Borriello: “Il Cagliari sopra ogni cosa”

Le parole del centravanti campano dal ritiro di Pejo

Marco Borriello

Marco Borriello

Marco Borriello ha parlato durante una conferenza stampa nel ritiro di Pejo. Argomento principale il nuovo rinnovo di contratto che lo legherà ai colori rossoblù fino al 2019. Il centravanti napoletano, nella scorsa stagione ha siglato 20 gol, di cui 16 in campionato e ben 4 in Coppa Italia. Da giorni si parlava del suo possibile rinnovo e oggi, in mattinata, è arriva l’ufficialità sul nuovo accordo tra il numero 22 rossoblù e la società di via Mameli.



Nella pre-conferenza nel ritiro in Trentino, l’attaccante campano ha risposto in primis alle domande di Premium Sport.

Hai proseguito il tuo rapporto col Cagliari, come commenti?

Volevo ringraziare compagni, squadra, tifosi, Rossi e Capozucca, devo ringraziare soprattutto loro. Non vedo l’ora di entrare nella Sardegna Arena per dimostrare quanto sono attaccato a questa maglia.

Ci credi ancora alla nazionale?

Dopo le ultime dichiarazioni di Ventura ci devo credere, ma prima c’è da pensare alla salvezza del Cagliari, poi verrà tutto di conseguenza. Mi sento molto bene, sono pronto a battagliare e a ripetere la stagione dell’anno scorso. 16 gol son tanti ma proverò a fare anche di meglio, spero che i compagni mi aiutino a raggiungere quest’obiettivo.

Ancora una scommessa con Vieri?

Non so se vuole scommettere ancora! Se tutto va come deve andare, facciamo che gliela pago io la vacanza, lui ha il braccino corto… (ride n.d.r.)

Cosa pensi del trasferimento di Bonucci?

E’ stato un fulmine a ciel sereno. Nel calcio può capitare, magari era finito il ciclo e ha preferito cambiare aria. Il Milan sta spendendo e comprando giocatori di qualità, vediamo se riuscirà subito a ottenere risultati.

Vedi la Juventus sempre come favorita?

Assolutamente sì, ha fatto acquisti importantissimi come Douglas Costa dal Bayern Monaco. Le altre comprano e son sempre punti interrogativi. La Juve rimane sopra gli altri, sarà la squadra da battere.

Chi consiglieresti al Milan: Kalinic, Aubameyang o Belotti?

Sono 3 grandi giocatori, io apprezzo tanto Belotti, è italiano e ha grande rabbia. Conosce bene il calcio nostrano e sta facendo bene in tutti i campi. Se avessi soldi da spendere punterei su di lui.



Dunque, di seguito, ecco le parole pronunciate in conferenza stampa ai giornalisti presenti.

Sei felice del rinnovo col Cagliari?

Ieri ho trovato l’accordo con presidente e direttore. Posso dire che ho prolungato il mio rapporto e sono molto felice, era ciò che volevo. Adesso si azzera tutto, iniziamo una stagione in cui cercheremo di mettere un mattoncino ulteriore per creare una base solida per il Cagliari, cercando di stare magari nella parte sinistra della classifica.

Hai mai pensato di lasciare Cagliari?

L’anno scorso ho avuto qualche difficoltà iniziale ma si è creato uno splendido rapporto coi compagni e soprattutto coi tifosi, non avevo nessun motivo per cambiare. E’ stata una decisione abbastanza facile. Sono contento di ciò che è stato fatto. Ora c’è una nuova stagione e un nuovo stadio, siamo tutti molto carichi.

Ci puoi dire i dettagli del contratto?

Non vorrei entrare nel merito. Posso dire che è un rinnovo a obiettivi, qualche piccolo dettaglio c’è. Ma dovrò sudare!.

Meglio essere partito con la preparazione dall’inizio o forse dava più frutti quella dello scorso anno (personale)?

Questo non lo può sapere nessuno, vedremo. L’anno scorso lavoravo molto più sulla parte atletica, con maggiore corsa rispetto a quest’anno. Questa è una preparazione simile a quella che feci con Luis Enrique alla Roma, con molta palla e non tante corse. Ed è buono perché la palla è parte importante del calcio, mi sta piacendo molto questo tipo di lavoro. Poi la cosa più allenante è sempre la partita. Se alla piccola parte atletica aggiungi un lavoro quotidiano tecnico con tante partite in mezzo, diventa un’ottima preparazione.

Salvezza, 100 gol in Serie A e nazionale. Sono questi i tre obiettivi?

Le motivazioni sono tante. In primis c’è la salvezza del Cagliari. Mi mancano solo 5 reti per arrivare a 100, spero anche di superarli ovviamente… Spero di non fare solo 5 gol! (ride n.d.r.). Poi se riesco a fare una stagione importante, c’è il sogno nazionale nel cassetto. Io ci voglio riprovare, ce la metterò tutta. Speriamo che questo sogno si avveri.



Come hai superato le difficoltà iniziali?

Con il lavoro. C’è stato qualche momento complicato. Io però ringrazio sempre e comunque il mister per la fiducia, oltre al direttore Capozucca. Se io oggi son qua a parlare del rinnovo lo devo anche a lui. Mi ha portato a Cagliari ed è stato sempre vicino. Ringrazio anche i compagni di squadra. Le difficoltà si superano con il lavoro e le persone vicine.

Ha pesato il fattore extra-calcistico sul rinnovo, ovvero la città?

L’anno scorso c’è stato grande affetto nei miei confronti. Borriello lo si aspettava sempre con un po’ di scetticismo. Senza presunzione, ma son stato bravo a conquistarmi la stima. Quest’anno parto avvantaggiato, con più ottimismo, coi tifosi che mi acclamano, i compagni e l’allenatore che mi conoscono. La società mi ha rinnovato la fiducia e parto su un livello diverso. Sappiamo che comunque, nel calcio, il passato non conta. Se non dimostro, si ritorna punto e a capo. Sarà importante partire con una bella dose di fiducia, poi io non mi faccio problemi. Ho fatto del lavoro e dell’umiltà la mia dote principale, lo farò anche quest’anno.

Com’è il tuo rapporto con Rastelli?

C’è stata qualche incomprensione con lui, non lo nascondo. Poi è giusto che due si conoscano e infatti è nato un rapporto bellissimo, sincero e leale. Il mister è schietto, come me. Ci siamo scontrati ma ora abbiamo legato tantissimo. Questo non mi garantisce il posto fisso. Se io faccio male, lui può lasciarmi in panchina senza problemi, ed è giusto così. Il rapporto non cambia. Lui ora mi conosce, quando ho avuto difficoltà fisiche mi faceva fare un lavoro differenziato, in modo da recuperare energie. Ho giocato 36 partite, forse 33-34 da 90 minuti, gran risultato per uno della mia età. Devo anche a lui i miei risultati, è importante trovare un allenatore che mi capisca.



Hai avuto un confronto con Ventura?

So che voleva parlarmi però è inutile ora discutere di questo. Ha fatto una bellissima dichiarazione l’anno scorso, su di me, quando gli chiesero di Balotelli. So che sarà difficile essere convocato, è un gruppo strutturato quello della nazionale. Però davanti cambiano spesso, gli unici due “fissi” sono Immobile e Belotti. Secondo me bisogna crederci. Io ce la metterò tutta per raggiungere questo sogno.

Ti senti di poter essere il leader del Cagliari?

Sono stato in tante squadre che giocavano per salvarsi. Spesso sono stato il leader, come in Genoa, Reggina, Atalanta… Spesso ho tolto io le castagne dal fuoco, ma senza la squadra è inutile. Non posso fare tutto da solo. Ci sono altri componenti di quest’organico che sono come me. Io ovviamente mi sento leader, ho 35 anni e più di 300 partite in Serie A, è giusto che mi prenda qualche responsabilità in più rispetto ai giovani. Qui ci sono giocatori di grande personalità, questa squadra ha tanti uomini, lo abbiamo visto l’anno scorso e verrà certificato anche quest’anno.

Quale club vedi in pole position rispetto ad altri?

La Juve è sempre favorita, mette qualità su qualità. Mi piace molto il Napoli, hanno cambiato pochissimo. La Roma ha venduto qualche giocatore importante e ha perso Totti, vero trascinatore. Poi c’è il Milan: sta comprando molto, sicuramente sarà più forte dell’anno scorso. Dicono che poi bisogna metterli insieme, ma sono giocatori di qualità, in grado di giocare la palla. Saranno tra le prime quattro.

Ti dispiacerebbe veder andare via Isla?

Ho sentito anche io queste voci. Mi dispiacerebbe perché, nonostante le sue difficoltà iniziali, ha fatto un bellissimo finale di stagione. Si è inserito di più nel gruppo, i tifosi gli hanno dato fiducia e anche i compagni. Stava iniziando a diventare il calciatore che tutti ricordiamo, sarebbe un peccato se lo perdessimo. Ma queste sono scelte che fa la società, io non posso mettere bocca.



In quale sistema di gioco preferisci giocare?

Io l’anno scorso ho dimostrato di poter giocare bene sia con due attaccanti che da solo. Sarà il mister a vedere, in base alla partita, come affrontare l’avversario. Con due trequartisti e una punta o due attaccanti e un centrocampista offensivo, cambia poco. Io mi metto a disposizione.

Ci puoi spiegare il diverbio con alcuni tifosi, accaduto nel finale di Cagliari-Pescara?

Niente di particolare. Alcuni tifosi non gradiscono che i calciatori lancino la maglia in curva. Mi è venuto spontaneo, lo farò ancora. Magari per cento contrari ce ne sono sedicimila a favore. Se io vedo un bambino che chiede la maglia, mi fa anche piacere dargliela. Mi è dispiaciuto quel fatto, ma ora è tutto a posto.

E infine, sul nuovo stadio aggiunge: “Il Sant’Elia era uno stadio compatto, lo arà anche la Sardegna Arena. Impossibile descrivere o solo immaginare la carica che dà il pubblico così vicino, questi colori, la gente che ti acclama in questo modo… E’ doping naturale“.

dagli inviati Fabio Frongia e Mattia Marzeddu 



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