Cessione Cagliari, Comune: tanti contatti, niente di ufficiale. Si pensa a prossima riunione CPV
La bomba deflagra di buon mattino, con un Cellino che detona l’annuncio dell’imminente cessione del suo Cagliari a un investitore straniero, al quale però si sente di dire che la patata, per quanta amata e pregiata, scotta incredibilmente. Da sempre, a suo dire, ben rosolata da istituzioni (leggasi amministrazione comunale) che mai hanno voluto venire incontro alle esigenze della società calcistica più importante dell’Isola. La frase del presidente rossoblù, che invocava rassicurazioni da parte del sindaco di Cagliari Massimo Zedda ai proprietari per evitare che questi si “sbruncassero”, ha fatto storcere diverse bocche e seminato qualche dubbio. “Ho praticamente venduto il Cagliari, ora quando i legali dei compratori avranno assicurazioni dal sindaco (di Cagliari, ndr) che avranno dove disputare le partite firmano e pagano anche domani”, le parole sibilline e allusive messaggiate dal presidente rossoblù. E giù la valanga, l’ennesimo cortocircuito di un’informazione che confonde anziché chiarire.
Ad ogni modo, contatti tra Comune e possibili acquirenti, benché ancora informali, fanno sapere da via Roma, ci sono stati nei giorni scorsi, seppure limitati alle questioni di competenza dell’amministrazione, come la risoluzione dell’annosa questione stadio, tanto per intenderci. Niente di ufficiale, in ogni caso, un dettaglio non certo di poco conto, in mezzo alle tanti voci che rimbalzano e che stampano nero su bianco di un accordo già raggiunto e siglato.
Ragionando sul breve periodo, invece, sempre dal Comune arriva nel frattempo qualche chiarimento, sfortunatamente non foriero di novità positive. Parliamo della possibilità dell’ampliamento della capienza del Sant’Elia in vista del match contro il Livorno. Nell’ultima riunione della Commissione di Vigilanza era arrivata infatti, nel merito, la bocciatura del genio civile, ovvero l’Assessorato Regionale agli Affari Pubblici, e dunque al momento la situazione resta in stallo, in attesa che una nuova convocazione della Commissione possa vedere gli enti coinvolti raggiungere il tanto sospirato accordo.