e allenato da persone non estranee ad esse nel loro percorso. Le Monde ribadisce che “Aru ha dato spettacolo a Planche des belles filles e se sta bene attacca, ha la testa dura”, però – continuano i francesi – “come il siciliano Nibali non è cresciuto nella sua terra – si legge – ma è andato in Lombardia a 18 anni lasciando Villacidro, e la Sardegna prima di lui non aveva prodotto ciclisti di altissimo livello”.

Proprio dalla Lombardia parte l’illazione di Le Monde, perché si chiama in causa quell’Oliviano Locatelli che negli anni 2000 affiancò grandi promesse delle due ruote. “Merito solo delle sue capacità manageriali, dittatoriali e dell’allenamento? Chissà…”, si chiede Guillou, trovando spunto nelle accuse e nell’arresto che nel 2003 interessarono Locatelli – sospettato di traffico di prodotti dopanti e induzione ad evasione dei controlli – poi assolto da ogni capo d’imputazione.

“Aru passa da Locatelli a Martinelli (Beppe, attuale ds Astana, ndr), che ha lavorato con Pantani e Garzelli”, peraltro mai trovati positivi al doping durante la loro carriera. Così Le Monde, che ricorda le vicende di Paolo Tiralongo (amico fraterno di Aru e associato al dottor Fuentes nel 2014) e conclude menzionando Vinokourov, il boss Astana (Aru è in scadenza di contratto e probabilmente cambierà squadra) pizzicato più volte quando era corridore. Insomma, un articolo sicuramente rovente e diffamatorio, che difficilmente non avrà strascichi, pubblicato nel bel mezzo di un Tour de France dove il sardo è ancora in corsa per la Maglia Gialla, in attesa delle tappe decisive. Quali saranno le evoluzioni? Difficile dirlo, magari si dissolverà tutto in boutade, ma di certo Le Monde accusa in modo diretto con semplici deduzioni: Aru ha frequentato dirigenti e compagni in passato coinvolti in vicende di doping quindi anche lui è “sporco”, pur non essendo il villacidrese mai stato interessato da casi simili.

Fabio Frongia




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