ESCLUSIVA – Giulini: “Giudicate me e il mio Cagliari tra qualche anno”

Tommaso Giulini e Gianfranco Zola il giorno della presentazione del tecnico

Tommaso Giulini e Gianfranco Zola il giorno della presentazione del tecnico

Un divano, un caffè e quattro chiacchiere con un sorridente e determinato Tommaso Giulini. Con il presidente del Cagliari si discorre dei problemi, dei progetti e delle ambizioni della sua creatura calcistica, che dopo un dicembre di fuoco e un battesimo del 2015 piuttosto tramortente nel derby delle Isole ha trovato le forze per rialzarsi e riprendere il cammino grazie alla vittoria sul Cesena e all’ottimo pareggio di Udine. “Non ho alcun dubbio che i miei ragazzi riusciranno a raggiungere la salvezza” afferma perentorio, prima di argomentare la dolorosa ma inevitabile separazione con Zeman (“Ero davvero convinto che dandogli carta bianca e facendolo lavorare in un ambiente sereno avrebbe potuto raggiungere risultati importanti“) e complimentarsi con il direttore Marroccu per le felici intuizioni estive di Donsah e Joao Pedro. In mezzo si toccano tutti i temi più cari ai tifosi rossoblù: dal mercato (“Gilardino? Non a tutti i costi“) allo stadio, passando per il rapporto-confronto con Cellino e per le critiche piovute addosso da una piazza che deve ancora verosimilmente metabolizzare l’inizio del nuovo corso.

 

 

Presidente, partiamo da quel dicembre nero a cui ha fatto seguito una lunga pausa di riflessione immersa nella crisi di risultati.
A Parma la squadra poteva dare un segnale di inversione di tendenza dopo le partite contro Fiorentina e Chievo, perché affrontavamo un avversario in difficoltà. E magari, con una vittoria alle spalle, avremmo potuto approcciarci alla Juventus con più leggerezza“.

Si aspettava da Zeman il 4-4-2 anti-Juventus?
Assolutamente no“.

Gliel’ha mai spiegato?
Si voleva adattare alle caratteristiche della Juventus. Avrebbe voluto fronteggiarla sulle palle alte, per questo ha schierato quattro centrali, con Benedetti e Capuano sugli esterni. La sfortuna è stata che dopo pochi minuti dall’inizio abbiamo preso gol su un cross basso anziché alto, vanificando subito il piano partita. Secondo me, secondo noi quella sarebbe stata una gara ideale da giocarci con il nostro modulo, le nostre convinzioni calcistiche. Saremmo potuti andare a Palermo ritrovando delle convinzioni tecniche, invece dopo due gare non zemaniane come Chievo e Parma eravamo di fronte ad un’altra partita non giocata. Decisamente troppo“.

 

Gianfranco Zola mentre dirige il suo primo allenamento ad Assemini

Gianfranco Zola mentre dirige il suo primo allenamento ad Assemini. Per il baronetto di Oliena sin qui un record di 1 vittoria, 1 pareggio e 1 sconfitta

E così ha spalancato la porta a Gianfranco Zola. Era davvero la prima scelta?
Decisamente. Paolo Montero era la seconda, ma non ho mai avuto dubbi sul sì di Zola“.

Eppure i segnali parevano dire altro, a cominciare dai supposti dubbi di “Magic Box”, privo per questa avventura del suo fido secondo, Adolfo Sormani.
La genesi è stata questa: lui inaugurò ‘Casa Casteddu’ a Londra, il giorno di Cagliari-Fiorentina. Ci sentimmo dopo lo 0-2 con il Chievo perché volevo parlargli e lui mi consigliò di andare avanti serenamente con il mister, che le cose si sarebbero sistemate. Così abbiamo fatto altre due partite con Zeman. Dopo la sconfitta contro la Juve ho deciso di cambiare e ho richiamato Zola, stavolta non per essere rassicurato ma per affidargli la panchina“.

Come mai quell’attesa interminabile?
In quei tre giorni prima di Natale abbiamo costruito il Cagliari di oggi e, spero, del futuro. Ho voluto conoscere Pierluigi Casiraghi perché Sormani non era disponibile. Zola era senza preparatore atletico e, a sua volta, ha giustamente voluto conoscere Rapetti, la cui bontà del lavoro ha cominciato a emergere già a Udine, a mio avviso. Il lavoro dello staff, nel calcio di oggi, è fondamentale, così come la conoscenza tra i vari componenti dello stesso. Sebastiano Porcu (il tattico del mister di Oliena ndr) è davvero molto in gamba, Gianfranco e Casiraghi si completano a meraviglia, mi piace molto l’impatto che hanno avuto con lo spogliatoio. E poi confido tanto in Stefano Rapetti, secondo me il miglior preparatore atletico che si sia visto all’Inter negli ultimi dieci anni“.

Che squadra ha visto a Udine?
Mi è piaciuta molto la reazione sul 2-1. Aver continuato a giocare nonostante la botta che poteva essere drammatica è molto incoraggiante. Abbiamo preso due gol frutto di disattenzioni difensive. Emblematico il secondo gol dove nessuno dei nostri difensori fa la cosa giusta: Pisano che sbaglia l’anticipo su Di Natale, Rossettini che esce troppo morbido anziché contrastare il cross, Capuano che cerca e sbaglia l’anticipo e Avelar che non copre Capuano. Non ci possiamo più permettere tali errori, dobbiamo assolutamente limarli“.

Servono altri giocatori per questo?
Difficile trovarne altri migliori di quelli che abbiamo. Mi spiego: secondo me bisogna intervenire per migliorare, non tanto per inserire facce nuove. Siamo sicuri di trovare un terzino più forte di Avelar? Pisano e Balzano sono ottimi difensori, Rossettini è nel giro della Nazionale e anche Dessena si è dimostrato all’altezza nel ruolo di esterno basso. Prendere un altro giocatore che venga a giocarsi il posto con Ceppitelli, Capuano o Gonzalez non avrebbe senso. La squadra va migliorata, altrimenti si resta così“.

Non posso non chiederle di Gilardino. 
Esiste una trattativa, ma è un’altra operazione da valutare bene. Noi abbiamo Sau e Ibarbo che torneranno presto al top della condizione, Cop che ha già fatto vedere ottime cose in

Alberto Gilardino: trattativa difficile per portarlo a Cagliari.

Alberto Gilardino: trattativa difficile per portarlo a Cagliari.

poco tempo e che presto ammireremo tutti per il gran giocatore che è. Non dimentichiamoci nemmeno di Cossu, protagonista di un buon inizio stagione. E poi c’è Farias, che Zola vuole tenere in rosa e che per questo non partirà. Siamo in tanti davanti…“.

E’ soddisfatto di Longo?
Samuele fa tanto lavoro sporco, è chiaro che a noi servono i gol, ma abbiamo bisogno anche di lui e delle sportellate che ci garantisce nelle fasi calde, come domenica scorsa. Andare a prendere un altro attaccante, che avrebbe bisogno di tempo per inserirsi e che andrebbe aspettato, è sempre un rischio da tenere in conto“.

 

Quella per Osvaldo era una trattativa possibile o un sogno e nulla più come ha detto Marroccu?
Non ci siamo mai seduti a un tavolo per discuterne, a differenza di quanto fatto per Gilardino“.

E Mancosu?
Un giocatore che ci potrebbe dare una grossa mano, ma che va per i 31 anni e crediamo possa essere ingaggiato solo a prezzo di cartellino molto vantaggioso. E’ giusto che il Trapani chieda una cifra rilevante per l’ultimo capocannoniere della Serie B, ma anche noi dobbiamo fare le nostre valutazioni“.

Si vocifera che il nodo più ostico da sciogliere sia rappresentato dalle richieste dell’agente. Conferma?
Non direi, per Mancosu non mi risulta. La situazione è semplice, come ho detto“.

Sbaglio o stiamo scoprendo un Tommaso Giulini più decisionista rispetto all’estate scorsa, la prima da patron rossoblù?
Un pochino, ma c’è sempre una triade che riflette e decide, composta da me, Marroccu e il mister, prima Zeman ora Zola“.

Recentemente si è crucciato per non aver spinto in determinate direzioni di mercato sei mesi fa. Cosa ha voluto dire?
La scorsa estate, l’unica cosa in cui non abbiamo assecondato Zeman è stata la scelta del terzo portiere, visto che il mister avrebbe voluto Anania. Per il resto gli abbiamo dato carta bianca, e forse ho peccato di inesperienza, avrei dovuto prevedere che anche un progetto a lungo termine può avere delle deviazioni rappresentate dal cambio di allenatore, come poi è successo. Ecco, forse qualche altro giocatore sarebbe stato più adatto“.

Si riferisce a elementi non trattenuti o ad altri non arrivati a Cagliari?
Probabilmente avrei preso qualche giovane in meno e scelto alcuni giocatori già rodati per la Serie A“.

Quando e perché ha pensato di prendere il Cagliari?
Era da un po’ di anni che ci pensavo, ma Cellino si è deciso a vendere solo nel gennaio del 2014. Ero a Dubai, mi chiamò l’avvocato Mariano Delogu, amico comune, e mi diede la notizia. Mi disse: ‘Stavolta vuole vendere sul serio “.

Qual è stato il momento più difficile in quei cinque mesi schizofrenici?
Direi i primi quattro. Cellino ha disperatamente cercato qualcuno cui potesse vendere ad un prezzo più alto. Sapeva che non gli avremmo dato di più di quanto avevamo concordato, così per i primi quattro mesi era sempre molto cortese ma piuttosto freddo. Quando ha capito che non avrebbe trovato altri soggetti seri e disposti a offrire di più si è sbloccato e la trattativa è andata in discesa“.

Gli arabi sono mai esistiti?
Secondo me all’inizio Cellino stava effettivamente seguendo una pista araba, poi quanto fosse concreta non mi è dato sapere“.

 

 

Ha mai conosciuto o parlato con Luca Silvestrone?
Personalmente no. Mi ero però informato subito su chi fosse e mi era stato detto che anni prima a Sulmona aveva creato qualcosa ad hoc per entrare nel calcio. Non ho mai creduto realmente che a Cagliari sarebbe riuscito a sfondare“.

Secondo lei la vicenda Silvestrone potrebbe aver ‘dopato’ l’aspettativa attorno al nuovo corso targato Giulini?
Sì e me ne rendo conto. Così come è evidente che l’entusiasmo iniziale attorno a Zeman e alla squadra abbia creato dei desideri che mal si conciliano con i risultati attuali. Di sicuro a salvezza acquisita si ripartirà con un anno di esperienza alle spalle, con i giusti rinforzi e con mister Zola mi auguro, ma soprattuto con la rinnovata ambizione di raggiungere quei piazzamenti a cui io e Zeman abbiamo sempre ambito nei mesi scorsi“.

Quali sono le accuse dei tifosi che le danno più fastidio?
La cosa che mi ha ferito di più è stata la critica feroce dopo l’esonero di Zeman. Credo fosse evidente come la squadra avesse bisogno di qualcosa di diverso per ricominciare a gennaio con un altro piglio. Tutti sanno quanto avrei voluto che Zeman facesse bene con noi, quanto l’avessi voluto a Cagliari. Mi è dispiaciuto che la piazza, in certi frangenti pompata a dovere, sia esplosa in questo modo“.

Husbauer e Cop, autentici colpi del mercato di riparazione. Il Cagliari del futuro si fonderà su di loro

Husbauer e Cop, autentici colpi del mercato di riparazione. Il Cagliari del futuro si fonderà su di loro

Poi c’è stato il polverone sollevato attorno al calendario. Una polemica piuttosto sterile…
Davvero inopportuno quello che è stato fatto. Abbiamo affidato la realizzazione a un’azienda di marketing sarda che lavora con successo sul territorio e, in tutta onestà, tra le tante critiche che ricevo dai tifosi, non ce n’è stata che si sia focalizzata sull’argomento. Qualcosa vorrà dire?

Qualcuno la rimprovera di non avere il portafoglio per far sognare. C’è chi rimpiange Cellino e il famoso obiettivo massimo della salvezza.
Dipende da come uno vuole impostare la società. Abbiamo fatto scelte di prospettiva, puntiamo sui Donsah, sui Joao Pedro, sugli Husbauer e sui Cop, che non sono giovanissimi ma nemmeno trentenni. Abbiamo speso 10-12 milioni di euro senza vendere nessuno, perché abbiamo dato Astori in prestito oneroso e basta. C’è sicuramente la possibilità di avere un’altra bella somma da Nainggolan, ma ad oggi abbiamo speso quella cifra a fronte del solo prestito di Astori. Guardiamo in prospettiva e cresceremo su tutti i fronti“.

Nainggolan rimane alla Roma e il Cagliari incassa?
Penso che la Roma troverà il modo da qui a fine gennaio di riscattarlo“.

Avete già trovato l’intesa?
Assolutamente no, non ancora“.

Quindi il rischio di andare alle buste esiste?
“Al momento sì, ma è chiaro che non sia un’eventualità gradita a nessuno. In generale, sul mercato, dico comunque che non abbiamo sbagliato troppo: state vedendo Donsah e Joao Pedro, due scelte di Marroccu avvallate da Zeman, vedrete anche Caio Rangel…”.

Si era parlato di un inserimento di Gigi Riva nell’organigramma, poi il silenzio. E’ fattibile coinvolgerlo nel nuovo Cagliari?
Nell’ultimo periodo ci è stato comunque vicino, ci siamo sentiti per gli auguri di Natale, abbiamo parlato del cambio della guardia da Zeman a Zola, è contento che molti suoi compagni di squadra stiano venendo al Sant’Elia la domenica e non è detto che un giorno, magari con i primi caldi, non venga anche lui. Mi piacerebbe eccome coinvolgerlo. Vorrei che ci desse una mano col progetto stadio, potrebbe essere l’occasione ideale per affiancarci sotto molti aspetti“.

A proposito di nuovo stadio, ha detto che se ne riparlerà nell’ultimo trimestre del 2015. Avete già qualcosa di pronto a livello di progetti e investimenti?
No, non ancora. Stiamo scegliendo in questi giorni la società incaricata di fare lo studio di fattibilità“.

 

 

Come si immagina la nuova casa del Cagliari?
Penso ad un impianto da 25 mila posti massimo nell’area del Sant’Elia. Moderno, con tutta la parte di connettività fondamentale per gli sponsor fatta a regola d’arte. E poi tutta una serie di attività commerciali a supporto“.

A livello anche legislativo quello delle “città mercato” è stato sempre il nodo cruciale. Non la preoccupa?
Francamente no. Gli alberghi e le attività inerenti lo sport ci possono stare. L’importante è non pensare ad un centro commerciale in senso stretto. Si devono e si possono coinvolgere tante aziende che abbiano legami con il mondo sportivo“.

C’è in qualche maniera timore di fare questo passo del nuovo stadio? E’ un rischio che vi spaventa oppure siete convinti delle risposte che arriverebbero dalla comunità e dal territorio?
E’ difficile rispondere finché non abbiamo davanti lo studio di fattibilità. Senza quello è impossibile capire il bacino d’utenza con cui avremmo a che fare e le possibilità di lungo periodo. Se fossi del settore potrei esprimermi o fidarmi dei miei collaboratori. Siccome non lo sono aspetto che i professionisti incaricati mi diano il loro parere“.

Come vive il confronto con Cellino e il suo ventennio? In questo momento di difficoltà avrà letto e sentito i primi commenti nostalgici…
Non sento la pressione né il confronto. Siamo molto diversi, ma se penso a lui sento molto affetto nei suoi confronti. Spero di poter fare bene e meglio rispetto al mio predecessore, che 

Massimo Cellino presidente Cagliari

Massimo Cellino

secondo me va ricordato positivamente. Noi presidenti siamo un po’ tutti matti, quindi anche nella diversità dico che ci accomuna una certa follia. Ritengo che ci voglia obiettività e pazienza nei giudizi, un presidente va giudicato dopo qualche anno, non dopo 6 mesi. Cellino lo puoi giudicare sui suoi 22 anni, non potevi farlo sui primi 6 mesi di mandato. Ha dato davvero tanto a questa società e anche lui vuole il bene del Cagliari, nonostante le malelingue lo dipingano come cugurra (ride ndr)”.

L’ha più sentito dopo il passaggio di consegne?
Ci siamo sentiti dopo la sconfitta col Chievo. Era molto dispiaciuto, mi ha invitato a riflettere sull’esonero. ’So come ti senti tu adesso – mi ha detto -, so cosa vuol dire perdere in casa contro il Chievo. Tieni duro e stai tranquillo. Io ne ho mandati via tanti a 24 ore da una sconfitta e a volte me ne sono pentito‘ “.

Un segno di discontinuità tra lei e Cellino arriva senza dubbio a livello di promozione dell’immagine societaria con l’ideazione del concept di “Casa Cagliari” approdato, dopo Milano, anche a Londra e con l’istituzione dell’Academy. 
Ora siamo molto concentrati proprio sull’Academy. Sono sicuro che potrà aiutarci tanto nella sinergia con le società dilettantistiche del territorio. Penso a un network operante in Sardegna. E’ fondamentale che i nostri giovani rossoblù si confrontino sin da piccoli con società di buon livello, evitando di pagare lo scotto del primo anno di Giovanissimi Nazionali quando affrontano per la prima volta le giovanili professionistiche. L’Academy può dare valore alle società dilettantistiche e, nel lungo periodo, anche al Cagliari Calcio, che può confrontarsi a livelli più alti e mappare meglio i migliori giocatori della Regione. I ragazzini del Mantova sfidano subito Inter, Milan e così via; a Palermo giochi subito il derby col Catania. In Sardegna abbiamo un gap che può essere trasformato in grande vantaggio identitario. Nessuno, in Europa, rappresenta un’isola di importanza pari alla Sardegna. Questo deve essere un valore, non uno svantaggio“.

A proposito di giovanili, il Torneo di Viareggio rivedrà presto il Cagliari?
Certamente. Dall’anno prossimo torneremo al Viareggio, crediamo sia molto importante a livello tecnico e di immagine“.

Passiamo a un tema caldo. Com’è la situazione sui contributi regionali? C’è stato un riavvicinamento?
No, come sapete Sardegna Promozione non esiste più. Stiamo cercando di recuperare al più presto una parte dei crediti pregressi, la questione è in mano ai nostri avvocati e seguirà il suo corso legale. Sui contributi futuri penso che questa Giunta non abbia intenzione di prendersi la responsabilità di andare contro quelli che potrebbero essere eventuali problemi che sinceramente non capisco. Io vedo la Regione Trentino sponsorizzare Lazio e Napoli, e prima lo faceva con Inter e Fiorentina. Non parlo di main sponsor, ma partnership di secondo o terzo grado. Noi potremmo avere lo sponsor dalla Sardegna, l’abbiamo chiesto a più riprese ma non sembra essere nelle intenzioni“.

Mi sembra di capire che il co-marketing sia stato accantonato. Corretto?
In questo momento la Regione ha fatto qualcosa solo per garantire il supporto alle società non professionistiche. Non vedo spiragli per noi, se non quello di accettare la nostra proposta di farci veicolo pubblicitario. La Regione, come già fa con cartellonistica e passaggi televisivi, potrebbe sfruttare il Cagliari, il nostro allenatore, i nostri giocatori più rappresentativi. Ecco, credo che questa sia una strada percorribile“.

 

 

Da imprenditore che opera in Sardegna, che futuro vede per questa terra? Come e in che direzione procedere?
Io sono ottimista di natura, si stanno creando condizioni che possono portare risultati importanti. Penso alla chimica verde o agli investimenti che si paventano a Portovesme. E poi l’approdo delle risorse qatariote e il turismo che piano piano migliora a livello di strutture ricettive senza necessariamente diventare opprimente per le bellezze del paesaggio“.

E’ previsto l’avvento di un Cagliari Channel o qualcosa di simile a livello web e tv?
No, non è in agenda al momento. Ci abbiamo ovviamente pensato, ma riteniamo che nell’immediato non ci sia ancora la platea numericamente adatta per un passo di questo tipo. E’ chiaro che la si potrà legare al discorso stadio, quando avremo maggiori elementi per capire la fattibilità dell’investimento sulla struttura“.

Matteo Sechi

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