Citrini: “Alziamo il livello con il sorriso. La Dinamo è una famiglia, chi arriva deve integrarsi”

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Coach Paolo Citrini (foto Eleonora Secchi – Sardegnasport)

Vacanze ormai agli sgoccioli per la Dinamo Sassari, che si prepara ad affrontare una stagione storica: quella che la porterà tra le grandi d’Europa. Tante le novità della Dinamo 2014/2015, ma almeno altrettanti saranno i punti di contatto con le ultime esaltanti annate. Per parlarne, come al solito, ci siamo rivolti a coach Citrini, assistente di Meo Sacchetti per il nono anno in totale.

Coach, parte un’altra stagione che si prospetta durissima e intensa.
“Sappiamo che sarà una stagione davvero dura sia per il livello delle squadre costruite in Italia, sia per la partecipazione all’Eurolega, dobbiamo resettare, avere l’umiltà e la fame di migliorarci, essere all’altezza, dobbiamo alzare il nostro livello ma sempre con il sorriso con il modus vivendi Dinamo, è unico e speciale”.

La colonna portante della Dinamo 2014/2015, immaginiamo, sarà sempre il gruppo.
“Chi pensa di venire alla Dinamo e di timbrare esclusivamente il cartellino fa un grosso sbaglio, non puoi fare semplicemente il professionista, devi integrarti in una famiglia in un modo di concepire lo sport e i rapporti davvero unico e speciale, devi essere conscio di vivere la Dinamo a 360° altrimenti fai davvero fatica.”

Quinto anno alla Dinamo per te. In più ci sarebbe la parentesi LegAdue. Non sono pochi..
“Mi ricordo da dove siamo partiti, dal povero Brent Darby, ragazzo eccezionale che non c’è piu’, al gigante Nikkila, agli esordi di Max Chessa, ora è un altro mondo, ho avuto la fortuna di essere in panchina per la prima di serie A, per la prima ai playoff, in Europa e ora in Eurolega, è un grande privilegio che ti deve responsabilizzare ulteriormente e resettare, non abbiamo fatto niente, vogliamo migliorare. La Sardegna, Sassari e questa gente meritano una squadra che ha ben chiara l’identità e cosa rappresenta, ritorniamo alla risposta di prima.

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Brent Darby, ex playmaker della Dinamo scomparso prematuramente nel 2011.

Questa sarà la tua nona stagione totale assieme a coach Sacchetti. Il vostro è un connubio inscindibile.
E’ un onore lavorare con lui, mi ha migliorato come allenatore e come uomo, persona di grandissimi valori umani, si è messo in gioco, in discussione, ci mette sempre la faccia in prima persona, un grande allenatore non deve essere quello che per forza e con tutti deve imporre la propria persona o il proprio modo di giocare, è quello che a seconda dei giocatori che ha è capace di tirare fuori il meglio e di metterli nelle condizioni di esprimere il loro potenziale grande o piccolo che sia, è come avere Travis Diener e farlo giocare ai 24″, puoi essere il piu’ preparato al mondo ma fallisci”

Passiamo alla squadra: quali sono le differenze principali tra questa Dinamo e quella dello scorso anno?
“Ci sono dei pro e dei contro ma siamo molto soddisfatti, abbiamo preso chi volevamo, sono sette giocatori nuovi, avremo bisogno di un po’ piu’ di tempo, ma siamo migliorati nella fisicità, nell’1 contro 1 e abbiamo ringiovanito notevolmente il roster, siamo pronti a lavorare duro per presentarci al massimo alla Supercoppa”.

C’è crisi nel basket italiano, ma le squadre forti rimangono…
“Assolutamente, se sai scegliere bene puoi essere veramente protagonista, avremo avversarie molto pericolose in campionato, Milano sopra tutte ovviamente, ma sono di alto livello Reggio Emilia, Venezia, Avellino, occhio a Brindisi e Cantu’ che sono sempre capaci di essere lì a lottare con le migliori, campionato intenso, sono arrivati molto rookie ma anche giocatori di assoluto spessore, non c’è più Siena ma il resto si è alzato notevolmente”.

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