Torres: arte di distruggere, scarsa creatività e un terreno di gioco… alleato. Ma ascolta il capitano!

Lo stadio Vanni Sanna di Sassari

Lo stadio Vanni Sanna di Sassari

La sconfitta casalinga contro l’Alessandria ha affievolito leggermente l’entusiasmo in casa Torres e annacquato il profitto derivato dai due pareggi di Bassano del Grappa e Pavia. La classifica resta comunque ottima e foriera di tranquillità, edificata su tre vittorie casalinghe e favorita anche da un calendario benevolo. In pochi si sarebbero aspettati un avvio sprint come quello dei Costantino’s boys, ma è indubbio come i risultati positivi avessero (e abbiano) silenziato i limiti effettivi dell’organico rossoblù.

Pur con le dovute giustificazioni (attesa del ripescaggio e quindi incertezza sulla categoria da frequentare), la rosa fu completata a spizzichi e bocconi, non aiutandone l’amalgama in fase di pre-campionato. 13 punti nelle prime 7 giornate hanno dato modo di mettere fieno in cascina per affrontare al meglio i periodi di magra, l’ultimo mese è uno di questi. La vittoria manca infatti dal 4 ottobre. E’ vero che lo scalpo fu prestigioso (quanti riusciranno a superare il Novara, sconfitto 2-0 al “Vanni Sanna?) ma è altrettanto da prendere in considerazione il fatto che, nelle ultime cinque giornate, la Torres abbia collezionato la miseria di 3 punti.

Il tifoso sassarese, classifica alla mano e aspettative della vigilia nella mente, non ha ancora iniziato a preoccuparsi perché cinque punti sul Mantova sono vantaggio rassicurante. L’obbiettivo più volte dichiarato dalla società di Domenico Capitani è la salvezza, ne più ne meno. Come approcciarsi, dunque, al ruolino sassarese? La conferenza stampa di lunedì, con protagonisti mister Costantino e capitan Migliaccio, ha dato una doppia chiave di lettura. Se il tecnico calabrese ha predicato pazienza, il difensore centrale e leader ha denunciato un approccio mentale sbagliato da parte di 6-7 undicesimi della formazione scesa in campo contro l’Alessandria. Considerazione passata sotto traccia e da non prendere sotto gamba, alla luce di una Torres che non può certo vincere le partite senza lottare e dopo che lo stesso allenatore aveva cerchiato col rosso il match per non dilapidare quanto di buono fatto in precedenza. Se, per dirla con Costantino, “è necessario stare sempre sul pezzo”, il viatico intrapreso non può essere appropriato.

Vincenzo Migliaccio e Massimo Costantino in conferenza stampa (foto: SARDEGNA SPORT)

Vincenzo Migliaccio e Massimo Costantino in conferenza stampa (foto: SARDEGNA SPORT)

Se la compattezza difensiva (solo il Monza ha subito meno gol), rappresenta un valore aggiunto per una compagine in lotta per la salvezza, altrettanto preoccupante è la carestia offensiva della Torres (0,75 gol fatti a partita). Persi subito per strada Bigazzi e Rubino, che parevano in grado di dare rilevante apporto di qualità e realizzazioni, ad oggi il solo Maiorino (assente a Monza per squalifica), può accendere la luce e “girare” le partite. Per il resto, la Torres è “solo” corsa, cuore e gamba. Altro segnale non incoraggiante è l’incapacità di rimediare allo svantaggio. Nelle tre circostanze in cui la Torres è andata sotto (in casa contro Como e Alessandria, a Monza contro la Giana Erminio) è arrivato il k.o., dimostrando come capacità di distruggere e incapacità di costruire siano facce della stessa medaglia.

Durante l’ultima sessione di mercato, l’ennesima travagliata della storia torresina, non si fu in grado di tesserare due elementi già “bloccati” con sagacia come Emiliano Massimo e Simone Masini (oggi al Grosseto e alla Reggina), rispettivamente regista di centrocampo e centravanti di categoria. Facile parlare col senno di poi, si dirà, ma la stessa domanda la facevamo a suo tempo: che Torres sarebbe con due elementi di quel calibro?

Chiudiamo ricordando una paura espressa da Massimo Costantino in tempi non sospetti, quando ancora si girava in maniche di camicia. “Temo l’inverno e la brutta stagione per quanto concerne le condizioni del terreno di gioco del “Vanni Sanna”", ripeteva il mister. Sabato il manto verde faceva rabbrividire (problema comune nel malandato calcio italiano), nonostante si cerchi di preservarlo allenandosi dietro la vecchia “gradinata” o traslocando in quel di Ossi. L’assenza di campi di allenamento è cosa nota quanto ignobile, ma potrebbe essere un vantaggio: avversari più tecnici dei sardi ce ne sono tanti, squadre con la stessa garra no, e allora ecco che ad esaltarsi sarebbe quest’ultima anziché le trame altrui. Insomma, non tutti i mali verrebbero per nuocere, e la Torres si trasformerebbe in una formichina abile nello sfruttare l’inverno per guadagnare punti utili quando il sole splenderà nuovamente.

Mauro Garau

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