Approfondimento sul settore portieri in casa Cagliari e sul lavoro di David Dei
La stagione 2016/2017 del Cagliari è ormai andata agli archivi, e già si è proiettati a pieno titolo in quella 2017/2018, con la conferma di Rastelli in panchina e un nuovo calciomercato da affrontare, probabilmente con nuove idee rispetto al passato. Il campionato appena trascorso lascia tante cose positive, accanto a quelle da migliorare. Fa sicuramente sorridere la porta rossoblù che, per quanto abbia incassato 76 reti (dato assolutamente da cancellare), ha visto sfornare diverse ottime prestazioni da parte dei suoi guardiani, evitando un passivo ben peggiore. Un merito, conclamato e impossibile da contraddire, del lavoro specifico svolto dallo staff tecnico.
UOMINI SOLI – Già in Serie B, ma soprattutto nel più recente girone di ritorno, si è vista tutta la bontà dei dettami di David Dei. Più volte ci è capitato di elogiare colui che non a caso fu premiato come miglior preparatore dei portieri del campionato cadetto 2015/2016. Anche quest’anno, nonostante un inizio stentato, la qualità del suo operato è venuta fuori. Tra Rafael (3) e Luca Crosta (1), il totale di 4 rigori parati su 6 parlano di una media davvero invidiabile per ogni estremo difensore della massima categoria. Un dato, quello dei penalties neutralizzati, che è soltanto il più roboante e facile da evidenziare, ma è utile per semplificare un’attività di studio e preparazione generale ormai consolidata. A dispetto delle statistiche e della palma di terza difesa più bucata del campionato, i guardiani dei pali cagliaritani possono essere orgogliosi di quanto fatto, avendo salvato in più occasioni una difesa dimostratasi non perfetta.
VECCHIO ORDINAMENTO – Al ritorno in Serie A si scelse di continuare con Marco Storari, uno dei capitani e uomo immagine, portiere protagonista dell’immediata risalita dalla “B”. Già autore di imprecisioni sparse, Storari aveva fatto mugugnare, quindi un girone di andata tribolato in campo – sulla scia della discontinuità di cui sopra – e fuori, fino al divorzio. Doloroso e rumoroso a livello mediatico, molto meno dal punto di vista tecnico. Perché l’addio di Storari aveva permesso di dare la meritata chance a Rafael, lavoratore silenzioso che serenamente aveva atteso il suo momento in mezzo alla morsa dei “vecchietti” (il brasiliano ha comunque 35 anni) Storari e Colombo. Per il brianzolo il giusto premio della presenza in Serie A nel giorno del suo ritiro, dopo un biennio da utilissimo allenatore-giocatore.
CAMBIO DI PASSO – Una pezza agli evidenti limiti della squadra in fase difensiva è arrivata proprio dai portieri. Allenamenti moderni, originali e sempre diversi, impegno, sacrificio e tanto, tantissimo studio sono la ricetta per una stagione quasi da incorniciare per ciò che concerne gli estremi difensori. Con l’ascesa di Rafael nelle gerarchie, i rossoblù hanno preso meno goleade – complici anche alcuni accorgimenti tattici da gennaio in avanti -, e le prestazioni del brasiliano hanno offerto maggiore sicurezza all’intero pacchetto arretrato. Un cambio di passo dimostrato anche dai numeri: per Storari 16 presenze (1347′ minuti) e ben 37 gol subiti. Rafael, invece, ha chiuso con 22 gettoni (1891′ minuti) e 35 reti subite, il tutto condito da 3 rigori parati e ben 4 ‘clean sheet’ (partite senza subire reti) all’attivo. Tralasciando la brevissima (e perlopiù negativa) parentesi di Gabriel, il girone di ritorno dei portieri cagliaritani ha conosciuto una svolta più che evidente.
UN FUTURO RADIOSO – Per quanto Rafael garantisca una discreta affidabilità, non è più un giovanotto ed è tempo per il Cagliari di pensare anche al futuro dei propri pali. Gli isolani hanno tra le mani un tesoretto interessante, arricchito dal grandioso esordio in Serie A di Crosta, nell’ultima stagionale contro il Milan. Una rondine non fa primavera, specie in tema di portieri, e allora guai a “pompare” eccessivamente e inutilmente qualsivoglia ragazzo. Di sicuro, però, il materiale c’è, anche perché proprio Dei e lo staff della prima squadra si sono avvalsi di Crosta e Bizzi (i due portieri dell’ultima formazione Primavera) nel corso dell’annata, in particolare lavorando e infondendo mentalità e metodi di allenamento. Segno di un lavoro basato sulla continuità e sui vasi comunicanti tra i vari settori, che probabilmente andrà rinforzato a livello di sinergia, grazie al nuovo corso appena inaugurato. In attesa di conoscere il futuro di Alessio Cragno, che sembra destinato a far parte del pacchetto rossoblù 2017/2018 dopo una stagione da autentico protagonista in Serie B col Benevento, dietro le quinte della prima squadra più di un paio di estremi difensori lasciano ben sperare la casa isolana. Preparazione di ottimo livello e pazienza saranno ingredienti con i quali continuare a cucinare, dopo la falsa partenza del 2014/2015 in fatto di portieri ora il sentiero giusto è stato intrapreso.
Mattia Marzeddu