Torres, sconfitta giusta: reazione e tranquillità di classifica diano la spinta per… innovare

La Torres in allenamento (foto: Selena Tagliabue - SardegnaSport)

La Torres in allenamento (foto: Selena Tagliabue – SardegnaSport)

Poco da dire, l’Alessandria ha battuto la Torres perché ha meritato: chi fa due gol in più dell’avversario, normalmente, merita di vincere. E ha vinto senza mostrare un gioco trascendentale, senza avere avuto tante occasioni da gol, senza dominare per novanta minuti. Ha vinto semplicemente perchè si è dimostrata più forte, complice un approccio alla partita un po’ troppo “leggero” da parte dei rossoblù e un brutto taglio sulla fronte di Migliaccio a limitarne il rendimento una volta rientrato in campo. Il centrocampo piemontese – trio Mezavilla, Obodo e Taddei, coadiuvato dall’esterno sinistro Mora, imprendibile per tutto il primo tempo – hanno spiegato quale sia la parola magica per avere, in questo campionato difficile, il comando del gioco: “personalità”.

La personalità che è mancata ai titolari della zona nevralgica torresina. Giuffrida, ritornato ai ranghi di giocatore “normale” dopo due mesi giocati alla grande, Pizza, sempre affidabile, ma che non è in grado di dettare i tempi della manovra e Foglia, versatile e dai buoni piedi ma ancora discontinuo. Personalità che deve acquisire pure Baraye, migliorato atleticamente e certamente più propositivo, ma ancora non il senegalese non dà l’impressione di essere determinante negli ultimi venti metri. Anche se, a onor del vero, ha conquistato due punizioni importanti e ha nascosto il pallone più volte a Sirri. E di personalità ha difettato anche Imparato - scambiato alternativamente di posizione con Ramzi (anche lui apparso fuori ruolo), per quanto riguarda le fasce difensive – sistematicamente saltato dai suoi avversari diretti, Mora prima e Vitofrancesco poi. Non fa difetto di carisma e personalità il buon Maiorino, che, anche se solo su punizione e in una prestazione non certo fra le più brillanti, è stato pericolosissimo: una traversa e un salvataggio di Nordi, senza dimenticare il recupero di alcuni palloni nella metà campo rossoblù. Potremmo citare anche Infantino, inefficace in una partita dove, per tutto il primo tempo, i lanci lunghi l’hanno fatta da padrone.

La Curva Nord del "Vanni Sanna", sede del tifo torresino (foto: SardegnaSport)

La Curva Nord del “Vanni Sanna”, sede del tifo torresino (foto: SardegnaSport)

Eppure, la reazione della squadra nel secondo tempo è piaciuta, almeno nell’intenzione, ancorché improduttiva dal punto di vista dei gol fatti. Spesso la Torres si è trovata nell’area grigia, ma non è mai riuscita a trovare il guizzo vincente, forse perché le palle buone sono capitate sui piedi di Marchetti e Migliaccio (il tap-in sulla respinta di Nordi meritava sorte migliore) e a poco è servito rafforzare numericamente il reparto avanzato con l’ingresso di Balistreri. La squadra è questa, si salverà senza patemi, ma proprio in virtù di una situazione di classifica tranquilla – anche dopo gli incontri della domenica, in cui spicca la vittoria a Cremona di un Monza dato in smobilitazione – perché non sperimentare soluzioni diverse, provando magari alcuni giocatori finora ai margini della rosa (ad esempio, ieri i 10′ di Funari sono stati confortanti) e puntare su chi, finora, ha dimostrato un rendimento migliore rispetto alla concorrenza. Parliamo di Balistreri e Cafiero, preferibili a chi li ha sostituiti di recente, sperando nel recupero imminente di Bottone e Ligorio.

A margine, un plauso alla curva che, nel giorno del saluto a Riccardo Fiori, ha incitato la squadra fino alla fine, premiando, se non il risultato, almeno l’impegno con un lungo applauso finale.

Gianluca Dessì

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