Sport sardo a lutto: la Torres Femminile dice addio alla Serie A

Dopo 25 ininterrotte stagioni di militanza in Serie A e una bacheca dei trofei che ne parla come di miglior squadra italiana di sempre, la Torres Femminile dice addio al massimo campionato nazionale. Nel comunicato del Dipartimento Calcio Femminile pubblicato in data odierna nel quale si ufficializza la lista delle squadre aventi diritto a partecipare 

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Il gruppo della Torres Campione d'Italia nella stagione 2012/2013 (foto: torrescalciofemminile.it)

Il gruppo della Torres Campione d’Italia nella stagione 2012/2013 (foto: torrescalciofemminile.it)

Dopo 25 ininterrotte stagioni di militanza in Serie A e una bacheca dei trofei che ne parla come di miglior squadra italiana di sempre, la Torres Femminile dice addio al massimo campionato nazionale. Nel comunicato del Dipartimento Calcio Femminile pubblicato in data odierna nel quale si ufficializza la lista delle squadre aventi diritto a partecipare al torneo, non compare infatti – come si temeva da giorni – il nome del glorioso club rossoblù. Al suo posto ripescata l’ASD Pink Sport Time (Bari). Mentre la Torres maschile cerca di raccogliere i pezzi per rialzarsi dopo il tramortente incubo della retrocessione legata all’inchiesta “Dirty Soccer”, la Sassari calcistica (e con essa tutta la Sardegna) perde così, nel silenzio generale, il suo club più titolato (7 Scudetti, 8 Coppe Italia, 7 Supercoppe Italiane, 2 Italy Woman’s Cup) senza nessun clamore a fare per lo meno da contorno. Nel comunicato in questione non si fa menzione esplicita del club torresino, la cui domanda di iscrizione è stata rigettata e che dunque non prenderà parte ad alcun campionato nella stagione ormai alle porte. L’attività potrà ripartire dalla stagione 2016/17.

 

Una grave sconfitta per tutto il movimento sportivo nazionale, a seguito dell’escalation di addii illustri (le colonne storiche Tona e Domenichetti su tutti) che aveva contraddistinto un’estate da subito ricca di incertezze legate ai ritardi nella liquidazione dei rimborsi e alle istanze di pagamento promosse da ex giocatrici. A dispetto di ciò, tuttavia, soltanto il 27 luglio scorso si annunciava, dopo il primo anno di gestione Capitani, l’avvenuto apparentamento del club femminile a quello maschile, con il secondo che ne diventava di conseguenza società controllante al 100%. Una mossa che, nonostante l’emorragia del patrimonio tecnico (e umano), sembrava in apparenza mettere al riparo il calcio rosa dalla bufera garantendogli l’accesso ai contributi regionali, mentre l’8 agosto veniva ufficializzata la guida tecnica nella persona di Mario Desole.

E’ del 19 agosto, invece, l’ultimo sfogo dell’imprenditore pontino, il quale rispondeva con un comunicato alla lettera firmata da un gruppo di tifosi apparsa su un quotidiano locale nella quale si esprimeva estrema preoccupazione per le sorti della società. Capitani replicava con un preciso attacco ai suoi predecessori che gli avrebbero consegnato una società indebitata, rimarcando come il suo intervento fosse stato in ogni caso provvidenziale per la sopravvivenza della Torres femminile. A pesare irrimediabilmente sulla mancata iscrizione sarebbero state dunque le varie pendenze contratte sotto la gestione Marras e rimaste irrisolte in questi mesi di gestione Capitani, nonostante le ragazze abbiano offerto sino all’ultimo la possibilità di trovare un compromesso senza tuttavia ricevere alcuna risposta dalla dirigenza del nuovo corso. La Torres femminile, soltanto due anni fa quinto club nel ranking europeo, sparisce così dal radar del calcio che conta nell’indifferenza generale. Una perdita che impoverisce tutti ma che purtroppo, questa è la realtà, sembra interessare a pochi.

Matteo Sechi

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