Cagliari e l’epopea dei “portieri salvatori” di metà stagione: dopo “Sant’Antonio” e “San Marco” sarà “San Zeljko”?

Marco Storari, al Cagliari per sei mesi nella stagione 2007-2008

Marco Storari, al Cagliari per sei mesi nella stagione 2007-2008

Stadio Sant’Elia, 16 Marzo 2008. Il Cagliari è in vantaggio di un goal sul Torino, al 19’ rigore per i granata, sul dischetto va David Di Michele, ma Marco Storari para. Quella partita finirà 3 a 0 per i rossoblù che dà lì ottengono lo slancio finale per quella che diventerà la storica salvezza targata Davide Ballardini. La stagione che vide durante l’estate lo scioglimento del tridente delle meraviglie, quello dei nazionali Langella ed Esposito e di Re David Suazo. Sostituiti da giovani semisconosciuti come Acquafresca e Matri, guidati da Marco Giampaolo prima e da Nedo Sonetti poi. Arrivò la pausa di Gennaio e in quel Cagliari non andava bene niente, 10 punti e una retrocessione che sembrava il giusto epilogo di una stagione disastrosa. Sonetti fu esonerato, al suo posto fu chiamato Ballardini, arrivarono anche due innesti offensivi come Andrea Cossu dall’Hellas Verona e Jeda dal Rimini. In porta giocava titolare Marco Fortin, con quello strano numero 14 sulla maglia, al Cagliari già dal 2006, ma come riserva di Antonio Chimenti. Per il presidente Cellino non era abbastanza, il portiere è il primo mattone su cui si costruisce una squadra e Fortin non dava quella sicurezza di cui il Cagliari in quella situazione aveva bisogno. Dal Milan fu ingaggiato Marco Storari, divenne immediatamente titolare, tra parate memorabili, esperienza e carisma, fece la storia. A giugno tornò al Milan, ma tutti i tifosi rossoblù lo porteranno sempre nel cuore, oltre a ringraziarlo.

Il rapporto del Cagliari con i portieri è sempre stato particolare, senza andare troppo indietro nel tempo gli esempi restano molteplici: dal caso Marchetti, all’addio a metà stagione scorsa di Agazzi, ora terzo portiere del Milan, passando per Adan, spagnolo transitato in Sardegna lo spazio di due partite (0-0 col Chievo e 1-4 contro la Juventus). Ora ecco Zeljko Brkic, che arriva a gennaio come fu per Storari, in un Cagliari in crisi e nuovo come quello del dopo-Suazo, impossibile non trovare delle similitudini. Solamente due anni prima di Storari, nell’inverno del 2006, arrivò l’allora vice-Buffon (Storari è l’attuale “secondo” di Gigi), Antonio Chimenti. Nella prima parte di stagione Cellino si era superato, esonerando nel giro di poco meno di due mesi tre allenatori (Arrigoni, Tesser e Ballardini) prima di decidere di puntare su Nedo Sonetti. I portieri erano Andrea Campagnolo e Fabian Carini (quello che l’Inter aveva scambiato con la Juventus per Cannavaro…), ma il bisogno di cambiare guardiano dei pali era palese. Col numero 25 ecco Chimenti, che il posto di titolare non lo perse più e che a detta sua in Sardegna rinacque. A fine stagione il Cagliari si salvò, e intanto lui aveva cambiato nome, era diventato “Sant’Antonio”.

zeljko brkic cagliari

Zeljko Brkic, portiere del Cagliari in prestito dall’Udinese

Uno dei momenti più tristi della storia del Cagliari fu lo spareggio salvezza in quel di Napoli nel 1997, quando dopo aver perso per 3 a 1 con il Piacenza la squadra guidata da Mazzone fu condannata alla Serie B. In rosa, ad inizio stagione, c’erano giocatori del calibro di Muzzi e Tovalieri, passando per Pancaro, O’Neill e Bisoli. In porta il titolare era Marco Pascolo, svizzero che in una intervista rilasciata anni prima di essere ingaggiato dal Cagliari dichiarò: “Farò l’elettricista, il calcio sarà solo il mio hobby e non verrò mai a giocare in Italia”, ma che per sfortuna dei tifosi cagliaritani cambiò idea e in Italia arrivò dopo gli Europei inglesi. Furono mesi di errori a ripetizione, i suoi, la sua riserva era Beniamino Abate, precedentemente riserva di Valerio Fiori, il portiere della Coppa Uefa, ondivago nelle prestazioni e passato alla storia come “Saponetta”. Durante il mercato di riparazione, allora previsto già a novembre, insieme a Tovalieri (dalla Reggiana) arrivò dalla Roma Giorgio Sterchele. Anch’egli subito titolare, contribuì alla riscossa rossoblù, giocando meglio del predecessore alla corte di Mazzone, ma la storia non ebbe un lieto fine e dopo la retrocessione il portiere passò al Bologna.

Storia simile a quella di Sterchele fu quella del compianto Sergio Buso, arrivato dal Bologna per sostituire in corsa Renato Copparoni, nella stagione 1975-76, l’ultima di Gigi Riva, anche questa conclusa con una retrocessione in Serie B. Oggi, 10 gennaio il Cagliari ha visto allenarsi per la prima volta un nuovo portiere. Altro capitolo nel libro dei “portieri-salvatori”. Spesso è andata bene, altre volte meno, anche se il nuovo arrivato ha sempre meritato elogi. Non resta che augurarsi di poter scrivere un giorno che dopo “Sant’Antonio” e “San Marco” in Terra Sarda mise piede anche un certo “San Zeljko”.

Oliviero Addis

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