Basket – Il retroscena: c’era Sardara dietro il sogno (sfumato) di Cagliari in A2

Stefano Sardara, presidente della Dinamo Sassari

Stefano Sardara, presidente della Dinamo Sassari

Nelle scorse settimane, dopo ben trentasei anni, Cagliari è nuovamente andata ad un passo dall’annoverare una squadra in Serie A2. Come? Acquisendo il titolo sportivo della Givova Scafati. La notizia ha timidamente fatto capolino una decina di giorni fa, rilanciata dalla newsletter Spicchi d’Arancia, ed è poi caduta nell’indifferenza generale. In pochi sanno, nessuno vuole parlare. Impossibile, però, non interrogarsi sull’identità di chi avrebbe provato a compiere un’operazione di questo tipo, sicuramente insostenibile dal punto di vista economico per tutte le sofferenti realtà cestistiche del capoluogo. E infatti le risorse erano in arrivo da altrove. Precisamente da Sassari, e per iniziativa del presidente della Dinamo Stefano Sardara.

LA TRATTATIVA – Lo scorso 11 giugno, subito dopo la dolorosa eliminazione dai playoff promozione per mano della Leonessa Brescia, Nello Longobardi, storico patron del Basket Scafati, dice basta: il titolo sportivo è in vendita. Nelle ore successive, una delle prime persone a bussare alla porta di Longobardi è proprio Sardara, deciso ad acquisire il titolo per portare la squadra a Cagliari. I presupposti sono ottimi, e la trattativa va avanti spedita. L’avvocato teramano Enrico Zorzi, già legale di Omar Thomas ai tempi della querelle sul passaporto sloveno, è incaricato di seguire la vicenda. Il numero uno di via Nenni consulta la documentazione e i bilanci: tutto lascia presagire una felice conclusione della trattativa. Invece, proprio sul più bello, arriva la retromarcia: Sardara ci ripensa e decide improvvisamente di interrompere i dialoghi. Allora si fa avanti Bergamo, che in queste ore pare sul punto di chiudere. Mai, da quasi un quarantennio a questa parte, Cagliari era stata tanto vicina al basket professionistico.




DINAMO LAB? – Lo sbarco a Cagliari è ormai da tempo nei pensieri di Sardara, e ci sono buone ragioni per pensare che prima o poi si concretizzi. Nel marzo del 2014 venne annunciata la nascita del progetto “Dinamo Lab”, che – nelle intenzioni della società – doveva consistere in una sorta di squadra satellite da iscrivere al torneo di A2 Silver. Le gare interne sarebbero state giocate al PalaRockefeller di Cagliari, e l’obiettivo era quello di favorire la maturazione dei giovani talenti locali. Nei mesi successivi, però, si registrarono degli strani movimenti: non tutte le squadre cagliaritane accolsero con favore la “discesa” della Dinamo verso il Capo di Sotto, e a fine maggio, coi tornei già conclusi da un pezzo, venne di punto in bianco organizzato un torneo tra le tre squadre meglio classificate in DNC e la vincente del torneo di C Regionale. A prevalere su Genneruxi e Accademia Basket (il Sant’Orsola declinò l’invito fin da subito), fu l’Olimpia Cagliari. A quel punto, il progetto Dinamo Lab, subì una brusca frenata. Federico Pasquini, allora general manager del sodalizio biancoblù, affermò che sarebbe stato deleterio creare concorrenza a un’altra società cagliaritana. Ragion per cui, dopo aver formalmente chiesto il ripescaggio, la Dinamo Lab andò in soffitta. Almeno fino a poche settimane fa.

I TRASCORSI – Era il 1980 quando la Pallacanestro Cagliari, allora griffata Acentro, disputava il suo ultimo campionato di Serie A2, retrocedendo in maniera ingloriosa con appena quattro vittorie su ventisei incontri disputati. Di quella disastrata squadra facevano parte gli americani Rowland Garrett (già professionista in NBA con Bulls, Cavaliers e Bucks), e il compianto “gigante buono” Steve Puidokas. Assieme a loro, una lunga serie di indigeni (Serra,  Mastio, Pilleri, Schlich, Spinas e tanti altri) il cui orgoglio, però, non bastò a impedire il definitivo tramonto del grande basket in riva al Golfo degli Angeli. Da quel momento in poi, infatti, il buio. O quasi. Sul finire degli anni ’90 – esaurita da un pezzo l’epopea esperina – Gigi Bergamini aveva provato a scuotere l’apatico pubblico cagliaritano, ottenendo però solo qualche faticosa apparizione in B1. Stesso discorso per la Russo, ripescata in A Dilettanti nel 2008 e ben presto ripiombata nell’anonimato. L’appuntamento è rimandato ancora una volta, ma prima o poi il basket professionistico farà ritorno a Cagliari. L’impronta, però, potrebbe essere sassarese.

Roberto Rubiu




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