Atletica – Eugenio Meloni: “Sogno le Olimpiadi, ecco chi ringrazio per il bronzo di Tallin”

Eugenio Meloni (foto: www.ichnusa.eu)

Eugenio Meloni (foto: www.ichnusa.eu)

2.05, 2.10, 2.15, 2.18, 2.21 (senza errori), gli errori arrivano a 2.24, misura 6 cm superiore al suo precedente personale (2.18). E’ il ruolino di Eugenio Meloni, atleta del CUS Cagliari che sabato 11 luglio ha conquistato il bronzo agli Europei under-23 di Tallin. Un grandissimo risultato per il figlio d’arte (suo padre Andrea fu campione sardo), che si è concesso ai microfoni di Gianluca Zuddas per AtleticaLive.it.

“Non ho realizzato subito di aver fatto quella misura e di aver preso la medaglia – dice Meloni – Il 2.18 mi ha dato tranquillità e grinta allo stesso tempo. Non credevo al podio, ho pensato sempre all’esecuzione, non ho rammarico per l’errore a 2.24, ora so che posso saltarlo. Direi una gara oltre ogni più rosea aspettativa”. Per Meloni è arrivato anche il record sardo: “E’ vero, ho battuto di 6 centimetri papà Andrea, i miei genitori erano molto contenti per me. Sapevo di avere nelle gambe quella misura, non so se questa gara di Tallin sia la svolta per la mia carriera, è una tappa significativa e bella, vedremo il futuro”.

Meloni non si siede: “Devo crescere sotto tutti i profili, in particolare quello tecnico. Avere la possibilità di allenarmi e vivere a stretto contatto con Ferrante Grasselli e Silvano Chesani è una fortuna immensa per me. L’obiettivo è il minimo per le Olimpiadi, ma è più un sogno in grande, concretamente l’obiettivo deve essere ritoccare il personale prima della fine della stagione”.

Non mancano i ringraziamenti, a cominciare dai genitori. “Penso al mio primo allenatore, Giovanni Lai – racconta Meloni – Giuliano Corradi, uno dei migliori tecnici specialistici italiani e una grande person. Poi i miei amici più stretti, la mia ragazza, il dottor Roberto Sollai, che mi ha seguito per tutto il periodo che mi sono allenato a Cagliari, e tre persone che fanno parte della mia “vita modenese”: i miei coinquilini Giorgia Benecchi e Silvano Chesani e infine Maurizio Odorizzi, mitico fisioterapista. Devo aggiungere anche la FIDAL Sardegna, nella figura di Sergio Lai, che in un modo o nell’altro mi ha supportato in questo periodo, mi auguro di transizione, verso il professionismo”.

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