CAGLIARI – IL PAGELLONE 2013-2014: Società e allenatori rimandati
Il campionato si è finalmente concluso e come ogni fine stagione è tempo di bilanci e pagelle. Dopo un’annata lunga e avara di grandi soddisfazioni, il Cagliari ha chiuso il suo campionato con una scoppola senza appello rimediata di fronte ai campioni d’Italia della Juventus. Una sconfitta che non ha comunque precluso la salvezza di Conti e compagni, attesi a luglio dall’inizio della trentaseiesima stagione nella massima serie del campionato italiano.
Come annunciato è tempo di bilanci. Dal presidente Cellino, passando per il direttore sportivo Salerno, concludendo con i calciatori dell’intera rosa. E allora ecco a voi giudizi e pagelle, partendo dalla società e dagli allenatori che hanno guidato il Cagliari in questa tormentata stagione.
SOCIETA’
Massimo Cellino (Presidente) VOTO 4.5 – Il voto del patron non può che essere fortemente insufficiente. Sia per il suo operato dal punto di vista ambientale che dal punto di vista tecnico. Un presidente che a metà stagione acquista un altro club e si lascia andare a dichiarazioni poco rispettose verso la squadra che ha guidato
per 22 anni non è il massimo della vita. Specialmente per i tifosi che per quei colori soffrono 365 giorni l’anno e che da troppo tempo sopportano uno stadio indecente e la mancanza di chiarezza per il futuro prossimo. Dal punto di vista tecnico le cose non migliorano. Riporta Nicola Salerno in Sardegna lasciando libero Francesco Marroccu, ovvero il filo di continuità tra i sardi e il Cagliari. Vende Nainggolan a metà stagione alla Roma, si lascia scappare Ariaudo per due soldi, così come Agazzi. Al momento della scelta obbligata tra Cagliari e Leeds ha scelto gli inglesi. I rossoblù sono in vendita, chi li guiderà è ancora un mistero.
Nicola Salerno (Direttore Sportivo) VOTO 5 – Il suo voto è strettamente legato a quello del presidente, anche perché nel Cagliari non muove foglia che
Cellino non voglia. Non incide nella campagna acquisti: arrivano Ibraimi, Adryan, Bastrini, Oikonomou, Silvestri, Tabanelli e Vecino. In compenso partono Nainggolan, Ariaudo, Agazzi, Thiago Ribeiro, Rui Sampaio. Singolare il caso Adan. Lo spagnolo ex Real arriva in Sardegna, gioca due partite (di cui una pessima contro la Juventus) e rescinde. Per non parlare del pastrocchio di gennaio all’Ata Hotel. Avelar è pronto per andare il Leeds, Salerno prende Bastrini (che si diletta sia come terzino sinistro che come centrale) per sostituirlo. Peccato però che il trasferimento del brasiliano salti all’ultimo per problemi “burocratici” e il Cagliari si ritrovi con Bastrini sul groppone. Stesso discorso per Tabanelli, preso dal Cesena e girato al Leeds, ma poi costretto a far ritorno in Sardegna perché il trasferimento è considerato nullo. Mezzo punto più del presidente perché è comunque arrivata la salvezza, anche se nessuno dei suoi acquisti si è rivelato decisivo.
ALLENATORI
Diego Lopez VOTO 5 – Insufficienza anche per l’ex capitano rossoblù, che in tre anni si è ritrovato dai Giovanissimi alla Serie A. La mancanza di gavetta ha pesato, con Lopez ancora acerbo per un palcoscenico difficile come il massimo campionato. Non ha avuto la forza di
cambiare il Cagliari, ormai fossilizzato su un modulo che fece le fortune di Allegri. Non ha avuto la fortuna di opporsi alle scelte dirigenziali incomprensibili, come le tante esclusioni di Murru e Sau. Non è riuscito a dare la scossa a un gruppo ormai “vecchio” che aveva bisogno di rinnovarsi a livello emozionale e tecnico. Il suo Cagliari era noioso, poco avvezzo agli schemi offensivi. Se segni col contagocce e hai gente come Sau, Pinilla, Cossu, Ibarbo e Nenè, c’è qualcosa che non va.
Ivo Pulga VOTO 5 – Voto identico a quello del collega, visto che per quasi tutta
la stagione hanno guidato insieme la barca. Poi divisi dai capricci presidenziali, è toccato a Pulga conquistare la matematica salvezza. Una salvezza decisamente meno bella di quella della scorsa stagione. Quest’anno il Cagliari, seppur con uno stadio a capienza ridotta, le partite le ha giocate in Sardegna. E c’è da sottolineare che in tanti match, i quasi 5000 posti che il Sant’Elia (o quel che ne rimane) poteva ospitare non venivano nemmeno riempiti. Un campionato al di sotto delle potenzialità per il Cagliari, che si è salvato più per demeriti altrui che per meriti propri. In passato si diceva “Arriviamo a 40 punti e poi vediamo”. Stavolta ci si è fermati a 39, troppo poco per la rosa rossoblù.
Giampaolo Gaias
* Appuntamento a domani per le pagelle dei calciatori rossoblù, partendo dai portieri e dai difensori.