ESCLUSIVA – Arrica si candida per guidare il Cus Cagliari: “Serve managerialità e fare sport, non politica”

Stefano Arrica, candidato presidente del Cus Cagliari, ai microfoni di SardegnaSport.com

Stefano Arrica, candidato presidente del Cus Cagliari, ai microfoni di SardegnaSport.com

Tra alcune settimane, il Cus Cagliari vedrà il cambio della guardia nella sua poltrona più importante, quella del Presidente. Dal 1970 la carica apicale del sodalizio universitario è nelle mani dell’Ingegner Adriano Rossi, uno tra i più importanti dirigenti sportivi isolani e nazionali (soprattutto in seno alla Fidal).

Al momento, l’unico candidato alla presidenza venuto allo scoperto è Stefano Arrica, a capo di una “cordata” di soci Cus, tra cui spicca la presenza dell’Ingegner Marcello Vasapollo. Arrica, figlio di Andrea, colui che portò Gigi Riva a Cagliari, è attuale vice-presidente della polisportiva di Sa Duchessa, responsabile dell’area calcio della società, Presidente della Federgolf Sardegna, Responsabile CUSI per calcio e golf, oltre che ex consigliere del Cagliari Calcio: insomma, uno dei dirigenti sportivi sardi dal curriculum più ricco e dal pedigree prestigioso.
Scrivevamo poc’anzi che Arrica è l’unico candidato “ufficiale”: risultano infatti malumori, soprattutto in seno alle sezioni di atletica leggera e hockey su prato, e si ventila la possibilità di una candidatura alternativa. Nell’attesa che questa venga ufficializzata, abbiamo intervistato Stefano Arrica per sentire la sua opinione sulla situazione attuale del Cus Cagliari e su che tipo di programma proverebbe ad attuare, nel caso in cui venisse eletto.

Arrica è figlio di Andrea, artefice (tra gli altri) dello Scudetto del Cagliari Calcio nel 1970

Arrica è figlio di Andrea, artefice (tra gli altri) dello Scudetto del Cagliari Calcio nel 1970

Presidente Arrica, quanto sarà pesante l’eredità di Adriano Rossi, Presidente del Cus Cagliari per 45 anni?
Dopo tanti anni di presidenza dell’Ingegner Rossi, sarà al contempo un orgoglio e una grande responsabilità. I tempi però sono cambiati: il Cus Cagliari fu fondato tanti anni fa, quando le condizioni erano molto differenti e, ad esempio, i contributi erano ben più importanti di quanto non siano ora. Adesso le società sportive stanno vivendo un periodo di forte contrazione e la loro gestione è molto più problematica.

Presidente della Federgolf Sarda, responsabile calcio e golf CUSI, vicepresidenza e gestione del settore calcio del Cus Cagliari: questi sono solamente i suoi ultimi incarichi sportivi. Cosa la spinge a candidarsi alla presidenza del Cus Cagliari
L’amore per questa società: mio papà è stato Presidente del Cus Cagliari agli albori della sua vita da dirigente. Mi sento di dover portare avanti questa società, con il mio amico fraterno Marcello Vasapollo e con tanti altri amici con i quali abbiamo diviso le gioie e i dolori del campo: perché noi siamo stati atleti di questa società, siamo andati in giro per il mondo a rappresentarla, abbiamo rappresentato il CUSI (ndr, l’Ente di Promozione che rappresenta tutti i CUS d’Italia).
Il Cus Cagliari è una società che va gestita a livello manageriale: oggi non si può più pensare di gestire una polisportiva di questa importanza come un oratorio o come se fosse una società singola. Il Cus Cagliari è una società atipica, una polisportiva al servizio degli universitari: qui gli studenti devono venire a svagarsi, giocare, fare sport. Gli studenti non solo cagliaritani e sardi, ma anche gli stranieri del progetto Erasmus.

Se verrà eletto, quali saranno le linee guida del suo mandato?
Intanto bisogna far quadrare il bilancio. Poi, bisogna che il bilancio migliori, settore per settore: noi abbiamo tre settori che fanno competizioni al massimo livello. Parlo del Basket femminile (Serie A1), l’Atletica Leggera femminile (Finale A Oro) e l’Hockey maschile (Serie A1). Dovremo razionalizzare le spese e far sempre meglio, dai settori giovanili alle prime squadre. Certamente non dobbiamo chiudere alcuna sezione o peggiorarne la situazione.

In tutte le società, quando si arriva a un cambio di gestione dopo molti anni, si creano tensioni per la successione. In genere, nelle società polisportive, le anime delle varie sezioni possono arrivare anche a rotture importanti. Ci risulta che anche al Cus Cagliari la situazione sia “calda”: le altre sezioni, soprattutto atletica leggera e hockey su prato, temono un “disimpegno” nelle loro discipline, a vantaggio di calcio e basket. Cosa ci può dire a riguardo?
Non pensavamo ci fosse tutto questo “malumore”. Ritenevamo una decisione fisiologica arrivare a che fossimo noi, neanche poi giovanissimi, a subentrare nella gestione della società. In questo momento, viviamo e comprendiamo, l’attuale situazione, sempre con rispetto per le parti coinvolte. Rispetto inoltre, e ci tengo a sottolinearlo, per chi ha guidato la società per tanti anni: l’Ingegner Rossi e il Dottor Coiana, una persona che è stata molto importante nella mia vita. Prendiamo atto della situazione. Non avrei mai pensato di vedere dei gruppi contrapposti o quant’altro. Chi viene qui lo deve fare per lavorare dalla mattina alla sera, non per meriti o onorificenze. E’ quello che abbiamo fatto io e Vasapollo in questi anni  e continuiamo a farlo tutti i giorni. Il Cus Cagliari è una realtà complessa. Non ci può essere un presidente che sia una “testa di legno” o che si limiti a stringere mani e tagliare i nastri. Cosa peraltro difficile anche solo da pensare, viste le responsabilità civili e penali che si assume chi viene eletto alla guida di un sodalizio.

Dai rumors, ancora non ufficiali, pare ci sarà un altro candidato, un ex-velocista ora impegnato in politica. Ha avuto modo di confrontarsi relativamente alle idee di gestione della società?
Non conosco la persona in questione e mi farebbe piacere sapere chi essa sia, perché, consultando la lista dei soci, non riesco a capire chi possa essere. Se ci sarà un confronto leale e questa “sfida” sarà sui contenuti e sul programma, sarò felicissimo. Se si tratta veramente di un velocista, magari nella corsa mi batterà. Ma, non è sulla velocità che si vince: si vince ragionando realmente sui problemi. Bisogna venire qui a fare e “regalare” sport, non a litigare.

Attualmente, le sezioni che conquistano più spazi sui media sono quelle dell’atletica leggera e del basket. Dovrebbero essere, ci corregga se sbagliamo, anche le più onerose, puntando su molte atlete di fuori regione (o nazione per quanto riguarda il basket). Mentre per il basket, l’impegno economico non è dissimile alle altre squadre sarde che militano in A2, per quanto riguarda l’atletica il Cus Cagliari è rimasta l’unica società isolana a puntare ancora forte sulla squadra assoluta, a discapito del settore giovanile, che negli ultimi anni non ha prodotto molti talenti: con lei alla guida della società, ci sarà una maggiore attenzione verso la creazione di talenti a partire dal vivaio?
Assolutamente sì. Mi confronterò con i tecnici che hanno fatto bene nel passato. Io so che è l’Atletica Leggera italiana che sta vivendo un momento di crisi epocale: da qualche anno, non ci sono grandi numeri e atleti, e questo si vede ovviamente anche in periferia. Noi abbiamo una società sana da questo punto di vista. Mi spiace non avere tante atlete sarde. Riguardo i contributi, questi sono destinati specificamente allo sport per cui sono stati richiesti. Non si possono spostare i contributi per uno sport ad un altro. Le straniere del basket vivono e si allenano qua da settembre, nell’atletica so che poche vivono e si allenano qua. Questa è una situazione che mi piacerebbe approfondire e capire meglio se è possibile formare qui un atleta: farlo “nascere” e poi “crescere” al Cus Cagliari e, perché no?, vederlo diventare un atleta internazionale.

Arrica affianca Vasapollo al comando del basket di Serie A1

Arrica affianca Vasapollo al comando del basket di Serie A1

La questione dei contributi regionali è fondamentale per lo sport isolano: ci sono novità dalla Regione? Cosa pensa della nuova proposta di legge regionale che, se approvata, dovrebbe andare a sostituire la legge 17?
Credo sia utile fare un passo indietro, per capire meglio la situazione attuale. In passato abbiamo fatto con la Regione un discorso di co-marketing per il basket femminile, seguendo le direttive impartite. Di questo se n’è occupato soprattutto Marcello Vasapollo, deus ex machina di questa squadra: quando siamo arrivati qui, la squadra era in A2 e aveva poche cose da dire; l’abbiamo portata in A1, dovendo ovviamente far fronte alle spese d’accordo con la Regione, come già detto. Sapete che i contributi arrivano dopo un anno, quindi devono essere anticipati dalle banche, le quali a loro volta applicano degli interessi a carico delle società.
In Regione si sono accorti che si stava bloccando lo Sport sardo, sia le società professionistiche che dilettantistiche. Per le società dilettantistiche, la situazione è più complicata, perché senza quei contributi non si può proprio pensare di affrontare determinati campionati, soprattutto se i contributi vengono revocati dopo che i campionati sono stati programmati o addirittura affrontati.
Adesso il Consiglio Regionale sta cambiando la legge e devo ringraziare apertamente l’onorevole Tocco (dirigente del Cus Cagliari) e dovrebbero ringraziarlo tutte le società, dilettantistiche e non. Perché lui, insieme ad altri suoi colleghi e colleghe, ha capito il problema reale per averlo vissuto in prima persona e si è impegnato sino ad arrivare a ottenere la legge futura.
Per quanto riguarda il presente, oggi mi hanno detto che sono in partenza le lettere di rendicontazione. Speriamo che questo si possa fare anche in futuro, perché senza contributi non è possibile fare un campionato di A1.

Come giudica questa stagione del Basket femminile?
Esaltante, perché siamo arrivati a un traguardo storico: nessuna squadra di basket sardo è mai arrivata ai playoff scudetto. Non vogliamo che questo sia una formalità perché giochiamo contro una corazzata che da anni vince e stravince, facendola da padrona. Però noi ce la giochiamo e poi il rovescio della medaglia, relativa ai problemi dei contributi, ha creato imbarazzi con le atlete perché abbiamo perso due giocatrici e abbiamo dovuto spiegare la situazione alle ragazze, che ovviamente percepiscono uno stipendio, vengono da lontano e devono mantenersi qua. Inoltre, abbiamo dovuto sopportare una serie di situazioni negative. Senza questi problemi, avremmo forse raggiunto i play-off qualche settimana fa. Adesso faremo due partite, giocando a basket e divertendoci.  Dobbiamo ringraziare le ragazze, tutte, e, chissà, la palla è rotonda: bisogna sempre giocarsela.

In chiusura, aldilà di come andranno le elezioni, cosa si augura per il futuro del Cus Cagliari?
Intanto armonia e unione d’intenti. Mi auguro che questa società vada sempre più in alto in tutti in settori. Spero ci sia un rapporto importante con l’Università: siamo di fresca nomina del Magnifico Rettore e dovremo quindi confrontarci sui contenuti. Infine, mi auguro che il Cus Cagliari sia la Casa degli studenti, degli atleti e dei dirigenti: una Casa che deve accogliere tutti quanti con un unico solo obiettivo, quello di stare insieme, vincere e divertirsi.

Gianluca Zuddas e Fabio Frongia

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