Atletica, Tortu: “Mi sento sardo, che emozione quella bandiera!”

Il velocista si racconta: “Che rabbia questo infortunio”

Il velocista azzurro Filippo Tortu

Il velocista azzurro Filippo Tortu

E’ reduce dall’exploit di Roma, al Golden Gala, dove ha corso i 200 metri in 20”34 (quarto italiano di sempre), Filippo Tortu è la grande promessa dell’atletica italiana e ora la prossima sfida si chiama esame di maturità. Predestinato, serissimo e talentuoso, da anni polverizza i record e migliora nei 100 e nei 200 metri, per i quali di fatto non si è mai allenato davvero. Tanto da migliorare, ma i numeri parlano chiaro. Intervistato da Carlo Alberto Melis per L’Unione Sarda, Tortu (milanese con papà e famiglia sarda, di Tempio) ha spaziato a 360 sul suo momento.




“Non fa tanto male”, dice sulla caviglia infortunatasi dopo la gara di Roma, mentre festeggiava con gli amici in pizzeria. “Sono solo un po’ dispiaciuto e non vedo l’ora di tornare in pista. A Roma ho ottenuto un grande risultato, che dà grande entusiasmo. Fai 20″34, dopo 10 ore sei immobilizzato, probabilmente ti salta la stagione, fa un rabbia… Non so bene come mi sono infortunato – dice – stavamo andando a prendere il taxi, ero con i miei compagni di scuola ed amici”.

L’infortunio preclude un po’ di appuntamenti in agenda. “Puntavo sul titolo europeo, ma non sarà come me l’aspettavo, a livello di tempi. È comunque un imprevisto. Ma c’è sicuramente anche un lato positivo in questa cosa: basta saperlo trovare. Correre i 200 metri all’Olimpico accanto a Lemaitre è stato bellissimo, lui è un punto di riferimento, ma ora anche un avversario. Quando ero piccolo guardavo lui. Mi piace come atleta, come persona, come affronta le gare. Ero tranquillo, avevo voglia di partire, avevo uno sguardo da sardo”.

E sulla sardità Filippo non ha dubbi. “Scrivono e dicono che sono brianzolo, ma se mi chiedete io dico sardo. All’Olimpico abbiamo portato una bandiera sarda che teneva mio fratello (Giacomo, più grande, anche lui velocista, che sta per laurearsi in Economia ndr), ma dai blocchi ne vedevo anche altre. Alcuni ragazzi sono venuti da me con una bandiera durante il riscaldamento”.

Prossima tappa la maturità: “La affronto come una gara, sono tranquillo e non vedo l’ora di affrontarla. Penso che mi iscriverà alla facolta di Economia – dice – Credo che si possa trovare il tempo per studiare, come fa mio fratello che è un punto di riferimento da sempre. Mi ha anche convinto a fare il tatuaggio con la Sardegna come il suo, ma ci penserò in autunno”.

Fidanzato da un anno con Sofia (“lombarda conosciuta in Sardegna”, aggiunge), considera “sacra” la vacanza in Sardegna e lì potrebbe “allenarsi in vista dei Mondiali”, anche se è tutto da vedere. “Non ci penso minimamente a battere il record di Howe, non è uno dei miei obiettivi, voglio correre forte, poi se arriva molto meglio. Berruti è un numero uno per come vive l’atletica in modo sereno, Mennea lo conobbi ma ero piccolissimo, mi fece una bellissima impressione. Mi piace correre, posso fare qualsiasi gara, 100 o 200, che mi diverto allo stesso modo, però mi sento più adatto per i 200”.

La chiusura è un ritorno alla gara romana. “Negli ultimi 30 metri non andavo più avanti, quando inizierò a preparare i 200 metri lavoreremo bene su questo e sarà uno stimolo. La dedica è per nonna Vittoria, di Ozieri ma che vive a Roma, era contenta perché sono andato a trovarla e dovrò tornarci per togliere la fasciatura”.




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