In questa Serie A è un peccato accontentarsi

La classifica dei rossoblù permette di sognare?

L'esultanza di Dessena e del Cagliari al primo gol siglato

L’esultanza di Dessena e del Cagliari al primo gol siglato

La notte più horror dell’anno si è trasformata per il Cagliari in una delle serate più dolci che si possano passare: Daniele Dessena, dopo quasi un anno di assenza dai campi, ritorna titolare e con una doppietta conduce i rossoblù alla vittoria. La rete di Ilija Nestorovski è utile a rendere ancora più preziose le due marcature del ritrovato Capitano.

IL VERO CAGLIARI – Ma qual è il vero Cagliari? In 11 partite giocate, i sardi hanno totalizzato 5 vittorie e 5 sconfitte, condite dall’unico pareggio ottenuto nella prima al Sant’Elia, contro la Roma. È davvero una squadra senza mezze misure? Rastelli e i suoi hanno dimostrato che quando giocano sul serio possono battere chiunque. Lo hanno fatto in casa – debacle Fiorentina a parte – e ne hanno dato prova anche a San Siro, pur contro un’Inter completamente in balia delle onde.




CHI SI ACCONTENTA GODE… – In una Serie A che sprofonda sempre più nella mediocrità, sembra “facile” ottenere vittorie e dunque è maggiormente alta la probabilità che si profili una classifica di questo tipo. Il Cagliari staziona in 7a posizione, coinquilino di Fiorentina e Torino (prossimo avversario). Dall’Atalanta 6a al Sassuolo quintultimo, ci sono ben 11 squadre racchiuse nel giro di 6 punti. Si può sperare in qualcosa di più? Anzitutto, sognare è gratis, oltre che lecito per ogni uomo che vuole e deve sempre cercare di superare i propri limiti. Vista la schizofrenia dei risultati nella massima categoria italiana, dove le grandi fanno le piccole e viceversa, perché non essere ambiziosi?




… COSÌ COSÌ – Il club isolano è quasi a metà di quei 40 punti simboleggianti la matematica salvezza, pur osservando che, negli ultimi anni, la quota si è abbassata di qualche lunghezza. Massimo Rastelli è stato più volte categorico, anche ieri sera: «Prima la salvezza!». Questo il diktat del nocchiero in seno al Golfo degli Angeli. Bisogna comunque ricordare che un eventuale e comunque ancora utopistico posizionamento finale in “zona Europa” porrebbe ai rossoblù delle problematiche e costi non indifferenti, vista l’impossibilità di giocare nell’attuale Stadio Sant’Elia. È dunque corretto mostrare cautela, ma viste le condizioni createsi sarebbe un peccato non approfittarne. Ma soprattutto, un dubbio sovviene: con una difesa appena più accorta, dove sarebbero ora i sardi? Con i se e con i ma non si va da nessuna parte ma… ogni lasciata è persa.

Mattia Marzeddu

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