Il risultato è casuale, ma cambia tutto: clima ideale, guai a nascondere e nascondersi

Postato il 01 dic 2014
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Zdenek Zeman (foto: Gianluca Zuddas - sardegnasport.com)

Zdenek Zeman (foto: Gianluca Zuddas – sardegnasport.com)

La gara con la Fiorentina sarebbe dovuta essere quella giusta per vincere finalmente al Sant’Elia di fronte al proprio pubblico. Si è trasformata invece in un incubo, ben distruibuito in brutte giocate difensive e gol sbagliati, lasciando sul campo un passivo pesantissimo per il Cagliari. Zeman decide di confermare la formazione vista a Napoli, con la sola novità di Conti in regia. Montella propone Joaquin sulla fascia destra e Cuadrado a sostegno di Mario Gomez. La partita è intensa, con occasioni da una parte e dall’altra. La differenza sta nella precisione delle conclusioni: la Fiorentina trova la via della rete, il Cagliari si incarta in troppi tocchi finendo sempre per mancare quello decisivo. Così per i viola è facile gestire prestazione ed energie, portando a casa un ampio 0-4. La prova del Cagliari non è stata tanto negativa (almeno fino al raddoppio viola) quanto il punteggio può lasciar intendere; si è anzi assistito, cosa assai rara, ad una gara cominnciata col piglio giusto e non in differita, come avvenuto al cospetto di squadre di caratura superiore quali Roma e Lazio, ma anche Atalanta, Sampdoria, Genoa la musica era stata quella. I problemi però sono stati troppi, distribuiti tra i reparti e tali da non lasciar adito a nessuna scusante. Poco convincenti anche le scelte di formazione (non obbligate) operate da Zeman.

L’idea di riproporre Balzano a sinistra si è rivelata completamente sbagliata. La prova negativa del pugliese ha consentito a Marcos Alonso e chi lo aiutava (a turno Cuadrado e una delle mezzali) di creare costante superiorità numerica sulla sinistra, proponendo cross sempre pericolosi per la retroguardia di casa. L’ex capitano del Pescara non ha saputo contribuire degnamente nelle due fasi, apparendo spaesato e impacciato dal dover spostare la palla sul destro, suo piede preferito. Ekdal non sempre è riuscito a supportarlo coi raddoppi, la Fiorentina ha così banchettato sulla sua fascia destra. Murru non viene ritenuto pronto, Avelar non doveva essere al meglio, Zeman ha provato a ricucire inserendo Capuano, che in carriera ha giocato a lungo da terzino sinistro, ma ormai la frittata era fatta. Lungi da noi bocciare Balzano, ribadendo che parlare col senno di poi è facilissimo, sicuramente ciò che a Napoli aveva funzionato benissimo (Balzano annullò un certo Callejon) stavolta si è rivelato tallone d’Achille.

A centrocampo, Crisetig ha mostrato per l’ennesima volta di non essere totalmente a suo agio quando schierato da mezzala, destra o sinistra (come nel finale di gara). Il fatto di giocare sulla destra complica ulteriormente le cose ad un ragazzo poco abituato al ruolo e ad occupare la corsia esterna. Può sicuramente migliorare, data anche la giovane età, ma schierarlo in partite complicate come questa risulta controproducente ai fini del risultato, divenuto sempre più importante. Viene da chiedersi, a questo punto, perché si sia puntato su un regista molto considerato, ma bisognoso di giocare ancora tanto prima di potersi considerare affermato, per poi schierarlo da mezzala? Forse avrebbe avuto più senso, avendo già Conti in rosa, mettere sotto contratto un giocatore collocabile come “vice”, consentendogli una crescita più graduale e tranquilla. L’alternativa sarebbe l’accantonamento del capitano, ancora una volta negativo in tandem col friulano, ma quest’ipotesi non pare contemplata.

Anche chi ha giocato nel ruolo a lui più congeniale ha sbagliato partita. A partire da Cragno, che inizia a mostrare qualche insicurezza di troppo, da mettere in conto quando si schiera un classe 1994 in porta. Non è la prima volta che subisce gol con tiri dalla distanza angolati, pagando l’altezza ampiamente sotto la media della massima serie. I centrali difensivi, Rossettini e Ceppitelli, sono andati in costante difficoltà, pagando sotto l’aspetto della velocità e della lotta corpo a corpo. Pisano, invece, pur con i limiti ben conosciuti, è stato l’unico a mostrarsi intraprendente e addirittura a fornire due assist malamente sprecati dai compagni.

Al netto di tutto ciò, è chiaro come il cinismo sia stato il peccato mortale di questa squadra, ieri come in tutta la stagione. Gli innumerevoli errori commessi da Ibarbo, comunque in crescita dal punto di vista tattico, Cossu e Farias, gridano vendetta, e vanificano quanto (molto) di buono viene prodotto. Strafalcioni in fase di rifinitura e conclusione che trovano la ragione in distrazione e assenza di senso gol, non una cosa da poco per chi gioca in prima linea. Contro la Fiorentina il Cagliari schierava un tridente composto da un’ala che ai Mondiali giocava a centrocampo, un trequartista a fine carriera che non ha mai denotato capacità realizzativa (eufemismo) e un attaccante esterno che solo quest’anno gioca da protagonista in Serie A. In assenza di Sau, appare abbastanza per pensare che manchi qualcosina, a livello di conoscenze o di organico.

Zeman e i suoi dovranno porre rimedio al più presto dopo lo scivolone. Il boemo ha la fiducia della dirigenza, che su di lui ha investito tanto anche mediaticamente, il gruppo lo segue, la tifoseria anche, visto che dopo la gara gli applausi superavano di gran lunga i fischi. Pazienza e progetto sono parole ancora ben in evidenza nella lavagna di Asseminello, dove si vive sulle montagne russe senza nessuna intenzione di scendere. La classifica rimane lì, stagnante e col broncio, non preoccupa (anche grazie al calendario e le disgrazie altrui), ma migliorarla darebbe la possibilità di crescere di più, meglio e più in fretta.

Pierluigi Aru

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